Ferragni, al via le assemblee per il futuro di Fenice, sul tavolo ricapitalizzazione e approvazione in ritardo del bilancio 2023 dopo una perdita di 10,2mln in 2 anni

Il socio Pasquale Morgese, che detiene il 27,5% delle quote, sarebbe pronto a votare contro il bilancio e, nell’eventualità, a impugnarne in tribunale l’approvazione

Lunedì 10 marzo 2025 si decide il futuro di Fenice, la società di Chiara Ferragni: in agenda sono previste due assemblee per discutere, in ritardo, l’approvazione del bilancio 2023 e, cosa ancora più importante, una necessaria ricapitalizzazione per salvare l’impero dell’imprenditrice digitale. Negli ultimi due anni, l'azienda avrebbe accumulato perdite per oltre 10 milioni di euro, in particolare dopo il pandoro Gate.

Ferragni, al via le assemblee per il futuro di Fenice: ex socio Morgese pronto a votare contro 

La situazione finanziaria di fenice si sarebbe drasticamente deteriorata e, negli ultimi due anni, sarebbero state accumulate perdite per circa "10 milioni di euro" che hanno di fatto azzerato il patrimonio societario. Lo scorso anno, i ricavi sono crollati registrando meno di 2 milioni contro oltre 14 milioni di euro riportati nel 2022.

Stando alcune indiscrezioni, le assemblee potrebbero essere molto tese soprattutto per quanto riguarda l'approvazione del bilancio 2023. Il socio Pasquale Morgese, che detiene il 27,5% delle quote, sarebbe pronto a votare contro il bilancio e, nell’eventualità, a impugnarne in tribunale l’approvazione. Morgese avrebbe infatti sollevato pesanti dubbi sulla continuità aziendale e sul futuro del marchio.

La ricapitalizzazione di Fenice di Chiara Ferragni

Sarà fondamentale la discussione sulla ricapitalizzazione urgente. Secondo le indiscrezioni, l’amministratore unico Claudio Calabi, che ha preso le redini dell’azienda lo scorso novembre dopo le dimissioni di Ferragni e del socio di maggioranza Paolo Barletta (40%), presenterà assieme al bilancio 2023 anche una situazione patrimoniale aggiornata al 30 novembre 2024, necessaria per procedere con l’aumento di capitale per ripianare le perdite.