Agrofarma e Federbio, siglato un accordo storico per sviluppare agrofarmaci naturali e rafforzare l’agricoltura biologica
Firmato un protocollo d'intesa per incentivare la ricerca su nuovi principi attivi di origine naturale e strumenti di difesa sostenibili, essenziali per il futuro del settore bio in Europa
Agrofarma e Federbio hanno siglato un accordo storico per sviluppare agrofarmaci naturali e rafforzare l’agricoltura biologica, una collaborazione ampia e strategica tra i produttori di agrofarmaci e l'associazione degli agricoltori biologici. Questo è il fulcro del protocollo d'intesa tra Agrofarma e Federbio presentato il 24 febbraio al Sana, il salone dell'agricoltura biologica a Bologna dal 23 al 25 febbraio.
L'accordo tra l'agricoltura biologica e le industrie degli agrofarmaci rappresenta un importante passo avanti. Nell'agricoltura bio, infatti, alcuni strumenti di difesa sono consentiti e utilizzati solo come ultima risorsa, affiancandosi alle pratiche agronomiche e meccaniche adottate in via preventiva dagli agricoltori. Gli agrofarmaci ammessi in questo contesto sono formulati con principi attivi naturali o di origine naturale, come estratti vegetali, rame, zolfo o microrganismi.
«Di fronte alla sfida dei cambiamenti climatici – ha spiegato la presidente di Federbio, Maria Grazia Mammuccini – l'agricoltura bio ha bisogno di rafforzare gli strumenti di difesa naturali sviluppandone di nuovi. Una prospettiva importante anche per perseguire l'obiettivo fissato dal Green Deal del 25% di superfici agricole Ue coltivate con metodi bio».
Un ruolo chiave in questa trasformazione è svolto dai produttori di mezzi tecnici rappresentati da Agrofarma, che forniscono strumenti di difesa sia all'agricoltura convenzionale che a quella biologica. Inoltre, la crescente attenzione alla sostenibilità porterà a un aumento della domanda di molecole a basso impatto per la protezione delle colture.
«Quando serve – ha spiegato il presidente di Agrofarma, Paolo Tassani – anche l'agricoltura biologica può ricorrere agli agrofarmaci, potendo impiegare, a norma del regolamento Ue, un gruppo di sostanze attive, ampiamente utilizzato anche in agricoltura integrata e connotato da un profilo di bassa rischiosità. L'Italia è leader in Europa per agricoltura biologica, ma per far crescere ancora queste superfici dobbiamo mettere in condizione gli agricoltori di trarne un reddito sufficiente. Guardiamo, inoltre, con grande interesse ai produttori bio perché da sempre sono abituati a utilizzare in maniera efficiente ed economica gli strumenti di difesa. Siamo convinti che ricorrere a mezzi tecnici innovativi, ottimizzandone sempre più l'impiego attraverso la tecnologia, sarà una frontiera sempre più importante per l'intera agricoltura».
«Il protocollo di intesa – ha aggiunto la Mammuccini – ha come obiettivo una pressione comune sulle istituzioni perché venga incentivata la ricerca su nuovi principi attivi di origine naturale o strumenti nuovi come i microrganismi. Innovazioni che in futuro possano servire a tutti i produttori agricoli».
«Entrambi siamo infine convinti – ha concluso Tassani – della necessità di iter autorizzativi di nuove molecole e nuovi strumenti di difesa più rapidi. Riteniamo fondamentale sostenere insieme questa richiesta, e non ognuno per conto proprio».