Assonime, rapporto '24: Italia applica raccomandazioni OCSE sulla corporate governance tramite autoregolamentazione, miglioramenti etici possibili
Rapporto Assonime discusso all'incontro con la comunità finanziaria; analizzate le prassi delle società quotate fino a luglio 2023
In Italia, la maggior parte delle raccomandazioni dell'Ocse sulla corporate governance viene implementata tramite autoregolamentazione piuttosto che attraverso leggi. Questo emerge da uno studio comparativo sull'applicazione del Codice di Corporate Governance delle società quotate italiane e i nuovi Principi G20/Ocse, discusso in un incontro organizzato da Assonime con figure di spicco della comunità finanziaria. Il seminario è avvenuto in concomitanza con la pubblicazione del nuovo Rapporto Assonime sulla Corporate Governance, che analizza strutture e pratiche di governance delle società quotate italiane, basandosi sulle relazioni sul governo societario e sulle relazioni di remunerazione disponibili fino a luglio 2023.
L’intero set di raccomandazioni Ocse sulla Corporate Governance è implementato in Italia, totalmente (85%) o parzialmente (15%), si rileva da una indagine sul campo presentata al seminario da Marcello Bianchi, Vice Direttore generale di Assonime. Ed è, appunto, significativo il fatto che nel 61% dei casi la conformità agli indirizzi dell’Ocse è la diretta conseguenza del Codice di Corporate Governance delle società italiane. "Questo accade - ha spiegato Bianchi - perché i principi dell’organismo internazionale relativi alle responsabilità del Consiglio di amministrazione, su cui si è concentrata l’attenzione di Assonime, riguardano standard la cui attuazione è demandata al Codice di Autodisciplina. Quest’ultimo gioca un ruolo significativo anche rispetto alle nuove disposizioni dei Principi G20/OCSE volte a rafforzare l’impegno dei Consigli di amministrazione verso la sostenibilità".
Vi sono comunque aree in cui si possono prendere in considerazione ulteriori miglioramenti del quadro italiano. In particolare, riguardo agli “high ethical standards” raccomandati dall’OCSE. Sebbene la prassi di molte aziende mostri un sostanziale allineamento al principio, manca nel Codice di Autodisciplina un riferimento esplicito alla responsabilità del consiglio rispetto a tali tematiche. Allo stesso modo anche l’invito dell’organismo internazionale a far sì che le attività di lobby siano “coherent with their sustainability-related goals and objectives” è attuato soltanto parzialmente. Anche in questo caso le prassi di molte aziende mostrano un sostanziale allineamento, tuttavia manca nel Codice di Autodisciplina un riferimento esplicito alla responsabilità del consiglio, in particolare con riferimento alle donazioni politiche.
All’incontro, concluso da Stefano Firpo dal Direttore generale di Assonime sono intervenuti tra gli altri: Piergaetano Marchetti (Università Bocconi), Carmine Di Noia (OCSE), Stefano Cappiello (MEF), Chiara Mosca (Consob), Massimo Tononi (Comitato Italiano per la Corporate Governance) e Marco Ventoruzzo (Università Bocconi).