Bancomat, conti in rosso: nel 2023 perdita di 3 milioni; boom dei costi a causa maxi-saldo di 16 mln dovuto a Nexi

Bancomat cambia azionista e chiude il 2023 con una perdita di 3 milioni; ricavi in crescita, ma i costi aumentano anche per il rimborso a Nexi

Bancomat verso la sostituzione del proprio azionista lasciando indietro i vecchi soci con un piccolo rosso. Alessandro Zollo, alla guida del gruppo, pronto ad accogliere la Fsi di Maurizio Tamagnini come primo azionista, ha chiuso il 2023 con una perdita di 3 milioni di euro.

Niente di preoccupante, dato che la cifra è stata interamente coperta tramite la riserva di utili portati a nuovo, che solo nel 2022 ammontavano a quasi 8,5 milioni. A provocare il rosso non è stato un peggioramento del business ordinario, anzi in miglioramento, ma il conto finale da pagare per una vecchia scelta strategica ora definitivamente abbandonata. 

Il business ordinario registra numeri in crescita. I ricavi sono saliti a quasi 52,5 milioni, con le entrate derivanti da PagoBancomat migliorate di quasi 3,7 milioni grazie a un aumento delle transazioni del 9,2% a 2,5 miliardi. 

Le carte in circolazione sono pari a 30 milioni, accettate da oltre 2,5 milioni di pos e 44 mila atm, mentre gli utenti di Bancomat Pay sono saliti a 12,4 milioni. 

Ad abbassare la marginalità è stato il boom dei costi, lievitati del 47% a 46,6 milioni, che ha tagliato l’ebitda a 5,87 milioni e ha prodotto il rosso di oltre 3 milioni. La buona notizia per Bancomat è che dovrebbe trattarsi di un unicum data la natura dell’aumento dei costi. 

All’interno della relazione sulla gestione, visionata da MF-Milano Finanza, viene sottolineato che a luglio 2023 il cda di Bancomat ha optato per proseguire nel progetto di infrastruttura centralizzata con Nexi (con un’intesa formalizzatasi ad aprile 2024 in un contratto pluriennale) e abbandonare definitivamente il vecchio piano stilato nel 2021 per sviluppare una «Piattaforma Hub» e affidato a Sia (poi fusasi con Nexi). 

Il progetto della Piattaforma Hub, si legge nei vecchi comunicati che annunciavano l’accordo, puntava a creare una nuova filiera per i sistemi di pagamento e prelievo Bancomat, PagoBancomat e Bancomat Pay in grado di re-ingegnerizzare e ammodernare i servizi creando le condizioni per abilitare il circuito domestico anche a livello internazionale. Un strada abbandonata, si legge nel bilancio 2023 di Bancomat, per "complessità tecniche ed economiche". 

Tuttavia cambiare percorso non è stato indolore per le tasche di Bancomat, che ha dovuto farsi carico del ristoro delle spese sostenute da Nexi nel corso di questi anni: 16,57 milioni, di cui 5 milioni già versati nel 2022 come acconto. Il saldo finale di 11,57 milioni invece è gravato sul bilancio dell’anno scorso generando il rosso.