Newlat, acquisita Princes dal colosso giapponese Mitsubishi per €820 mln; obiettivo €5 mld di ricavi nel 2030
Il fondatore Mastrolia dopo l'acquisizione: "Dimostrazione che diventare grandi oltreconfine è via percorribile"
Era tutto pronto per il 22 gennaio 2024: la sala per la conferenza stampa nella sede di Borsa Italiana, gli inviti ai giornalisti, le slide per la presentazione del piano industriale al 2030. Il gruppo emiliano Newlat Food avrebbe rivelato alla comunità finanziaria la più grande acquisizione della sua storia. Poi, a quarantottore dall'annuncio, l'improvvisa retromarcia: evento annullato, operazione cancellata, rinculo del titolo a Piazza Affari.
L'appuntamento era però solo rimandato: quattro mesi e una mail più tardi, in settimana Newlat ha davvero trovato l'accordo per comprare per circa 820 milioni di euro la britannica Princes dal colosso giapponese Mitsubishi.
«Il negoziato si era arenato sui dubbi riguardo alle difficoltà economiche del Regno Unito e al loro impatto sui conti di Princes», ricorda Angelo Mastrolia, presidente e fondatore di Newlat. «L'azienda ha invece retto bene, anzi è andata oltre le aspettative nell'ultimo esercizio - prosegue - A quel punto, è bastato un messaggio di posta elettronica al direttore generale di Mitsubishi per riannodare il filo delle trattative».
Il retroscena racconta quanto, al di là delle complicate formule finanziarie, il mondo degli affari viva di rapporti personali e di spirito di iniziativa. Quello che, di certo, non manca a Mastrolia che nella sua carriera imprenditoriale ha dato prova di ferrea volontà di crescita. «Preferirei avere l'1% di un gruppo grande come Nestlé che il 100% di una società familiare come Newlat», ama ripetere. E, passo dopo passo, sta nutrendo la sua aspirazione a suon di acquisizioni. Con quella di Princes, il gruppo arriverà a sfiorare i 3 miliardi di fatturato annuo (quanto Campari), diventando una delle principali aziende alimentare quotate in Europa. E dire che, all'incirca vent'anni fa, tutto è cominciato da un pastificio in Molise, Guacci, e dal sogno tenace di creare un colosso italiano del food.
La trasformazione
Da lì in poi, Mastrolia ha inanellato una lunga serie di operazioni straordinarie, fra cui spiccano l'acquisto di Newlat da Parmalat, propiziato dalle cessione imposta dall'Antitrust ai francesi di Lactalis, e la scalata a Centrale del Latte Italia, lanciata in piena pandemia. L'ultima conquista rappresenta però una svolta nella storia del gruppo che, non a caso, cambierà nome in «New Princes».
La trasformazione sarà anzitutto dimensionale perché Princes ha ricavi più che doppi rispetto a Newlat (circa due miliardi nell'ultimo anno) e possiede il più grande stabilimento di trasformazione del pomodoro in Europa, a Foggia.
Opzione Londra
Il cambiamento riguarderà poi il portafoglio prodotti che si arricchirà di marchi come Napolina, poi Olivio, Crisp'n Dray e Mazola nell'olio, cibi pronti come Crosse & Blackwell e Hunger breaks, succhi di frutta come Jucee. L'operazione sposterà infine il baricentro del bilancio del gruppo che avrà nel Regno Unito il suo primo mercato, responsabile per circa il 60% del fatturato. Un preludio al trasloco oltremanica? «Resteremo un'azienda italiana e non cambieremo la strategia», precisa Mastrolia. «Oggi non è una priorità, ma in futuro non escludiamo una seconda quotazione alla Borsa di Londra», aggiunge, senza nascondere che, come tante altre medie aziende quotate, anche Newlat è stata un po' trascurata dagli investitori a Milano.
Mastrolia rimane però convinto che la permanenza in Borsa sia indispensabile per sostenere una campagna m&a ambiziosa. «Se non fossimo stati quotati, l'operazione Princes non sarebbe stata possibile», osserva. «La presenza in Borsa non solo ci ha accreditato presso Mitsubishi come un'azienda seria e affida-bile, ma ci ha anche consentito di strutturare un'operazione complessa dal punto di vista finanziario».
L'acquisizione di Princes sarà infatti finanziata con risorse proprie di Newlat, un finanziamento soci de 200 milioni e un prestito bancario da 300 milioni concesso da un grupp di banche con capofila Unicredit 6 Bnp Paribas, affiancate da Rabo. bank, Commerzbank, Banco Bpm Bper, e organizzato con ilegali di Bo nelliErede e LCA.
L'affare prevede poi la vendita di un pacchetto di azioni Newlat da 60 milioni a Mitsubishi. Il colosso giapponese diventerà così il secondo socio di New Princes, con il 21,2% del capi tale e il 15,1% dei voti, ma dovrebbe uscire dal capitale nel giro di pocc più di un anno, rivendendo le azion alla famiglia Mastrolia allo stesso prezzo di acquisto di 6,3 euro. Oggi i titoli Newlat ne valgono 8,2 a Piazza Affari, dopo aver guadagnato il 22% nel giro di cinque sedute.
«Da che abbiamo annunciato l'acquisizione di Princes l'interesse del mercato si è risvegliato - osserva
Mastrolia - e contiamo di mantenerlo vivo». Con l'aiuto dell'ex Equita Fabio Fazzari, infatti, Mastrolia è costantemente alla ricerca di prede. «Grazie ai contatti con le banche d'affari il 90% dei dossier alimentari in Europa e in Italia arriva prima o poi sul nostro tavolo - rimarca - Continueremo a esaminarli tutti, scegliendo le acquisizioni più funzionali al nostro obiettivo di raggiungere i 5 miliardi di ricavi nel 2030. Siamo pronti e ambiziosi. Fin qui l'Italia è stata spesso terra di conquista, mentre noi abbiamo dimostrato che crescere all'estero con operazioni rilevanti, diventare più grandi e trasformarsi è una strada percorribile».
Mastrolia non sta perdendo tempo. Nel frattempo, infatti, la holding di controllo di Newlat ha messo un piede nel capitale della svizzera Hochdorf, quotata a Zurigo e specializzata nello sviluppo, produzione e vendita di prodotti a base di latte. Ha rilevato una partecipazione del 10% nella società elvetica finita in tensione finanziaria. «Abbiamo investito attraverso la capogruppo», precisa l'imprenditore che si è candidato a ristrutturare e rilanciare l'azienda in difficoltà.
La governance
Una trasformazione tanto rapida potrebbe portare anche a un cambio nella governance per adeguarla alla nuova taglia e ai nuovi obiettivi. «Raggiungeremo i 5 miliardi di fatturato nel 2030», ricorda Mastrolia che domani presenterà a Milano il nuovo piano industriale di New Princes. Al suo fianco, i figli: Giuseppe, amministratore delegato, e Benedetta, responsabile dell'area investor relation di Newlat Food, nonché il responsabile m&a Fazzari.
«Perseguire un modello di crescita industriale può richiedere che a un certo punto che la famiglia fondatrice faccia un passo indietro - dice - Credo però poco ai manager che vengono dall'esterno, penso piuttosto a persone che crescono all'interno dell'azienda».
Fonte: Il Corriere della Sera Economia