Toscana, nuove imprese avviate nell’ultimo anno grazie a fonti rinnovabili ed export

L'attrazione di investimenti sul territorio toscano è promossa e coadiuvata attraverso lo sportello Invest in Tuscany che si occupa di seguire le aziende nazionali e internazionali intenzionate a venire in Toscana

Presentato a Firenze il Rapporto 2024 di The European House – Ambrosetti in occasione dell’Annual Meeting Invest in Tuscany. Con un prodotto interno lordo pro capite sopra la media nazionale (6,5% in più), un valore aggiunto manifatturiero in crescita rispetto agli ultimi due anni e un’occupazione femminile che sfiora il 70% la Regione Toscana rilancia la propria strategia di attrazione di investimenti esteri in occasione dell’Annual Meeting di Invest in Tuscany, la direzione che da oltre 10 anni lavora direttamente in contatto con la Presidenza per supportare le aziende che vogliono mettere radici sul territorio. Sono in tutto 95 i progetti di investimento che hanno ricevuto assistenza da parte di Invest in Tuscany nel periodo 2018-2022. Tra gli investimenti di rilievo avvenuti nel 2023: Dior, Ecopol e Sorgenia (nuove imprese), Ginko, Marzocco Group, 7-Industries Holding, Valmet Oyi (acquisizioni) e Baker Hughes, Biomerieux, Aboca, Solvay, Verallia, Yachtline (espansioni). L’obiettivo della Regione è attrarre un numero crescente di investimenti esterni (esteri e nazionali) al fine di massimizzare gli effetti positivi diretti ed indiretti sul sistema economico regionale ma soprattutto di attrarre quegli investimenti capaci di contribuire alle strategie socio-economiche di sviluppo sostenibile delineate nel Programma Regionale di Sviluppo. Quattro i principali obiettivi della strategia 2023-25: aumentare la produttività e l'innovazione nel settore imprenditoriale toscano favorendo l’insediamento di nuove attività economiche; sostenere il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile da parte della Toscana, focalizzando le attività di assistenza verso imprese e progetti in grado di apportare benefici economici, ambientali e sociali, promuovere la crescita e lo sviluppo del tessuto imprenditoriale locale attraverso il radicamento delle imprese già localizzate e la creazione di collegamenti tra queste ultime e le PMI toscane, contribuire a migliorare il clima d’investimento locale e nazionale tramite una strutturata attività di ‘public policy advocacy’. La tipologia di investimenti che saranno ricercati: insediamento di nuove attività economiche, sia che si tratti di investimenti ex novo (greenfield) o di investimenti che implichino invece il recupero di un sito produttivo già esistente (brownfield), lo sviluppo delle imprese multinazionali (o domestiche) già presenti in regione attraverso processi di espansione, modernizzazione o co-localizzazione di nuove attività economiche, l’attivazione di partnership di natura industriale tra aziende multinazionali ed imprese toscane, con particolare riferimento alle PMI. Tra i settori target: trasformazione alimentare di alta gamma, scienze della vita (con focus Health e Biopharma), beni di lusso, automazione e robotica, tecnologia verde e blu e mobilità elettrica, carta e tessuti non tessuti, immobiliare, education. I paesi di riferimento: Regno Unito, Spagna, Francia, Germania, Austria, Svizzera, Scandinavia, Benelux in Europa, Stati Uniti, Canada e Giappone extra Europa. I servizi messi in campo da Invest in Tuscany. Marketing (comunicazione, partecipazione a fiere ed eventi, ricerca diretta di investitori, ecc.), informazione (guida agli investimenti, presentazione offerta localizzativa toscana, profili settoriali, informazioni su incentivi, dossier personalizzati, ecc.), assistenza (organizzazione di visite, messa in relazione con i soggetti del territorio di potenziale interesse, accompagnamento nel processo di investimento, iniziative di partnering, attività di aftercare, ecc.), advocacy (identificare le questioni e le sfide che limitano gli investimenti diretti esteri, proporre soluzioni al livello regionale e nazionale). Tra gli strumenti che saranno messi in campo per realizzare gli obiettivi spicca il bando che metterà a disposizione oltre 5,2 milioni di euro attraverso contributi in conto capitale che uscirà nei primi mesi del 2024. L’intervento si propone di incentivare gli investimenti in R&S fino alle fasi di prototipazione e che prevedono un alto grado di innovazione. Tra le premialità previste dal bando: l’apertura in Toscana di una sede operativa stabile (imprese non presenti in Toscana alla data di presentazione della domanda e che vi stabiliscono un’unità operativa stabile entro la data prevista di inizio del progetto), il recupero di aree industriali dismesse (imprese che effettuano interventi di riqualificazione di aree industriali dismesse in cui realizzare le attività previste dal progetto). “Tra gli obiettivi immediati – ha detto il presidente Eugenio Giani nel corso del suo intervento - vorrei sottolineare il bando di prossima apertura in ricerca e sviluppo per l’attrazione di investimenti. Si tratta di un nuovo bando sperimentale, complementare ad altre misure, messo a punto dialogando con Confindustria e altre associazioni, con l’obiettivo di portare nuove attività di ricerca in Toscana e favorire l’insediamento di nuove attività. Si parte con una dotazione di 5 milioni di euro di fondi europei che potrà salire a 10 milioni di euro ed è una scommessa per avere uno strumento in più con cui dialogare e attirare nuovi investitori sul territorio o favorire anche imprese che hanno già qui l’attività produttiva e potrebbero aggiungere la funzione della ricerca. Sarà fondamentale la collaborazione con altri soggetti per diffondere la cultura dell’attrazione, mappare le opportunità nel territorio, creare competenze e favorire il radicamento delle imprese e la valorizzazione delle competenze degli addetti. Stiamo inoltre studiando – ha aggiunto – altre misure come la mappatura di aree industriali dismesse, per favorire l’insediamento di nuove imprese senza aumentare il consumo di suolo, la creazione di un gruppo di lavoro interdirezionale, per velocizzare e semplificare il rapporto tra imprese e Regione e la messa a punto di ‘pacchetti’ di incentivi multimisura che supportino i nuovi insediamenti relativamente a costi di insediamento, ricerca e sviluppo, formazione del personale. Con un possibile punto di approdo di questo lavoro: dotarsi di una legge specifica sull’attrazione, così come fatto in tempi recenti da altre Regioni”. Per la banca dati Crossborder di Bureau van Dijk, nel periodo 2017-2023 la Toscana ha attratto 157 progetti greenfield (nuove imprese) con un CAPEX (investimenti in capitale fisso) che supera i 3 miliardi di dollari e che hanno generato più di 10.000 nuovi posti di lavoro, posizionandosi come la regione italiana in grado di attrarre progetti con il più elevato contributo in termini di occupazione. Riguardo ai progetti di investimento tramite acquisizioni, nello stesso periodo, sono state 161 le operazioni per un valore di 5,6 miliardi di dollari, quinta regione in Italia dopo Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Lazio. Negli ultimi sette anni lo stock di IDE (investimenti diretti esteri) in entrata in Toscana è incrementato mediamente di due decimi di punto percentuale in più rispetto alla media nazionale del 5,4%. “La Toscana è leader in Italia nell’attrazione di investimenti – ha commentato Leonardo Marras, assessore a economia e turismo - e di questo dobbiamo ringraziare Invest in Tuscany per il prezioso lavoro che svolge ormai da più di un decennio. Per mantenere la leadership toscana, migliorandone ancora la competitività, e quindi l'attrattività, uno dei fattori su cui concentrare il nostro lavoro è il sostegno verso la transizione green del sistema produttivo toscano. Le risorse europee messe a disposizione con il Fesr sono in questo senso utili e preziose. Ed i due bandi di prossima uscita, con 125 milioni di euro a disposizione, sono pensati proprio per rafforzare gli investimenti in ricerca e per sostenere l'introduzione di tecnologie innovative e favorire la transizione ecologica”. L’82,4% delle multinazionali in Toscana opera nel settore dei servizi, specialmente commercio, che conta per il 41,5% delle unità locali, seguito per numerosità dal settore degli altri servizi (40,9% delle unità locali), contribuendo in misura relativamente maggiore all’economia delle imprese estere regionali: esso, infatti, conta per il 37,4% dell’occupazione e il 57% del valore aggiunto. Il settore industriale manifatturiero, con solo il 14,5% delle unità locali di imprese estere, rappresenta comunque una quota rilevante, specie in termini di occupazione e creazione di valore: occupa, infatti, il 41,7% dei dipendenti e genera 3,5 miliardi di valore aggiunto e 17,3 miliardi di fatturato, il 31,8% e il 46,4% del totale regionale. I settori che vedono maggiore interesse da parte delle multinazionali in Toscana sono il turismo, il fashion (in particolare il settore della pelletteria e del lusso), il Food and Beverage (in particolare il settore vitivinicolo) ma anche settori tecnologici come Scienze Vita e ICT & Digital Technology. Le 48 grandi unità locali di multinazionali (quelle con un numero di addetti superiore a 249 ed un fatturato annuo maggiore di 50 milioni di euro) contano solo per l’1,7% del totale delle imprese estere in Toscana, ma rilevano notevolmente, sia tra lemultinazionali che tra le grandi unità locali regionali. Con 25.758 dipendenti, rappresentano quasi un terzo dell’occupazione generata dalle grandi. Inoltre, contribuiscono alla creazione di 6,8 miliardi di valore aggiunto, oltre il 60% di quanto generato dalle grandi, e di 17,9 miliardi di fatturato, pari a quasi la metà del fatturato delle imprese estere nella regione. La produttività poi è nettamente superiore a quelle delle multinazionali italiane presenti in regione (264 mila per addetto contro 108 mila), con un indicatore addirittura undici volte superiore a quella delle imprese indipendenti.