Gruppo LU-VE, lieve crescita del fatturato a €460 mln (+0,7%) nei primi 9 mesi; Liberali: "Dopo anno record grande soddisfazione"

Il Consiglio di amministrazione di LU-VE Spa, riunitosi in data odierna, ha approvato i risultati consolidati al 30 settembre 2022

Alla fine del mese di settembre il fatturato prodotti del Gruppo LU-VE ha chiuso in leggera crescita (+0,7%), per un valore totale di €460,0 milioni, con un terzo trimestre che ha visto un calo delle vendite del 3,4%, rispetto allo stesso periodo del 2022. Il portafoglio ordini alla fine del mese di settembre è stato di €172 milioni, in contrazione dell’8,3% rispetto al trimestre precedente, in quanto i clienti, avendo maggiore certezza sulle tempistiche, stanno tornando ad emettere ordini più in prossimità delle date di consegna.

Questi i risultati consolidati al 30 settembre 2023 approvati in data odierna dal Consiglio di amministrazione di LU-VE spa. 

“L’incremento del fatturato prodotti realizzato nei primi nove mesi del 2023, si inserisce in un andamento delle vendite del Gruppo che dal 2018 ha fatto registrare crescite importanti, malgrado le turbolenze del contesto generale. Questo risultato è di grande soddisfazione, anche perché viene dopo un anno record come il 2022 ha dichiarato Matteo Liberali, Presidente e CEO di LU-VE Group - Conferma la bontà della strategia perseguita nella costruzione di un business model che si basa sulla diversificazione delle applicazioni dei prodotti in settori dagli andamenti non correlati. Conferma anche la dedizione e l’impegno di tutti i nostri collaboratori. A loro va il mio grazie”.

I risultati reddituali 

Il Margine Operativo Lordo (EBITDA) è stato di €61,2 milioni (13,2% dei ricavi) rispetto a €59,6 milioni (12,7%) dei primi 9 mesi del 2022. LEBITDA adjusted è pari a €62,5 milioni (€62 milioni al 30 settembre 2022). La variazione dell’EBITDA adjusted rispetto all’EBITDA dei primi 9 mesi 2022 (+ €0,5 milioni) è generata per €2,2 milioni dall’aumento dei prezzi di vendita, per €2,3 milioni dal decremento netto nei costi delle principali materie prime e degli altri costi della produzione, al netto di €1,9 milioni legati alla riduzione parziale delle scorte di sicurezza e di €2,1 milioni legati all’effetto volume e al cambiamento del mix di prodotti.

Il Risultato netto del periodo è di €27,2 milioni (5,9% dei ricavi), rispetto a €45,4 milioni dei primi 9 mesi del 2022 (9,7% dei ricavi). Applicando l’effetto fiscale ai costi non rientranti nella gestione ordinaria (€1,3 milioni) e all’effetto netto della variazione negativa del fair value dei derivati e dell’impatto del costo ammortizzato (€1,4 milioni), il risultato netto dei primi 9 mesi del 2023 (“Risultato netto del periodo “adjusted”) sarebbe stato pari a €29,2 milioni (6,3% dei ricavi), rispetto a €31,1 milioni (6,7% dei ricavi) al 30 settembre 2022.

I mercati geografici 

Alla fine del mese di settembre si è registrato un calo delle vendite del 3% nell’Unione Europea per un valore complessivo di €346,5 milioni, che ne ha ridotto l’incidenza sul totale delle vendite al 75,3%.
Germania e Francia si confermano come primi mercati di esportazione del Gruppo, mentre l’Italia, in leggera crescita, incide poco oltre il 20% sul totale.

Molto positive le performance realizzate negli Emirati Arabi Uniti, mentre le difficoltà del mercato delle asciugabiancheria hanno fortemente penalizzato i risultati di Polonia e Repubblica Ceca.

I ricavi di vendita relativi ai primi 10 clienti rappresentano complessivamente una percentuale del fatturato pari al 31,3% (in riduzione rispetto al dato a giugno 2023) con il principale cliente che rappresenta solo il 4,8% del totale delle vendite del Gruppo (rispetto a 5,5% a giugno 2023).

Evoluzione prevedibile della gestione 

Nell’ultima parte del trimestre, il mercato delle pompe di calore ha subito un improvviso e inatteso rallentamento della domanda. Questo fenomeno, in un settore che sta vedendo in tutta Europa investimenti massici per la creazione di capacità produttiva addizionale da parte di tutti i principali attori del mercato, appare temporaneo e principalmente riconducibile a tre fattori congiunturali: incertezze normative sugli incentivi in diversi paesi dell’Unione Europea, andamento del prezzo comparato di gas ed energia elettrica, aumento delle scorte di prodotto finito lunga tutta la filiera.

Conseguentemente il Gruppo prevede un impatto sulle vendite degli scambiatori di calore per questa applicazione, almeno per i prossimi due trimestri. Tuttavia tutti gli operatori del settore sono concordi nel ritenere che si tratti di un rallentamento temporaneo e mantengono aspettative molto positive nel medio periodo in quanto la sostituzione delle caldaie a gas con la tecnologia delle pompe di calore rappresenta uno dei capisaldi delle politiche del programma “Repower UE” e (unitamente a renewables, EVs e batterie) una delle “clean energy technologies” determinanti per il raggiungimento degli obiettivi di “net zero emissions”, come chiaramente appare dal recente rapporto di IEA (International Energy Agency) “World Energy Outlook 2023”.

Un segmento di mercato dove ci si attendono nei prossimi mesi importanti crescite di fatturato e portafoglio ordini è quello dei data center, in conseguenza della rapida espansione del cloud computing e di tecnologie emergenti come l'intelligenza artificiale, l'Internet delle cose e la blockchain che richiedono infrastrutture più avanzate e scalabili.

In uno scenario macroeconomico in deterioramento a livello globale e caratterizzato da elevata incertezza, il Gruppo lavora con grande impegno e determinazione per preservare la redditività, anche in presenza di una più ampia volatilità dei risultati attesi in termini di fatturato e prevede un ultimo trimestre nel complesso delle grandezze economico finanziarie sostanzialmente in linea con il corrispondente periodo del 2022.