Stabilimento Blutec Termini Imerese, 2 cordate per l’acquisto; €105 milioni i contributi per riassumere i 600 lavoratori
Scaduto il termine prorogato il 12 settembre per le proposte: resta l'offerta di Pelligra e torna quella prepandemica di Consorzio Sud
Gli impianti ex Fiat passati alla Blutec, ora commissariata, di Termini Imerese in provincia di Palermo, sono al centro delle valutazioni del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
È infatti scaduto il termine, prorogato lo scorso 12 settembre, per presentare nuove proposte di acquisto.
Nonostante le indiscrezioni dei giorni scorsi, sul tavolo sono due le proposte pervenute: resta l'offerta di Pelligra e torna quella di Consorzio Sud, già presentata prepandemia.
Quindi, dal gruppo ucraino dell'acciaio Alumeta di Serjey Shapram, si parlava di 50 milioni di euro per la realizzazione di un impianto di produzione di componenti di alluminio, non si concretizza nessuna domanda.
Sembra che la richiesta di proroga dei tre commissari di Blutec commissariata, concessa dal Ministero, avrebbe fatto saltare i piani di investimento.
Una domanda neanche dall’Italvolt di Lars Carlstrom, in merito al quale si ventilava una gigafactory in provincia di Palermo, dopo il fallito tentativo a Torino e gli incontri istituzionali intercorsi a Palermo.
L’interesse dell’imprenditore è comunque certo, anche mirato ad investimenti al di fuori della ex Fiat.
La mancata partecipazione dell’Italvolt sembra dovuta al vincolo previsto dal bando, di assunzione immediata dei 600 dipendenti dello stabilimento.
La proposta vincente avrà comunque contributi per 105 milioni di euro necessari anche per la riassunzione del personale.
Il soggetto offerente dovrà, inoltre, garantire due anni di attività degli stabilimenti, il mantenimento dei livelli occupazionali, il rispetto del piano industriale.
Più nel dettaglio, ricordiamo come la prima delle offerte è già nota da tempo, proviene dall'imprenditore italoaustraliano Ross Pelligra, mira ad una riqualificazione immobiliare dell'area e non solo.
La proposta di Consorzio Sud, invece, sembra più basata sui parametri dell’economia circolare, del riuso e del riciclo.