Icch presenta “Corporate activism: un’opportunitá per il cambiamento sociale o solo una strategia di business?”
Miccio, Presidente EMERGENCY: “Le aziende possono essere un motore sociale. Tra le priorità delle imprese nella ricerca emerge la qualità dell’accesso alle cure”
Presentata la Ricerca “Corporate Activism: un’opportunità per il cambiamento sociale o solo una strategia di business?” Prodotta dall’International Corporate Communication Hub (www.icch.it) in collaborazione con l’Università IULM. Ad aprire l’evento, Pierangelo Fabiano, Segretario Generale ICCH: “Il corporate activism diventa sempre più importante per le aziende, che hanno la possibilità di dimostrare il loro coinvolgimento e l'impegno in attività di sfondo sociale e ambientale. Il fenomeno non solo permette alle aziende di dimostrare i propri valori, ma dimostra anche l'attenzione che viene data alle aspettative dei consumatori di oggi, sempre più orientati verso la responsabilità sociale delle aziende. Parlare di corporate activism non significa solo abbracciare iniziative socialmente responsabili, ma anche di garantire che tali iniziative siano autentiche, coerenti con i valori dell'azienda e supportate da azioni concrete. E’ in questo contesto che come International Corporate CommunicationHub abbiamo voluto apportare il nostro contributo sul tema, analizzando le strategie per comunicare e veicolare le proprie attività in ambito sociale grazie agli esempi concreti delle aziende che hanno preso parte al dibattito.” Sono intervenuti: Cristina Camilli, Direttore Relazioni Istituzionali, Comunicazione e Sostenibilità Coca-Cola Italia e Albania; Daniela Fatarella, Direttrice Generale di Save the Children Italia; Rossella Miccio, Presidente EMERGENCY; Simona Panseri, Director Corporate Communication and Public Affairs, Southern Europe Google; Stefania Romenti, Coordinatrice Comitato Accademico ICCH e Professoressa di comunicazione strategica e sostenibilità Università IULM; Stefano Tassone, Head of Group Communications Mediobanca. Daniela Fatarella, Direttrice Generale di Save the Children Italia, ha dichiarato nel corso del suo intervento: “In un momento storico caratterizzato da poli-crisi, una serie di shock interconnessi e sovrapposti, le cui conseguenza sono devastanti, è fondamentale, per le organizzazioni come Save the Children, puntare a cambiamenti duraturi che generino impatto su scala e che, pertanto, necessitano di un approccio multi-stakeholder. Partnership aziendali di valore di lungo periodo sono determinanti per garantire la sostenibilità dei nostri interventi e sempre maggiore è l’attenzione delle aziende alla responsabilità sociale quale strumento per un cambiamento duraturo e sostenibile. Ecco perché riteniamo che Organizzazioni come la nostra possano lavorare efficacemente per costruire una cultura che rappresenti un percorso di consapevolezza in cui il mondo profit possa rivedere in modo innovativo i propri modelli di business per creare benessere, inteso quest’ultimo come attenzione rivolta alle persone, al territorio e alle comunità di riferimento. Noi vogliamo prenderci cura dell’investimento di lungo periodo più importante: l’infanzia. E vogliamo riportarlo al centro delle decisioni politiche, nazionali e internazionali. Perché senza bambini e bambine consapevoli, capaci di coltivare i propri talenti, senza un ascolto partecipato delle loro idee, dei loro progetti, dei loro bisogni, non c’è futuro. Il ruolo del profit in questo scenario è dirimente, anche perché solo investendo nel “capitale umano” oggi, possiamo generare sviluppo economico e giustizia sociale nel futuro.” Rossella Miccio, Presidente EMERGENCY: “EMERGENCY crede che le aziende possano essere un motore sociale. Siamo felici di leggere che tra le priorità delle imprese che hanno partecipato al sondaggio c’è la qualità dell’accesso alle cure. Inoltre crediamo che l’approccio value-driven, che è stato individuato nella ricerca per l’attivismo sociale, sia un elemento fondamentale perché nel momento in cui si decide di intervenire a favore di una causa lo si fa perché i valori di un progetto sono condivisi. È in questo modo che si può diventare parte attiva di un percorso di cambiamento. Un esempio concreto per EMERGENCY è l’ospedale in Uganda costruito e aperto grazie all’impegno di diversi attori tra cui anche 37 piccole e medie imprese italiane, e ora punto di riferimento per tutta l'Africa.”