Mediobanca, varata la lista del Cda con 15 nomi: Pagliaro Presidente, Nagel Ceo e 4 new entry; fumata nera sulla lista unica

Direttore generale Francesco Saverio Vinci e quattro nuovi nomi: Vilà Voix, Laura Penna, Marco Giorgino e Mana Abedi; respinte le controproposte avanzate da Delfin e Caltagirone

Approvata la lista per il rinnovo del vertice di Mediobanca del prossimo 28 ottobre. 

Sono 15 i nomi della formazione, due terzi dei quali amministratori in scadenza. Per oltre la metà la rosa è costituita da Consiglieri uscenti al fine, come spiega la relazione rilasciata dalla Banca, di "assicurare stabilità ed efficacia alla gestione aziendale". Altro obiettivo, quello di incrementare il livello di diversità e di esperienza con una maggior presenza di profili internazionali (passati da 3 a 6) ed esprimere competenze specialistiche e diversificate in materia di rischi bancari. 

Tra le conferme il Presidente Renato Pagliaro, il Ceo Alberto Nagel e il direttore generale Francesco Saverio Vinci. Quattro new entry invece ai vertici; si tratta di Vilà Voix (Coo di Telefonica), Laura Penna (Manager di Solo Banca, Unicredit e Fineco), Marco Giorgino (docente del Politecnico e consigliere di Mps) e Mana Abedi (Ubs). Gli altri nomi sono quelli di Laura Cioli, Valérie Hortefeux, Vittorio Pignotti Morano e Maximo Ibarra. 

Ufficializzata anche dal board la respinta delle contrapposte avanzate da Delfin e Francesco Gaetano Caltagirone (soci rispettivamente al 20 e 10%) su un'eventuale rosa unica. Delfin e Caltagirone avevano manifestato la loro volontà di nominare un'altra figura al posto di Pagliaro e avevano chiesto la sostituzione di 8 consiglieri. Altro nodo poi l'Accordo collaborazione / patto di non belligeranza” contenente una serie di impegni per Delfin, tra i quali quello sostenere il piano industriale, di votare per una sola lista, non agire contro il cda e i suoi membri o in conflitto di interessi, non aumentare la propria quota azionaria (che vale a dire per Delfin non salire sopra il 19,8% attuale, nonostante la finanziaria abbia richiesto alla BCE la possibilità di crescere) o cederne parte a chi potrebbe superare il 5%. La rottura delle trattativa sarebbe anche nata dal fatto che le richieste avanzate da Delfin avrebbero dato alla holding un'influenza notevole sulla banca. 

In vista della scadenza del 3 ottobre Delfin sta valutando se presentare una lista corta o lunga, e se dunque assicurarsi l'ingresso in cda di due consiglieri riservati alla minoranza oppure se sommare il 10% in mano a Caltagirone e a qualche altro azionista per imporre la lista Delfin in assemblea piazzando tutti e sette in consiglieri.