Caro benzina, Furio Truzzi (Assoutenti): "€ 7 in più per un pieno in 3 mesi"

I prezzi della benzina continuano a salire. Il Presidente di Assoutenti, Furio Truzzi: "Per un pieno si spendono € 7 in più rispetto a 3 mesi fa. Si tratta di una speculazione che coinvolge tutta la filiera dei carburanti"

Sembrano non cessare gli aumenti vertiginosi della benzina che, come affermato dal presidente degli Assoutenti, Furio Truzzi: "In appena tre mesi un pieno di benzina costa in Italia quasi 7 euro in più, per il gasolio la cifra arriva a 10 euro. Siamo in presenza di una evidente speculazione che coinvolge tutta la filiera dei carburanti".

Il presidente si era già espresso qualche settimana fa sulla richiesta di una maggiore trasparenza che tutelasse il consumatore:

“Il vero problema dei prezzi dei carburanti si insinua nella fase che va dall’acquisto del petrolio alla sua raffinazione fino alla vendita di benzina e gasolio alla pompa. Passaggi in cui si accumulano ricarichi ingiustificati che generano enormi extra-profitti per società petrolifere e intermediari e fanno crescere il prezzo ai distributori, e su cui manca del tutto trasparenza".

Truzzi prosegue dicendo che riguardo gli extraprofitti ricavati dai prezzi più alti di benzina e gasolio "il Governo può e deve abbassare le accise, perché il rischio concreto è quello di un effetto domino con rincari a cascata sugli alimentari e su tutti i beni trasportati, con conseguenze pesantissime sui redditi delle famiglie e sui consumi degli italiani".

Un aumento che sembra essere accompagnato da un’impennata drammatica dei prezzi di elettricità e gas che da inizio agosto risultano essere pari a 43 euro al megawatt/ora sul mercato di Amsterdam con un rincaro dell’8% rispetto alla data di ieri, 21 agosto, e di ben il 60% da inizio agosto.

Ma ad alzare i prezzi questa volta non sembra colpevole la guerra in Ucraina, o almeno non direttamente; infatti, a spingere le quotazioni sono i possibili scioperi che potrebbero avvenire in Australia con la potenziale interruzione di forniture globali di gas naturale liquefatto a cui l’Europa fa affidamento per compensare la diminuzione dei flussi via gasdotto provenienti dalla Russia. L’aumento infatti sembra essere stato innescato proprio dalla notizia secondo cui i lavoratori di importanti impianti Gnl in Australia starebbero organizzando uno sciopero per ottenere salari più alti.