Brembo, il titolo cade. Il mercato fiuta un transformational deal (fusione con Pirelli?) e teme un aumento di capitale
Con la sede legale in Olanda, il gruppo potenzia il voto maggiorato per agevolare la crescita anche tramite acquisizioni. Gli analisti puntano su una fusione con Pirelli, la più avvantaggiata. Mediobanca Securities assicura: anche in caso di un consistente aumento di capitale a fronte di un transformational deal, la famiglia Bombassei manterrà il controllo di Brembo
Titolo Brembo in caduta libera a Piazza Affari all'indomani dell'annuncio che la società trasferirà entro fine anno la sede legale in Olanda, mossa che potenzia il voto maggiorato per agevolare la crescita anche tramite acquisizioni. Il titolo perde il 5,49% e scivola a quota 13,61 euro (minimo intraday a 13,26 euro).
Nell’assemblea del 27 luglio verrà votato il trasferimento della sede legale in Olanda; quella fiscale resterà in Italia, la struttura operativa non cambierà e le azioni continueranno a essere quotate sul mercato Euronext Milan di Borsa Italiana. L’obiettivo? Rendere la struttura del capitale più flessibile, potenziando il voto maggiorato, per agevolare la crescita tramite acquisizioni pagate in carta o un vero transformational deal (cioè opportunità di crescita esterna anche di dimensioni rilevanti che possano portare ad aumenti di capitale). In passato, si ricorda, Brembo aveva affermato l’intenzione di perseguire opportunità nel mondo dell’elettronica, ma tale strada è stata smentita durante la conference call sui risultati 2022.
Prezzo del recesso a sconto del 10%
Il prezzo del recesso è stato fissato a 13,096 euro per azione (media dei 6 mesi precedenti all’annuncio), a sconto del 10% rispetto al prezzo di mercato. Il periodo per l’esercizio dura fino ad agosto. Come prassi le azioni oggetto di recesso verranno offerte in prelazione agli azionisti e successivamente a terzi. La condizione da rispettare è che il recesso non superi 200 milioni di euro (equivalente al 4,6% del capitale); qualora Brembo acquistasse l’ammontare massimo, la struttura finanzia resterebbe solida (rapporto debito/ebitda 2023 di 9 0,9 volte). Ulteriore flessibilità è garantita dalla controllante Nuova FourB della famiglia Bombassei che si impegna a rilevare fino a 50 milioni di euro (1,1% del capitale).
Mossa per acquisire altre società complementari?
«Concordiamo nel ritenere che ciò aumenti la flessibilità strategica; non essendoci target dichiarati riteniamo che Brembo possa acquisire altre società complementari, come J.Juan», azienda spagnola attiva nello sviluppo e nella produzione di sistemi frenanti per motociclette, «e SBS Friction», azienda danese, che produce pastiglie freno in materiali sinterizzati e organici per motociclette, già acquisite al 100%, «per accelerare la transizione verso il system provider», commenta Equita Sim.
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O per un merger con Pirelli?
L’alternativa? Un’aggregazione con Pirelli ( Brembo detiene il 6% del capitale, titolo -1,87% a 4,40 euro in borsa), sia tramite acquisizione sia tramite conferimento di azioni in una nuova entità (fusione in stile Fca-Psa), ipotizza un analista che preferisce mantenere l’anonimato. Un’operazione che ha senza dubbio alcune chance alla luce degli acquisti (anche recenti) di azioni Pirelli da parte di Brembo oltre che, precisa l’esperto, per alcuni dettagli: la dimensione di Pirelli non permetterebbe un acquisito solo in cash per Brembo e quindi sarebbe necessario un aumento di capitale; la volontà di ampliare la gamma di prodotti da parte di Brembo; la forte identità italiana e storica presenza in Italia. Comunque, conclude l’analista, una fusione non creerebbe valore per Brembo alla luce di alcuni elementi: «le sinergie sarebbero limitate, la possibile applicazione di uno sconto per la diversificazione e la differente valutazione dei due titoli (premio a favore di Pirelli?).
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Poco valore e aumento di capitale in vista
L’ufficio studi di Intesa Sanpaolo (buy e target price a 16,5 euro su Brembo) pensa che Pirelli rappresenti una delle più grandi opportunità di crescita esterna nel medio termine. Al momento, comunque, «evidenziamo che una potenziale fusione alla pari con Pirelliimplicherebbe ancora la presenza dei cinesi di Sinochem, la cui quota si ridurrebbe attorno al 18%, secondo i nostri calcoli, nell’azionariato del nuovo gruppo», precisa l’ufficio studi di Intesa Sanpaolo.
Anche per Banca Akros la mossa è finalizzata a facilitare operazioni di M&A anche attraverso l'emissione di nuove azioni; il presidente esecutivo Tiraboschi ha dichiarato che l'Italia rimarrà una priorità strategica. In ogni caso, «riteniamo che Pirelli rimanga l'obiettivo più probabile di un'eventuale fusione e acquisizione. La notizia è per noi quasi neutrale perché riteniamo improbabile lo scenario di un aumento di capitale», afferma Banca Akros (rating neutral e target price a 13,50 euro).
Mediobanca Securities assicura: la famiglia Bombassei manterrà il controllo
Ma anche in caso di un consistente aumento di capitale a fronte di un transformational deal, stima Mediobanca Securities, i principali azionisti di Nuova FourB (famiglia Bombassei) dovrebbero essere in grado di mantenere il controllo della società. Infatti, «secondo i nostri calcoli, ad oggi l'azionista principale Nuova FourB detiene il 53,6% della società e circa il 70% dei diritti di voto. Nell'ipotesi che il trasferimento ad Amsterdam venga concluso, abbiamo calcolato che i diritti di voto di Nuova FourB passeranno al 78% (53,6% di azioni possedute, triplo diritto di voto). Ci aspettiamo una certa volatilità del titolo dopo l'annuncio del trasferimento. Rating neutral confermato», afferma la banca d’affari.
Insomma, concorda Equita, è inevitabile pensare alla fusione con Pirelli, «che confermiamo di ritenere più positiva per Pirelli: stimiamo che col voto x3 la famiglia Bombassei possa avere oltre il 40% dei diritti di voto della combined entity a prescindere dal concambio», valuta la Sim che sul titolo Brembo mantiene un rating buy e un target price a 17,2 euro. Il diritto di voto maggiorato per gli azionisti di lungo periodo, attualmente già in vigore in Italia con voto doppio per chi detiene le azioni per due anni (infatti la famiglia Bombassei detiene il 53,5% del capitale e il 69,7% dei voti) viene ulteriormente rafforzato: 1 voto in più per ogni anno in cui si risulta iscritti nel registro Loyalty fino a 9 voti aggiuntivi per azione; 1 voto addizionale per chi è già iscritto nel registro o che lo sarà entro la data del periodo di recesso, con efficacia dal giorno in cui sarà finalizzato il trasferimento. In pratica, alla conclusione dell’iter, la famiglia Bombassei potrebbe avere il 77% dei diritti di voto, assumendo zero recesso e che nessuno ottenga il voto aggiuntivo, valuta Equita.