Rai, Fuortes si dimette da ad: "Nell'interesse dell'azienda rimetto il mandato". Lo aspetta il teatro San Carlo di Napoli come anticipato dal GdI

Carlo Fuortes si dimette motivando così la sua scelta: "Prendo atto che non ci sono più le condizioni per proseguire il mio lavoro di amministratore delegato". Come anticipato dal Giornale d'Italia pronto il tandem Sergio-Rossi per sostituirlo

Carlo Fuortes si dimette da ad Rai. È ufficiale, l'ormai ex amministratore delegato ha motivato così la sua scelta: "Nell'interesse dell'azienda rimetto il mandato. Prendo atto che non ci sono più le condizioni per proseguire il mio lavoro di amministratore delegato". Lo aspetta il teatro San Carlo di Napoli come ha già anticipato il Giornale d'Italia.

Rai, Fuortes si dimette da ad: il comunicato

Carlo Fuortes lascia la Rai. Le dimissioni sono ormai ufficiali considerando anche che è previsto un cambio dei vertici dell'azienda da parte del governo Meloni. Il 63enne romano che si prepara a sbarcare al Teatro San Carlo di Napoli, ha notificato l'addio al al Ministro dell'Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti.

"Da decenni lavoro nell'amministrazione pubblica e ho sempre agito nell'interesse delle istituzioni che ho guidato, privilegiando il beneficio generale della collettività rispetto a convenienze di parte", ha poi aggiunto.

"Nel primo anno di lavoro del nuovo Consiglio di Amministrazione con il governo Draghi il Cda ha raggiunto grandi risultati per l'Azienda. Per citarne solo alcuni: nuovi programmi e palinsesti che hanno portato tra l'altro a un evidente rilancio di Rai2, la trasformazione organizzativa per Generi, un Piano immobiliare strategico che si attendeva da decenni, un rilevante potenziamento di RaiPlay e dell'offerta digitale".

"Dall'inizio del 2023 sulla carica da me ricoperta e sulla mia persona si è aperto uno scontro politico che contribuisce a indebolire la Rai e il Servizio pubblico. Allo stesso tempo ho registrato all'interno del Consiglio di amministrazione della Rai il venir meno dell'atteggiamento costruttivo che lo aveva caratterizzato, indispensabile alla gestione della prima azienda culturale italiana. Ciò minaccia di fatto di paralizzarla, non mettendola in grado di rispondere agli obblighi e alle scadenze della programmazione aziendale con il rischio di rendere impossibile affrontare le grandi sfide del futuro della Rai. Il Consiglio di Amministrazione deve deliberare, nelle prossime settimane, i programmi dei nuovi palinsesti ed è un dato di fatto che non ci sono più le condizioni per proseguire nel progetto editoriale di rinnovamento che avevamo intrapreso nel 2021".

"Non posso, pur di arrivare all'approvazione in CdA dei nuovi piani di produzione, accettare il compromesso di condividere cambiamenti - sebbene ovviamente legittimi - di linea editoriale e una programmazione che non considero nell'interesse della Rai. Ho sempre ritenuto la libertà delle scelte e dell'operato di un amministratore un elemento imprescindibile dell'etica di un'azienda pubblica. Il mio futuro professionale - di cui si è molto discusso sui giornali in questi giorni, non sempre a proposito - è di nessuna importanza di fronte a queste ragioni e non può costituire oggetto di trattativa. Prendo dunque atto che non ci sono più le condizioni per proseguire il mio lavoro di amministratore delegato. Nell'interesse dell'Azienda, ho comunicato le mie dimissioni al Ministro dell'Economia e delle Finanze", ha concluso.

Per la Rai pronto il tandem Sergio-Rossi in sostituzione di Fuortes

Per un Fuortes che se ne va, sono pronti ad arrivare due nomi per prendere il posto dell'ex amministratore delegato. Come anticipato dal Giornale d'Italia, Roberto Sergio, direttore di Radio Rai e Giampaolo Rossi dovrebbero comporre il tandem che guiderà i vertici Rai. Il primo sarà affiancato da Rossi che rivestirà i panni del direttore generale destinato poi ad assumere la guida dell'azienda nel prossimo mandato.

Le emergenze più impellenti riguardano i palinsesti autunnali, la cui presentazione è stata rinviata a luglio: c'è da decidere il futuro di Fabio Fazio, che ha il contratto in scadenza e viene da molti dato in uscita, al contrario di Pino Insegno che è in procinto di arrivare.

L'obiettivo del centrodestra è rinnovare tutta la programmazione, dall'intrattenimento alla fiction, nella linea di un cambiamento della narrazione del paese, eliminando trasmissioni e derive che sono state criticate negli ultimi anni dai partiti dell'attuale maggioranza.