Uzbekistan, nuovo partner strategico dell'Italia in Asia Centrale: in affari con Danieli, FinOpera e Italmatec

L'Uzbekistan possiede un’ampia base di risorse e un’economia in rapido sviluppo: l’Italia deve capitalizzare grazie ai rapporti bilaterali trentennali

Da quando è stata proclamata Capitale Mondiale del Turismo 2023, l’antica città uzbeka di Samarcanda si sta preparando a ospitare la 25esima Assemblea Generale dell’Organizzazione mondiale del turismo delle Nazioni Unite (UNWTO) a ottobre di quest’anno.

Samarcanda è una città coeva di Roma, sede di alcuni dei siti più straordinari dell'architettura islamica dell'Uzbekistan. Probabilmente il primo “turista” italiano in Uzbekistan fu il mercante veneziano Marco Polo che visitò Samarcanda, Bukara e altre città dell’Asia centrale durante il suo famoso viaggio in Cina nel tredicesimo secolo.

L’Uzbekistan è un dinamico paese dell’Asia centrale che ha fatto parte dell’Unione Sovietica per buona parte del Novecento e ha ottenuto l’indipendenza dopo la sua dissoluzione nel 1991. Per oltre un quarto di secolo l’Uzbekistan è stato governato col pugno di ferro dall’ex presidente Islom Karimov che aveva puntato sull’isolazionismo in politica estera e sul protezionismo in economia. Gli investitori stranieri non erano benvenuti. Lo stato decideva a chi permettere di fare investimenti, a quali condizioni e in quale ambito. Il governo stabiliva il tasso di cambio della valuta locale obbligando gli investitori stranieri a convertire i propri ricavi al tasso di cambio ufficiale, gonfiato.

La situazione è cambiata quando l’attuale presidente dell’Uzbekistan, Shavkat Mirziyoyev, è salito al potere alla morte di Karimov nel 2016. Mirziyoyev, che era stato primo ministro sotto Karimov per oltre 10 anni, ha stupito in tanti lanciando un ambizioso programma di riforme. Ha liberalizzato in modo drastico la politica interna, tolto le restrizioni al tasso di cambio, semplificato le norme riguardanti il commercio estero, eliminato le barriere amministrative per gli investitori stranieri, modernizzato le infrastrutture locali e promosso il turismo.

Il paese è riuscito ad abolire il lavoro forzato, che era una vecchia eredità dell’epoca sovietica, ma ha ancora molta strada da fare nella lotta alla corruzione. La costruzione del “Nuovo Uzbekistan”, come lo chiamano le autorità del paese, viene effettuata con la partecipazione di esperti occidentali che hanno contribuito a sviluppare il programma delle riforme.

L’anno scorso l’Uzbekistan ha festeggiato 30 anni di relazioni diplomatiche con l’Italia. L’interscambio tra i due paesi sta crescendo, essendo aumentato del 41% solo nei primi dieci mesi del 2022. Uno dei principali promotori dei legami bilater

ali tra i due stati è stato l’ex Sottosegretario agli Affari Esteri italiano Manlio Di Stefano che ha visitato il paese più volte. Come ha spiegato Di Stefano, "l’Italia può essere un partner strategico nell’espandere il potenziale industriale e commerciale dei paesi nella regione ben oltre il tradizionale settore degli idrocarburi. Agroalimentare, macchinari industriali ed energie rinnovabili sono i settori che offrono le prospettive più interessanti per le aziende italiane. Grazie all’agenda “verde” del paese, in Uzbekistan ci sono delle opportunità importanti per settori come l’energia, la chimica, l’informatica, le infrastrutture e i trasporti, la modernizzazione dei quali è considerata una priorità da tutti i paesi della regione".

Molte aziende italiane hanno già cominciato a operare con successo in Uzbekistan. Danieli ha partecipato alla costruzione e all’equipaggiamento dello Stabilimento Metallurgico di Tashkent e sta portando avanti un progetto per la creazione di un complesso di fusione e laminazione a Bekabad.

Nel settore agricolo FinOpera è impegnata nella creazione di piantagioni di zafferano nel paese, mentre nel settore delle costruzioni l’Uzbekistan sta producendo pannelli in partnership con Italmatec. Il nuovo e ultramoderno Technopark, situato nella capitale, Tashkent, ospita aziende che usano tecnologie di imprese come Pietro Fiorentini e Ferroli.

I due paesi hanno anche concertato il lavoro a sostegno dell'innovazione e dell'imprenditoria giovanile e stanno valutando il lancio di un programma congiunto per sostenere le start-up giovanili in Uzbekistan. Anche la collaborazione nel settore della sanità non è passata inosservata. Secondo gli esperti, l’Italia ha una ricca esperienza nel campo del turismo medico, mentre l’Uzbekistan ha grandi potenzialità per svolgere un ruolo primario nella medicina in Asia centrale.

L’Uzbekistan offre una serie di promettenti opportunità alle imprese italiane. Possiede un’ampia base di risorse e un’economia in rapido sviluppo, nonché una popolazione di circa 36 milioni giovane e in crescita dinamica. Le antiche città del paese, come Samarcanda, Bukhara e Khiva, per citare le più famose, hanno attratto un numero crescente di turisti grazie alle bellezze naturali e all’architettura.

L’industria dei viaggi è stata gravemente colpita dalla pandemia di COVID-19, però il numero dei turisti che visitano il paese sta crescendo costantemente e si prevede che quest’anno supererà il picco pre-pandemia. In risposta il paese si è affrettato a restaurare e ricavare profitti dall’antica eredità culturale uzbeka, un settore nel quale l’Italia possiede un know-how riconosciuto in tutto il mondo.

Per citare un esempio dell’attuale collaborazione, lo studio di architettura Grace di Milano è stato incaricato di ristrutturare un edificio in stile modernista a Tashkent. L’equipe italiana ha sviluppato un nuovo progetto dell’edificio che, al completamento previsto per il 2023, incorporerà un centro culturale e un dipartimento internazionale di restauro delle opere d’arte, nonché nuovi spazi pubblici.

Fonti in Uzbekistan hanno confermato, in conversazioni private, che molti progetti di alto profilo legati al restauro e agli investimenti sono stati sostenuti dal miliardario russo-uzbeko Alisher Usmanov, nei confronti del quale sono state adottate sanzioni dell’Unione Europea a causa della guerra in Ucraina. Una fonte a lui vicina afferma che ha destinato oltre 1 miliardo di dollari alla beneficenza e agli investimenti nella metallurgia e nelle telecomunicazioni ed è pronto a fare di più.

Il miliardario, che ha guadagnato larga parte della sua fortuna in Russia, ha dichiarato recentemente che concentrarsi sull’Uzbekistan è la sua priorità principale. E tuttavia il rapporto col paese natio non è stato privo di controversie. Durante il periodo sovietico Usmanov fu condannato alla reclusione sulla base di accuse falsificate, poi annullate dalla Corte Suprema del paese. A causa del suo rapporto teso con il precedente regime autoritario, ha potuto ritornare in Uzbekistan solo dopo la fine dell’epoca di Karimov, promettendo di dare sostegno al paese “per quanto possibile” e di fare di tutto per “aiutare l’Uzbekistan ad aprirsi al mondo”.

Usmanov è noto al pubblico italiano per i suoi soggiorni conviviali su uno yacht di lusso in Sardegna, dove gli è stata conferita la cittadinanza onoraria dal sindaco di Arzachena. Ha ricevuto l’Ordine al merito della Repubblica Italiana dal Presidente Sergio Mattarella per l’impegno nella conservazione del patrimonio architettonico italiano, compreso il restauro di monumenti importanti come la sala degli Orazi e dei Curiazi, la Fontana dei Dioscuri, la Basilica Ulpia e il colonnato del Foro Traiano a Roma.

Inoltre, Usmanov ha dato sostegno finanziario alla Sardegna durante la pandemia di COVID-19 e ha sponsorizzato numerosi progetti culturali nel paese. Si dice che il magnate uzbeko sia un ardente sostenitore di scambi culturali e commerciali tra l’Italia e l’Uzbekistan e che abbia agito da “ambasciatore” economico per facilitare l’ingresso delle aziende e delle tecnologie italiane nell’economia uzbeka.

Al giorno d’oggi, l’economia dell’Uzbekistan e gli investimenti stranieri stanno crescendo a un ritmo regolare, e il paese ha attirato per molti anni investitori dalla Cina, dalla Corea del Sud e dalla Russia. L’Unione Europea è stata più lenta nell’avvicinarsi alle opportunità locali, però il ghiaccio è stato rotto grazie all’arrivo di grandi imprese industriali come Danieli e la tedesca Knauf.

In una recente intervista alla stampa italiana Usmanov ha notato che “l’Uzbekistan, insieme al Kazakistan, sarà un vero leader dell’Asia centrale e motore dello sviluppo della regione”. Tuttavia, le sanzioni dell'UE potrebbero limitare la misura in cui Usmanov può contribuire alla rinascita dell'Uzbekistan.

Le sanzioni sono state adottate in base alla presunta vicinanza di Usmanov al Cremlino, un'affermazione che i suoi avvocati e conoscenti respingono come priva di fondamento. Una fonte uzbeka che conosce Usmanov fin dagli albori della sua carriera afferma che l’imprenditore è stato sempre attento a tenersi alla larga dai giochi di potere. “Probabilmente questo gli ha guadagnato un ampio riconoscimento nell’establishment, perché sapevano che non agiva per conto di altri. Ma questo, paradossalmente, gli si è ritorto contro quando l’Occidente ha adottato le sanzioni. È come essere nominato cittadino illustre, perché tutti in città sanno chi sei”, ironizza la fonte.

Le persone che lo circondano dicono che Usmanov è determinato a contestare le sanzioni in tribunale, e la sua convinzione si è rafforzata dopo che una delle sorelle è stata rimossa dalla lista delle sanzioni dell’Unione Europea lo scorso anno. Oggi, secondo quanto riferito, sembrerebbe che Usmanov passi la maggior parte del suo tempo a Tashkent. Ha dichiarato di essersi ritirato dagli affari in Russia e di aver recentemente abbandonato la principale associazione industriale del paese.

Nel contesto dell’attuale incertezza geopolitica la cooperazione con l’Uzbekistan è un elemento importante che l’Italia e l’Europa possono sfruttare a proprio vantaggio, soprattutto tenendo in considerazione la competizione crescente per l’influenza nella regione con altre grandi potenze.

L’Uzbekistan ha anche dimostrato di essere per l’Europa un importante fattore di sicurezza nel Medio Oriente. Grazie alla posizione strategica e all’attenta politica del paese nei confronti del vicino Afghanistan, il governo uzbeko ha mantenuto una certa influenza sull’instabile regime talebano. Questo fattore è stato fondamentale nel contribuire all’evacuazione di migliaia di stranieri, tra cui italiani e altri cittadini europei, prima della caduta di Kabul nell’agosto 2021. Secondo Marat Laumulin che scrive per Carnegie Europe, “l’Unione Europea avrà bisogno di aumentare la propria visibilità nell’Asia centrale se vuole avere voce in capitolo nella regione”.

L’Uzbekistan è destinato a diventare un punto di riferimento sempre più importante per l’Europa grazie alla crescita della propria posizione geopolitica nell’Asia centrale. Essendo uno dei primi paesi ad aver stretto legami con l’Uzbekistan, l’Italia deve capitalizzare i progressi significativi che ha fatto in questa regione, dove si presenteranno nuove opportunità grazie all’annunciata privatizzazione delle imprese strategiche e all’esplorazione della ricca base di risorse minerarie del paese.

Oggi l’Uzbekistan sta espandendo la collaborazione bilaterale con l’Italia in vari settori, compresi l’industria, la formazione scolastica, la scienza e la tecnologia. Il governo sta creando le condizioni per la sicurezza degli investimenti nel paese. I partner locali fanno notare che, prima dell’adozione delle sanzioni da parte dell’Unione Europea, Usmanov svolgeva un “ruolo fondamentale” nel facilitare gli investimenti europei in Uzbekistan, inclusi quelli italiani.

L’Italia deve approfittare dell’apertura del paese al mondo ed esplorare le possibilità commerciali che ha da offrire. Questo richiederebbe assistenza da parte delle autorità, nonché degli investitori locali, visto che le partnership private sono una priorità anche per gli investimenti transnazionali. Questo, a sua volta, contribuirebbe a mantenere e ad aumentare la presenza italiana in questa regione dall’importanza strategica che si sta modernizzando velocemente, mantenendo, allo stesso tempo, la bellezza della propria eredità della Via della Seta.

Federico Grandesso