Renault e Nissan ancora insieme, accordo rinnovato fino al 2038. Al via progetti in India, Sudamerica e Ue
L’intesa è prorogata per 15 anni, ma cambiano le basi industriali e finanziarie. La casa giapponese rileverà fino al 15% di Ampère, la newco elettrica francese. Resta la partecipazione incrociata fra le due case, ma con tetto al 15% e libertà di voto
I volti tesi di Luca de Meo e Makoto Uchida in conferenza stampa e le battute sulla frenesia di incontri dimostrano quanto duro sia stato il negoziato fra Renault e Nissan. Dopo oltre un anno di trattative e fughe di notizie, si legge su MilanoFinanza, però, le due case (e Mitsubishi) hanno trovato l’accordo per rinnovare fino al 2038 la loro alleanza ultraventennale, ricostruendone le basi finanziarie e industriali.
Intesa prorogata per 15 anni
Il riassetto contempla anzitutto il riequilibrio delle quote azionarie. Renault e Nissan manterranno una partecipazione incrociata del 15%, con pieno diritto e libertà di voto. L’ulteriore 28,4% del costruttore nipponico in mano a Renault finirà in un trust francese. Renault continuerà a beneficiare dei diritti economici associati alle azioni, ma rinuncerà a esercitare quelli di governance. Potrà poi decidere se mantenere il pacchetto o venderlo, scegliendo liberamente tempi, modi e destinatari.
Nissan rileverà fino al 15% di Ampère
Da parte sua Nissan è pronta a rilevare fino al 15% di Ampère, la newco elettrica che Renaultintende quotare in borsa nel 2023. Anche Mitsubishi potrebbe diventarne azionista, accanto al gigante dei chip Qualcomm. Nissan ha poi acconsentito all’ingresso della cinese Geely in Horse, l’altro spinoff di Renault che continuerà a produrre motori endotermici e annovererà proprio il gruppo giapponese fra i principali clienti.
Le basi industriali
Quanto agli aspetti industriali, de Meo e Uchida hanno anticipato l’avvio di piani di investimento in Sudamerica, Europa e India volti alla fabbricazione di veicoli su piattaforme condivise. Il subcontinente diventerà per i due costruttori un polo produttivo di auto elettriche per il mercato locale e per l’export. In Ue, invece, Renault e Nissan metteranno a fattor comune la rete di distribuzione, svilupperanno un’infrastruttura di ricarica e collaboreranno al riciclo delle batterie. Nell’insieme, ha assicurato de Meo, queste iniziative genereranno profitti per centinaia di milioni.
De Meo: un matrimonio lungo 24 anni
Sulla carta, insomma, le nuove fondamenta del patto appaiono solide e il presidente Jean-Dominique ha tenuto a sottolineare che gli screzi fra Renault e Nissan appartengono al passato. L’intesa resisterà ai venti che scuotono un’industria alle prese con una transizione complessa e costosa? De Meo ha paragonato l’alleanza a un matrimonio lungo 24 anni: ci sono stati alti, il titolo nel 2017 di primo produttore auto al mondo, e bassi, culminati nell’arresto a Tokyo nel 2018 del demiurgo dell’alleanza, Carlos Ghosn, e la sua seguente rocambolesca fuga.
Da allora l’alleanza è finita in uno stallo che pareva preludere al divorzio. La scala è però cruciale per sostenere i massicci investimenti nell’elettrico. Si è quindi deciso di allentare il legame per evitare di reciderlo. D’ora in poi, svincolati dall’esclusiva, i due costruttori potranno stringere rapporti con altri partner, all’interno e all’esterno dell’auto. Il tempo dirà se la relazione Renault-Nissan supererà anche la prova della poligamia.