Defence Tech, Gisondi: "Vogliamo creare un Centro Nazionale di malware analysis per prevenire gli attacchi cyber"

Emilio Gisondi, Amministratore Delegato di Defence Tech spiega a Il Giornale d’Italia, come coniugare innovazione e tecnologia made in Italy per la sicurezza del Paese: “Mettiamo il nostro Know-how a disposizione delle aziende del Paese"

Tecnologia, visione del futuro e capacità innovativa made in Italy sono i princìpi cardine sui quali si fonda da sempre il lavoro di Defence Tech. La holding, che ha esordito in Borsa ad ottobre 2021, opera nei settori della Cyber Security, dei big data, dell’intelligence, dello spazio e della difesa nazionale, sviluppando prodotti proprietari ed erogando servizi ad alto valore aggiunto.

Il Gruppo rappresenta un hub di eccellenze per il mondo tecnologico con focus sulla sicurezza cyber Nazionale attraverso capitali interamente italiani e prodotti all’avanguardia, come spiega a Il Giornale d’Italia l'Amministratore Delegato di Defence Tech Emilio Gisondi.

Defence Tech: dare valore alle intelligenze e all’italianità per la sicurezza nazionale

 

-La vostra è una realtà italiana che realizza prodotti e tecnologie abilitanti per la sicurezza nazionale, come operate nel concreto?

Defence Tech è una holding di partecipazione con tre società operative Next, Donexit e Foramil, che sono disciplinate dalla Golden Power attraverso un DPCM ad hoc del 2018, con tutta una serie di condizioni e prescrizioni.

 

-Cosa comporta lavorare in un mondo “classificato”?

Significa il rispetto di un’organizzazione della sicurezza e di procedure rigide, è un’organizzazione nell’organizzazione, significa cultura aziendale e una serie di investimenti importanti per mettere la nostra infrastruttura tecnologica a servizio di clienti istituzionali con i più alti livelli di sicurezza.

 

-Sicurezza e intelligence, tra i vostri punti di forza, quanto sono determinanti per questo mondo che deve guardare sempre più al digitale? Che valore ha la cybersecurity oggi?

La digitalizzazione ci espone come aziende, cittadini e istituzioni sempre di più a subire degli attacchi cyber. L’innovazione tecnologica aumenta, inesorabilmente, la capacità di ricevere un attacco, sia per le singole persone, che per istituzioni e aziende, causando notevoli problemi alle organizzazioni.

 

-Perché è così importante?

Oggi la conoscenza del malware è fondamentale. Gli attuali strumenti in campo non hanno la capacità di captare l’arrivo di tutti gli attacchi malevoli.

 

-Che tipo di crescita ha oggi il mercato in cui operate?

Il mercato della cybersecurity, inteso come mercato corporate, oggi lancia una sfida molto importante, quella di crescere in maniera diretta in un mercato complementare. L’istituzione di un perimetro cibernetico nazionale infatti ci ha dato un target di crescita che nei prossimi tre anni per noi rappresenterà una crescita sostanziale del business, sia come rifocalizzazione del business, sia come nuove opportunità.

 

-Avete modificato il vostro statuto per diventare una Società Benefit, perchè?

Con questa decisione il Gruppo intende intraprendere un percorso di sviluppo sostenibile dal punto di vista economico, sociale ed ambientale, promuovendo un modello di azienda innovativo. Il nostro impegno prosegue nella valorizzazione dei dipendenti e del loro benessere, continueremo ad investire in prodotti e processi aziendali all’insegna della sostenibilità. Con l’acquisizione dello status di società benefit cerchiamo di orientare le scelte di investimento verso politiche di rilevanza sociale impegnandoci a rafforzare i temi legati non solo ai criteri ESG ma anche al rispetto dei diritti umani.

 

-Recentemente, con Next Ingegneria dei Sistemi, avete superato le verifiche sulle condizioni di sicurezza da parte del CE.VA., quali sono i vostri maggiori meriti in questo?

Per ottenere l’abilitazione come Centro di Valutazione (CE.VA.), abbiamo fatto investimenti importanti predisponendo aree tecnologicamente avanzate e assumendo personale qualificato. Oggi possiamo dire che siamo tra i pochi attori nazionali capaci di erogare servizi specializzati e abilitanti per la gestione delle informazioni classificate. Le professionalità e gli investimenti che abbiamo dichiarato nel processo di quotazione in Borsa, si sono già messi in funzione velocemente, la strategia che avevamo annunciato si implementa in quello che vogliamo: un centro di eccellenza nel panorama della sicurezza nazionale, un Centro di valutazione certificato.

-Come avete affrontato questo periodo di pandemia al livello aziendale?

A livello aziendale abbiamo affrontato la pandemia in maniera razionale, valutando rischi e soluzioni. Sin da subito abbiamo messo in atto controlli delle norme molto rigidi e questo ci ha consentito di lavorare con una presenza media vicina al 60/70% e a non avere problemi nella gestione operativa di commesse che non potevamo demandare allo smart working. Devo dare merito anche al nostro personale che è stato molto attento. Nonostante la pandemia, infatti, siamo riusciti a rispettare i tempi del Piano industriale.

 

-Quali sono le politiche a livello nazionale che si potrebbero attuare per agevolare la vostra crescita e quella della sicurezza cyber nazionale?

La crescita dipenderà dalla capacità da parte delle Istituzioni di indirizzare gli investimenti sulla cyber security, definendo in maniera chiara i rapporti con le aziende private del settore.

 

-I fondi del PNRR sono indirizzati nella maniera giusta per quanto riguarda la sicurezza cyber?

Aspettiamo di valutare i progetti per dare una risposta significativa.