Un'idea semplice per l'Italia. Come rivolgersi a Trump: pensare in grande e rilanciare. Sempre
Per una strategia pragmatica, visionaria e creativa. A quando Italia fuori dal coma?
Piuttosto che per l'Africa il nostro Governo dovrebbe prima pensare a rievocare la fulgida memoria di Enrico Mattei inanzitutto e direttamente per l'Italia stessa, per risvegliare dal coma il nostro gas nel nostro mare Adriatico, oltre alle altre risorse naturali dell'Italia che dormono mentre la nostra nazione rischia di scivolare in recessione. Le saracinesche chiuse si moltiplicano, la pressione fiscale non scende (una delle più alte e più inique al mondo) la bucrocrazia europeista ci soffoca, il nostro export geme tra l'incudine dei dazi e il martello delle sanzioni e l'incertezza della situazione internazionale aggrava l'endemica assenza di visione strategica che affligge da tempo la debole classe politica italiana. Il fattore Trump traumatizza ma pure risveglia e ci offre su un piatto d'argento un'occasione storica a favore dell'Italia. Un'occasione di quelle che capitano una volta sola in un secolo. Sapremo coglierla? Per coglierla occorre adeguarci allo spirito del Nuovo Corso americano e per farlo occorre a sua volta pensare in grande oltre a congiungere pragmatismo a visionarietà. Solo pensando in grande possiamo rilanciare scenari che possano da una parte interessare agli Usa e dall'altra rappresentare un fattore di sviluppo decisivo e strategico per l'Italia. Abbiamo gas in abbondanza nei nostri mari e altre risorse, oltre al gas al largo di Cipro che l'Eni insieme ad aziende Usa ha già esaminato e confermato da anni. Cosa ci vuole a creare una nuova società italoamericana per sfrutti e gestisca questi beni strategici? Da Cipro all'Italia la via è breve e veloce, se gli Usa appoggiamo militarmente e politicamente. Avremmo finalmente così dato un senso alla nostro rilevante presenza mediterranea, ad oggi poco sfruttata nelle sue grandi potenzialità. E a Cipro potrebbe arrivare dal Golfo persico anche un'altra linea di energia strategica e fondamentale, tagliando fuori una Siria non più affidabile, in preda ad un'instabilità ormai cronica. L'Italia è ad un bivio fatale: continuare a rassegnarsi a dipendere per sempre da potenze straniere (inaffidabili) per l'energia che è indispensabile per la sua industria e le sue aziende oppure rinsaldare un'alleanza essenziale con gli Usa per gestire insieme un gas che potrebbe essere utile sia per l'Italia che per tutta l'Europa mediterranea. Pensino la Turchia e la Russia all'Europa orientale e centrale, pensi la Norveglia all'Inghilterra ma l'Italia pensi a se stessa (e ai suoi vicini) e ad oggi abbiamo un solo possibile e potente alleato con cui trattare: gli Usa di Trump e di Vance. Similmente dovrebbe fare la Cina: rilanciare grandi progetti strategici con gli Usa; fare insieme ad esempio il canale del Nicaragua, con l'impegno ad utilizzare il dollaro e la divisione in parità degli utili. Ne deriverebbe un grande vantaggio per entrambe le due più grandi potenze del mondo. Perchè farsi solo la guerra se si possono anche fare insieme dei grandi affari? Configurando insieme un bond in dollari costerebbe quasi nulla realizzare insieme una delle più grandi opere pubbliche di tutti i tempi. Oggi è giunto il tempo di "imprenditorialità istituzionale e geopolitica" e Trump lo ha capito più di tutti e prima di tutti in Occidente. Oggi è giunto il tempo di allargare la visione dell'azione politica ed economica. Allargando la visuale si ritrovano spazi di autonomia e di sviluppo multipolari. Questi scenari congiunti e cooperativi di sviluppo produttivo garantirebbero una ricca rendita per le casse Usa, senza rischi, e nel contempo aiuterebbero l'Europa mediterranea a crescere e a stabilizzarsi. Oggi è il tempo di pensare in termini di fondi sovrani. La Norvegia lo fa da 30 anni e da nazione povera è diventata ora un modello per tutti di equilibrio e di stabilità e appare posizionarsi in maggiore sicurezza di fronte ai rischi di crash internazionali. Pensare in grande, pensare in grande: l'unica via per non autodistruggersi tutti...