Chip nel cervello umano, la start-up Neuralink di Elon Musk ha l'ok della FDA per il trial clinico
Al via la sperimentazione per impiantare chip nel cervello umano. L'obiettivo è sviluppare un sistema che possa aiutare le persone paralizzate o affette da malattie neurologiche a comunicare direttamente con un device esterno attraverso il pensiero
Chip nel cervello umano: la start-up Neuralink di Elon Musk ha ricevuto l'autorizzazione dalla Food and Drug Administration (l'ente regolatorio statunitense in tema di salute pubblica) per effettuare un trial clinico. L'obiettivo sarebbe quello di sviluppare un sistema che possa aiutare le persone paralizzate o affette da malattie neurologiche a comunicare direttamente con un device esterno, che li farà muovere, attraverso il pensiero. Se da un lato c'è chi scoppia di gioia, a partire da Neuralink stessa, dall'altro lato c'è chi ha paura dei possibili utilizzi di questa tecnologia avanzatissima.
Se il macchinario può ricevere il pensiero umano e inviarlo al macchinario che permetterà così al corpo di muoversi, un giorno sarà possibile anche il contrario? Sarà il macchinario stesso ad influenzare il pensiero umano? C'è chi si domanda fino a che punto i computer potranno controllare e influenzare la nostra mente.
Chip nel cervello umano, la start-up Neuralink di Elon Musk fa partire il trial clinico
Qualche mese fa Neuralink era finito sotto inchiesta per hardware contaminato. Gli USA avevano così predisposto uno stop. Ora però la Food and Drug Administration ha dato il primo via libera alla società per effettuare un trial clinico nei cervelli degli esseri umani. A dare la notizia è la stessa Neuralink sul proprio account ufficiale Twitter: "Siamo entusiasti di annunciare che abbiamo ricevuto l’approvazione della FDA per lanciare il nostro primo studio clinico sugli umani!". L'azienda descrive poi l’autorizzazione come “il risultato dell’incredibile lavoro del team di Neuralink in stretta collaborazione con la FDA” e come un primo passo verso l’obiettivo finale prefissato dalla compagnia: aiutare molte persone con questa tecnologia.
Precisamente l'obiettivo è sviluppare un sistema che possa aiutare le persone paralizzate o affette da malattie neurologiche a comunicare direttamente con un device esterno attraverso il pensiero, riuscendo così a muoversi.
Per Elon Musk questi chip devono consentire all'umanità di raggiungere una "simbiosi con l'Ai". "Ora siamo fiduciosi che il dispositivo di Neuralink sia pronto per l'uomo, quindi la tempistica dipende dal processo di approvazione della Fda", aveva dichiarato alla fine di novembre su Twitter, un mese dopo l'acquisto del social network.
Tuttavia avere dettagli ulteriori non è possibile. Neuralink stessa infatti fa sapere che tutte le informazioni sul recruiting ed il trial clinico, che porterà gli scienziati a testare l’interfaccia nel cervello degli umani, saranno diffuse solo successivamente.
Chip nel cervello umano, un'altra start-up ha già creato un dispositivo simile, impiantato però nel sangue
Nel luglio 2019 Elon Musk aveva stimato che Neuralink avrebbe potuto eseguire i suoi primi test sulle persone nel 2020. Finora prototipi delle dimensioni di una moneta sono stati impiantati nei crani degli animali. Diverse scimmie sono così in grado di "giocare" ai videogiochi o di "digitare" parole su uno schermo semplicemente seguendo con gli occhi il movimento del cursore.
Altre aziende stanno lavorando per controllare i computer con il pensiero, come Synchron che ha annunciato nel luglio 2022 di aver impiantato la prima interfaccia cervello-macchina negli Stati Uniti. "Stiamo costruendo una tecnologia in grado di trasmettere direttamente i pensieri di persone che hanno perso la capacità di muoversi o parlare a causa di malattia o infortunio", ha dichiarato Thomas Oxley, fondatore e capo di questa start-up, in un video sul suo sito web. Diversi pazienti testano l'impianto, che è stato inserito nei vasi sanguigni, consentendo loro di comporre email o navigare su internet grazie ai loro occhi e al loro cervello.
In questo caso il “dispositivo” denominato Stentrode non viene impiantato direttamente nel cervello ma connesso a quest'ultimo tramite i vasi sanguigni con una procedura simile a quella dell'inserimento di un divaricatore metallico cilindrico come lo stent.