Il coraggio delle decisioni. Le infrastrutture ferroviarie alla prova del cambio di approccio

Spesso sono i manager meno noti alle cronache delle aziende regionali a operare scelte cruciali ad alto impatto sulla qualità della vita delle persone. Se, infatti, per le principali società di Stato quotate in borsa sono spesso le logiche della spartizione politica o i criteri discrezionali degli head hunters che conducono alla nomina dei vertici, qual è il criterio per le società nelle quali, più che dell’equilibrio tra debito e fatturato, ci si dovrà preoccupare di equilibrare il traffico ferroviario in sicurezza con cantieri aperti? Avanzare con i cantieri senza fermare i treni, e soprattutto senza farli scontrare o deragliare è infatti il sogno proibito dei manager delle infrastrutture ferroviarie italiane.

Il recente tragico incidente in Grecia, del quale si è per fortuna parlato poco in Italia, è accaduto proprio nel tratto dove i lavori per ammodernare la rete erano più avanzati. Spendere e magari bene, oltre che in sicurezza, riuscendo a districarsi nella ‘giungla normativa’ del codice degli appalti, sembra essere diventata la mission impossible del manager delle infrastrutture.

Quanto delle notevoli somme recentemente stanziate dal Pnrr e dal fondo complementare sono destinate a migliorare la sicurezza della nostra rete ferroviaria? È difficile pensare a più resilienza senza pensare a più sicurezza! Un criterio di scelta per i nuovi AD delle società di infrastrutture ferroviarie dovrebbe essere almeno quello di saper rispondere alla domanda suddetta, senza necessità di sub appaltare ad una consulenza la risposta.

Codice dei contratti pubblici, tutela della concorrenza e della sicurezza sono dunque tre skills che dovrebbero caratterizzare il nuovo management delle infrastrutture ferroviarie.
Se da un lato può sembrare fisiologico optare per la più rassicurante ma autoreferenziale “soluzione interna” (quieta non movere), è anche necessario valutare condizioni di opportunità legate alla variabile “sicurezza” e ai processi giudiziali connessi a gravi incidenti ferroviari.

Gli esempi di alto profilo non mancano nel nostro Paese, a riprova del fatto che il merito e le competenze contano ancora qualcosa. Appare significativa, in proposito, la storia di un manager come l’Ing. Pasquale Sposito, Direttore dell'Ente Autonomo Volturno S.r.l. (EAV), azienda che opera nel settore del trasporto pubblico su gomma, ferro e funivia, della Regione Campania.

Una carriera cominciata da “manutentore” della Rete per arrivare a diventare direttore centrale in territori notoriamente complessi come Calabria e Campania. “Non si mette tecnologia sui binari se non si conoscono ferro ed informatica” è uno dei suoi motti. L’esperienza maturata sul campo gli ha consentito di mantenere buone relazioni con le organizzazioni sindacali e gestire numerose situazioni di criticità a livello operativo, fino ad appaltare in piena trasparenza e concorrenza 300 milioni di euro per innovare 140 km di linea.

Non a caso, sotto la sua guida, EAV ha ricevuto il premio SMAU grazie alla capacità di coniugare tecnologie e ruolo delle PMI. Risale al 2015, peraltro, il comunicato di ORSA che sottolineava come la nomina dell’Ing. Sposito fosse uno dei rari casi in cui il DG in una azienda regionale era stato selezionato per concorso e non per vicinanza politica. L’impresa più ardua, forse, è quella di aver completato i cantieri e mantenuto i conti in ordine senza soccombere sotto la ‘spada di Damocle’ della burocrazia in Regioni tradizionalmente complesse in cui, tuttavia, eccellenza e professionalità rappresentano dei giacimenti preziosi che occorre valorizzare per far ripartire davvero il Paese.