20 Maggio 2022
Netflix (foto da profilo Twitter Netflix Italia)
Netflix chiude il contenzioso con il fisco italiano e versa 55 milioni e 850mila euro all'Agenzia delle Entrate. Tutti in un unica soluzione. La famosa piattaforma streaming doveva versare questa cifra a causa di un’inchiesta della Procura di Milano e del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza milanese, che ha accertato un’omessa dichiarazione dei redditi da parte del colosso. A Netflix è stata contesta una "stabile organizzazione occulta di una società estera operante della Digital Economy". Netflix a gennaio ha aperto una sede operativa in Italia.
La Procura di Milano in una nota ha riferito che Netflix ha costituito una società di diritto italiano che ha iniziato a stipulare contratti e fatturare i corrispettivi provenienti dagli abbonamenti sottoscritti con gli utenti nazionali. Ciò determinerà la tassazione dei redditi prodotti da questa vendita". Una brutta pubblicità per Netflix dato che queste indagini rappresentano "il primo caso al mondo" in cui viene accetta l'esistenza di "un'organizzazione occulta stabile" di una società estera operante nella Digital Economy.
"Completamente priva di personale e caratterizzata esclusivamente da una struttura tecnologica avanzata". Le ricerche sono scattate tre anni fa, quando si è venuti a capo di infrastrutture tecnologiche non registrate, ma fisicamente presenti in Italia. La Procura in nota continua facendo riferimento ad "una complessa ed evoluta infrastruttura tecnologica (chiamata "Content Delivery Network", ndr) composta da oltre 350 server utilizzati in via esclusiva e installati stabilmente sull’intero territorio nazionale presso Data Center e operatori di telefonia"
L’organizzazione è stata scoperta grazie al contribuito di professionisti esperti del settore tecnologico e informatico, i quali hanno utilizzato le proprie conoscenze per ricondurre all’estensione dell’infrastruttura digitale della quale Netflix si avvaleva per "diffondere il traffico video con elevatissimi standard qualitativi". Per la Procura di Milano, quest’infrastruttura è da considerare "essenziale e significativa ai fini dello sviluppo del business dell’impresa estera sul territorio nazionale, poiché avrebbe garantito l’offerta di un servizio streaming di qualità agli utenti finali, grazie alla prossimità dei server rispetto al mercato di riferimento".
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