Lo zio Frank è morto a Los Angeles, Frank Ghery l'ultimo hippy della cultura architettonica mondiale, genio e sregolatezza
Croce e delizia dell'umorismo sull'architettura contemporanea, in un mondo di rigidità, lui ha rappresentato l'azzardo, la sfida estrema all'impossibile. Uomo unico e irripetibile. Progettare è creare stupore.
Lo zio Frank. È morto a Los Angeles,Frank Ghery l'ultimo hippy della cultura architettonica mondiale, croce e delizia dell'umorismo sull'architettura contemporanea. Genio e sregolatezza, in un mondo di rigidità, lui ha rappresentato l'azzardo, la sfida estrema all'impossibile. Uomo unico e irripetibile
Fino a oltre cinquant'anni ha fatto l'architetto tradizionale, quasi un'attività manageriale, in un gigantesco studio americano, dove ogni progettista è soltanto un numerino tra i tanti, ma quando si sposta nella west coast, succede il miracolo.
Prima di tutto costruisce a Santa Monica, e solo perchè le case costavano pochissimo, fuori Los Angeles, una "villetta" che resterà per sempre il suo manifesto estetico, e nessuno immagina che quella piccola abitazione monofamiliare sarebbe diventata una pietra miliare della storia dell'architettura del novecento.
Ghery esplode con il Museo Guggenheim di Bilbao, dove usa per primo nella storia, un elemento misterioso, riflettente: il titanio, ma pochi sanno che la disponibilità di questo materiale, arriva dal "nocciolo" dei carri armati russi dismessi con la fine dell'URSS
L'impossibile edificio, che entusiama tutti i critici del mondo adoranti e i Simpson, che ne fanno una caricatura irresistibile, spiegando che l'Architetto crea appallottolando casualmente fogli di carta, prima di buttarli nel cestino: genio lui e i creatori del cartone animato.
La sua carriera stellare attraversa sei o sette decenni di attività che dopo il Premio Pritzker(il Nobel per l'architettura)del 1989,diventerà oggetto di studi, non solo estetici ma sociologici, perchè Ghery è il poeta del caos del mondo e dell'universo, esprime l'instabilità costante dell'umanità, che ha bisogno di monumenti "traballanti", quasi prossimi allo schianto,al declino.
Ognuna delle sue spettacolari forme che siano musei, edifici residenziali, l'headquarter di Meta, o la Fondazione Luis Vuitton, rispondono all'esigenza rinascimentale dell'unicità che il committente e l'architettura vogliono esprimere, per distinguersi dalla banalità delle consuetudini, e sarà molto difficile per tutti gli altri architetti contrastare questo uragano dirompente: un sisma che frantuma un territorio, creando un prima e un dopo.
La sua figura ha travalicato l'ambito disciplinare, dagli edifici danzanti di Praga, all'Auditorium di Los Angeles, dai grattacieli in tutto il mondo, e ovviamente a Bilbao, anche i non addetti ai lavori conoscono l'architetto canadese che ha dato al mondo una nuova possibilità di stupirsi, di farsi sorprendere, di sollecitare i nostri sensi.
Nessuno può restare indifferente di fronte a quelle "curve impossibili", alle prove sovrumane di strutture mirabolanti che sfidano e sfideranno per sempre la forza di gravità, ogni suo progetto racconta una visione che ci colpisce nel profondo, come architetti e come utilizzatori di città, perchè rende definitivamente inadeguate tutte le opere circostanti, solo attraverso il confronto.
Gehry è morto ad un'età veneranda e sono sicuro che ha lavorato fino alla fine, ora caro zio Frank lasciaci il tempo per studiare ancora, e ancora le tue opere, che sono sicuro anche tra mille anni continueranno a stupirci. RIP Frank Owen Goldberg (Toronto, 28 febbraio 1929 – Santa Monica, 5 dicembre 2025)