la Prima della Scala. Šostakovič ( in russo),quasi quattro ore di spettacolo, musica straordinaria, per un'opera fondamentale del novecento europeo, trama avvincente, questa eroina moderna, Lady Macbeth irrompe nel mondo contemporaneo con tante domande ancora irrisolte.
Conoscere o apparire? questo è il problema
Nel cinquantenario della morte di Šostakovič il Teatro alla Scala inaugura la Stagione con il suo capolavoro Una lady Macbeth del distretto di Mcensk, tratto dal racconto di Nikolaj Leskov in cui una giovane sposa con la complicità dell’amante uccide il marito e il suocero, ma viene scoperta e finisce per suicidarsi in Siberia, tradita da tutti.
La scelta dell'opera sembra "una punizione" per i tanti che queste settimane si stanno accapigliando per avere un posto, uno strapuntino, un palchetto di ultima fila, perchè non è retorica che la sfilata degli abiti delle signore(gli uomini hanno solo l'obbligo dello smoking), occuperà gran parte delle cronache, dove la frivolezza è anche il desiderio di appartenenza, la volontà di dimostrare che ce l'abbiamo fatta ad entrare finalmente nel glam set
L'opera non se la filerà nessuno, tranne Bruno Vespa che non perde occasione per dimostare che la musica russa del novecento, non ha segreti per lui, come la meccanica quantistica, l'opera di Jackson Pollock, o il progetto urbano della città di Chandigarh di Le Corbusier.
Tra bacetti di dame, bollicine, e come stai bene, sembri ringiovanita, le Milanesi e gli accompagnatori sbuffanti che, avrebbero preferito andare a San Siro a vedere la partita, abbozzano facendo finta di prepararsi con entusiasmo alla performance di Chailly.
Niente di male anche a guardare il listino dei prezzi delle repliche, in linea con i costi dei monolocali in città, e poi la Prima è una festicciola che si ripete sempre simile a se stessa da molti decenni, è cambiata la fauna, meno industrialotti brianzoli e più influencer, meno banchieri, e più opinionisti del Grande Fratello.
Chi ci sarà? chi non verrà? chi preferirà farsi desiderare, e chi riuscirà ad avere l'agognato tagliando, un quarto d'ora prima, senza avere il tempo di farsi la messa in piega da Coppola, questa mondanità lombarda, non ha la sobrietà della facciata neoclassica del Piermarini, ma non è neppure quella sguaiata che colonizza la capitale.
In fondo tutti ci vogliamo divertire, ma come ad ogni funerale che si rispetti ci tocca spiare il pubblico di "non addetti ai lavori", di famosi, di "quasi famosi", di amici di famosi, gli esperti, verranno alle repliche successive, nascosti in ultima fila, ma nessuno di noi li conosce, perchè nessuno conosce Šostakovič
Mi sarebbe piaciuto vedere il grande autore russo, meglio sovietico, presenziare a questo rituale socio-culturale ,lui Dimitri, rigidissimo e timido uomo di apparato, genio terrorizzato da Stalin e da Zdanov, domani sera avrebbe abiurato i maestri delle avanguardie musicali nel XX secolo, pur di non toccare la suscettibilità del Capo del Partito.... strano mi ricorda qualcuno.
Insomma niente di nuovo in Russia, come in piazza della Scala, dalle 18.00 di sabato sette dicembre, il mondo si adegua, sopravvive e metabolizza tutto; ci siamo mancano poche ore alla cerimonia, ma non preoccupatevi, fortunatamente la fatica dell'ascolto sarà ricompensata dalle leccornie di Oldani, chef-star, perchè anche i ricchi "magnano"