Elia Del Grande arrestato dopo 13 giorni di latitanza a Cadrezzate, suo paese d’origine, pm Modena e Varese: “Aiutato nella fuga”
Arrestato Elia Del Grande dopo 13 giorni di latitanza a Cadrezzate. Era evaso dalla casa lavoro di Castelfranco Emilia utilizzando un pedalò sul lago di Monate
Dopo tredici giorni di latitanza è finita la fuga di Elia Del Grande. L’uomo è stato rintracciato e arrestato nella serata di mercoledì 12 novembre a Cadrezzate, nel suo paese d’origine, dove si nascondeva all’interno di un’abitazione di sua proprietà. Il 49enne Del Grande era stato condannato a 30 anni per aver ucciso i genitori e il fratello nel 1998 proprio a Cadrezzate.
L’operazione, condotta dai Carabinieri di Varese e Modena con il supporto del Ros di Milano, si è conclusa senza incidenti. Dopo il fermo, Del Grande è stato portato al comando provinciale dell’Arma di Varese, in attesa delle decisioni del magistrato di sorveglianza di Modena.
Elia Del Grande arrestato dopo 13 giorni di latitanza a Cadrezzate, suo paese d’origine, pm Modena e Varese: “Aiutato nella fuga”
Dopo quasi due settimane di ricerche, Del Grande è stato individuato a poche centinaia di metri dal luogo della strage avvenuta ventisette anni fa. Secondo quanto riferito dai procuratori di Modena e Varese, Luca Masini e Antonello Gustapane, il latitante avrebbe potuto contare sull’aiuto di alcune persone durante la fuga. Le ricerche, rese difficili dalla fitta vegetazione e dalla conoscenza del territorio da parte del 49enne, si sono concentrate nella zona compresa tra Ternate, Travedona Monate e Cadrezzate con Osmate.
Per evitare i controlli, Del Grande si sarebbe spostato anche di notte a bordo di un pedalò sul lago di Monate, nascosto tra canneti e darsene. “Ha potuto contare su soggetti che lo hanno favorito”, hanno scritto i magistrati in una nota congiunta, sottolineando la complessità delle operazioni di localizzazione e cattura.
La casa lavoro e la fuga
Dopo aver scontato 25 anni di reclusione, Del Grande era stato ammesso alla misura di sicurezza della libertà vigilata, ma le reiterate violazioni delle regole e alcuni episodi di lite con i vicini avevano spinto il Tribunale di Sorveglianza a disporre per lui la permanenza nella casa lavoro di Castelfranco Emilia (Modena) per sei mesi, a causa della “persistente pericolosità sociale”.
Il 30 ottobre scorso, però, l’uomo era evaso calandosi con una corda dal muro di cinta della struttura. Nei giorni successivi aveva fatto pervenire una lettera a VareseNews, nella quale spiegava di essersi “allontanato” per protesta contro le condizioni delle case lavoro, definite “più dure del carcere” e “inadeguate al reinserimento”.