Safilo, la cura Ferragni non basta, perde il 41% nel 2023. E in confronto Essilux ha profittabilità tripla

Ritrovato l'utile, ma gli obiettivi 2027 sono elevati

Sono stati i primi a rompere ufficialmente il contratto che li legava a Chiara Ferragni, dopo lo scandalo del pandoro Balocco. Solo pochi giorni dopo l'esplosione della vicenda, Safilo ha interrotto la collaborazione con l'influencer per non meglio precisate violazioni contrattuali. Non è dato sapere se dall'accordo del settembre 2021 la linea di occhiali marcata Ferragni abbia portato più benefici che costi nei conti del gruppo dell'occhialeria veneta. Sta di fatto che quel rapporto è stato interrotto.

I primi a lasciare a casa l'influencer, ma tra gli ultimi come performance di borsa nell'anno appena chiuso: Safilo ha infatti lasciato sul terreno nel corso del 2023 il 41% del suo valore. L'azione ha chiuso il 29 dicembre a 0,91 euro, un livello che riporta il titolo della società padovana alla primavera del 2021 e in caduta dai massimi relativi toccati nell'agosto del 2022 a quota 1,64 euro.

Non c'è pace quindi per Safilo in borsa, nonostante i progressi della lunga fase di ristrutturazione del gruppo intrapresa fin dal lontano 2019. La crisi ha morso per lunghi anni il gruppo dell'occhialeria, tra perdite record e aumenti di capitale necessari per ristabilire l'equilibrio finanziario. Tanto per dare un'idea, dal 2015 al 2020 il gruppo, che fattura poco sopra il miliardo, ha sempre chiuso in perdita per la bellezza di quasi 800 milioni di rosso cumulato in quegli anni.

Oggi il gruppo ha ritrovato l'utile, è riuscito a rifinanziare il debito bancario per 300 milioni dopo aver chiuso l'ultimo aumento di capitale nel 2021. E il 2023 è stato anche l'anno della chiusura dello stabilimento di Longarone, nell'ambito del piano di rilancio del gruppo.

I primi nove mesi dell'anno scorso si sono chiusi con ricavi per 785 milioni e con un margine industriale a 58 milioni, pari al 7,4% dei ricavi, mentre il margine lordo rettificato è stato di 75 milioni al 9,6% del giro d'affari. Il consenso raccolto da S&P global market intelligence per l'intero anno appena passato indica ricavi poco sotto quelli del 2022, pari a 1,076 miliardi e con un utile netto poco sopra i 10 milioni di euro. Un piccolo utile, in calo però da quelli registrati nel 2022 e nel 2021 pari rispettivamente a 54 e 21 milioni di euro. Il piano visto così sta funzionando e la stagione amara delle perdite si è chiusa.