Naufragio al lago Maggiore degli 007 italiani e israeliani, tra le varie ipotesi non sarebbe esclusa quella di attentato

Aumentano le domande riguardo al naufragio degli 007 al lago Maggiore. Dopo il rifiuto della Procura ad eseguire autopsie o interrogare i superstiti, si diffondono varie teorie, dall'attentato alla pista del nucleare per l'Iran

Il 28 maggio una barca affonda nel lago Maggiore. A bordo, 13 agenti del Mossad e 6 dei servizi segreti italiani, oltre allo skipper e la moglie russa. la procura di Busto Arsizio ha fatto sapere che le indagini non richiederanno autopsie sui cadaveri dei 4 deceduti, né interrogatori ai sopravvissuti. Una posizione che solleva molti dubbi su quanto tale indagine sarà trasparente. Nel frattempo si diffondono le teorie, da quella che vede in un attentato la causa dell’affondamento, a quella che ritiene il summit degli 007 organizzato per contrastare ipotetiche compravendite di tecnologie (anche nucleari) da parte dell’Iran.

Si fa strada sul web la teoria dell’insabbiamento dei fatti del 28 maggio

Il 28 maggio 21 persone stanno pranzando al ristorante Il Verbano, sulla piccola Isola dei Conigli, nel lago Maggiore. Tra loro ci sono lo skipper dell’imbarcazione che li ha portati sull’isola, la Gooduria, Claudio Carminati, e la moglie di lui, la russa Anna Bozkhova. Dopo il pranzo risalgono sull’imbarcazione, facendo rotta verso la terraferma. Alle 19:20, però, la Gooduria si ribalta. Muoiono in quattro, gli altri raggiungono la riva a nuoto o grazie ai soccorsi.

Quella che sembra inizialmente una semplice, triste, tragedia, assume in poco tempo i caratteri del mistero, perché tra quelle 21 persone non ci sono persone comuni, ma 19 agenti, in servizio ed in pensione, dei servizi segreti italiani e israeliani, e quello skipper non è uno skipper comune ma, pare, uno storico contatto dei nostri 007. Il ristorante, poi, dove hanno pranzato, Il Verbano, era stato in passato più volte sede di incontri tra il premier israeliano Benjamin Netanyahu ed individui non identificati.

Una storia complicata e, per adesso, decisamente poco chiara, con gli inquirenti della Procura di Busto Arsizio che hanno già stabilito a favore di stampa che non saranno eseguite autopsie sui 4 cadaveri (due agenti italiani, un agente del Mossad e la russa Anna Bozkhova). Una scelta giustificata “dall’ovvia morte causata per annegamento”, che rende quindi inutili ulteriori ricerche. Non solo, ma anche le testimonianze dei superstiti non sono state richieste, con i 13 agenti israeliani, compreso il deceduto, già rientrati a Tel Aviv grazie a quella che è stata a tutti gli effetti un’operazione di esfiltrazione conclusasi già pochissime ore dopo la tragedia. Decisioni, quelle della procura, che sembrano a molti osservatori fin troppo frettolose per non alzare una nube di domande su quello che qualcuno già chiama “insabbiamento”, e per il quale non mancano diverse teorie che cercano di far luce sull’intera vicenda.

Come è affondata la barca

Innanzitutto il modo in cui il naufragio è avvenuto. La versione ufficiale parla di una tempesta improvvisa, un downburst (forti raffiche di vento discendenti in verticale, che una volta toccato il suolo si diffondono a raggera) che avrebbe ribaltato l’imbarcazione. Non mancano però i testimoni che riferiscono di un temporale, sì, ma non di particolare intensità. Secondo i dati di organi specializzati come meteo.it, poi, la velocità massima dei venti il 28 maggio nei pressi di Sesto Calende, il paese affacciato sul lago all’altezza del quale è avvenuto l’affondamento, era di 29 km/h, decisamente poco per ribaltare un’imbarcazione.

A fare luce sulle reali cause della colata a picco, quindi, dovrà essere il relitto stesso della Gooduria, il cui recupero, però, viene posticipato di giorno in giorno, a causa di non meglio specificate “cause ambientali”. Sul web, intanto aumenta il numero di spiegazioni alternative, tra cui quella di un attentato tramite lo speronamento eseguito da un’altra imbarcazione, forse ordito dall’FSB, il servizio di sicurezza russo. Questa teoria, in particolare, si legherebbe a diverse ipotesi elaborate attorno ai motivi dell’incontro di 19 agenti dei servizi di diversi Paesi.

Perché si sono incontrati

Secondo le ricostruzioni, per adesso molto incerte, sui motivi che hanno portato così tanti elementi dei servizi di intelligence ad incontrarsi, spiccano le teorie che vedrebbero nel pranzo un’occasione di contatto e scambio di informazioni per il monitoraggio di alcune “potenze nemiche” operanti nell’area. In particolare vengono citati l’Iran e la Russia.

Per quanto riguarda la Federazione Russa, infatti, dall’inizio della guerra sembra che molti oligarchi abbiano spostato le proprie preferenze turistiche dal lago di Como alle coste del lago Maggiore, dal quale è facilmente raggiungibile la Svizzera via acqua. Non solo, ma abbondano investimenti di magnati moscoviti, apparentemente intenzionati a fare dell’area un centro delle proprie relazioni in occidente, aggirando le sanzioni tramite prestanome e, di nuovo, le facilmente raggiungibili banche svizzere. Questo potrebbe quindi giustificare l’interesse dei servizi per un particolare oligarca, anche se al momento non ci sono prove in merito.

Secondo un’altra ipotesi, invece, l’incontro sarebbe stato organizzato per discutere di presunte azioni segrete contro traffici d’armi strategiche verso “stati canaglia” in medio oriente. In particolare, secondo il quotidiano israeliano Haaretz, l’agente del Mossad annegato era in Italia a causa di una missione di spionaggio nei confronti delle attività iraniane nell’area. Si parlerebbe addirittura di collaborazioni di aziende italiane, specializzate nel ramo della tecnologia, con agenti iraniani. Quello che emerge è un quadro decisamente oscuro, nel quale prende piede il timore di una compravendita con il Paese mediorientale di segreti industriali e sistemi elettronici finalizzati a promuovere le ricerche sul nucleare della Repubblica Islamica. Una ricostruzione che se confermata svelerebbe una immensa falla nel sistema di difesa occidentale.

I dubbi sulle future indagini

Il varesotto, quindi, si sarebbe fatto obbiettivo di molti interessi incrociati, giustificati dalla sua posizione geografica e dall’alta densità di piccole aziende altamente specializzate nel campo tecnologico. Difficilmente a fare luce sulla questione, comunque, saranno le indagini sul naufragio, certamente destinate a cozzare contro il muro del “segreto di stato”, ma, nonostante ciò, grande attesa ora per il recupero della Gooduria, l’imbarcazione che forse, se non illuminare, potrà almeno leggermente schiarire gli angoli bui di quel 28 maggio. E di quanto di non detto continua ad aleggiare sulle acque del lago.