Massimiliano Ferrari (MEDIANOS, community e gioco): “S'impara a saper stare nei conflitti, a litigare"
Massimiliano Ferrari, commercialista e formatore, ha ideato il gioco sulla gestione dei conflitti e una folta community, arrivando anche al cinema. INTERVISTA in esclusiva per Il Giornale d’Italia.
Massimiliano Ferrari - intervista del 28/09/22
Massimiliano Ferrari è l'ideatore ed il creatore, in pieno lockdown, del gioco in scatola MEDIANOS, che, come dice la parola, si basa sul concetto di mediare fra le parti, non per insegnare l'arte della mediazione, bensì per aiutare chiunque a gestire i conflitti in ogni situazione di vita. I partecipanti dell'omonima community - importante tanto quanto il gioco per Massimiliano, mediatore e formatore oltre che commercialista - si sono decuplicati in 2 anni e mezzo e, ad oggi, se ne contano oltre 400 in Italia e all'estero. Il gioco è in continua diffusione, persino nel settore cinematografico. L'ambito di applicazione di MEDIANOS è ampio, sia come utenti sia come area e scopo d'utilizzo. A questo punto non che resta che fare una sola cosa: tornare a giocare!
Allora conosciamo meglio quest'attività ludica, che già parla diverse lingue, e il suo 'genitore'.
Massimiliano, che vuol dire e che cos’è MEDIANOS?
È una community con più di 400 professionisti, per esempio imprenditori e universitari, oltre a studenti e artigiani. In comune, queste persone, hanno la volontà di gestire i conflitti in modo alternativo. Mi riferisco alle tecniche ADR.
A proposito di ADR, noi due ci siamo conosciuti per via della mediazione (essendo entrambi mediatori).
Sì. Infatti, io nasco come mediatore e formatore in mediazione e, quando ho appreso queste professioni, mi è stata insegnata l’importanza dell’ascolto attivo, dell’empatia, del mettersi nei panni dell’altro e della necessità di spostare le parti dalle loro posizioni agli interessi in gioco. Con MEDIANOS, queste competenze sono state trasferite in un mondo più ampio, senza muri né campanili, e adatto, anche, ai non addetti ai lavori: abbiamo, così, sviluppato le tecniche ADR in ogni situazione della vita.
Il tutto in maniera più giocosa, giusto?
Bravissima, hai aggiunto la parte fondamentale di MEDIANOS, nel senso che abbiamo inserito in una scatola, in una logica di gamification, con la ludodidattica, la possibilità che si possa imparare divertendosi: abbiamo preso le tecniche ADR e abbiamo creato il gioco. Insomma, giocando e mettendosi in gioco, si può apprendere come litigare bene. Preciso che MEDIANOS è una community e, anche, un gioco in scatola; la community si nutre del gioco in scatola, il gioco in scatola si nutre della community.
Come colleghiamo MEDIANOS con i mediatori e gli organismi di mediazione?
MEDIANOS è diventato il gioco ufficiale di un’associazione nazionale di mediatori professionisti, le cui commissioni imprese e scuole lo hanno promosso. Ne è derivata un’ulteriore divulgazione, anche mondiale. Ci sono delle professoresse che andranno in India e lo porteranno con sé, poi è stato utilizzato a un 'Mediation center' londinese, poi mi hanno scritto dall’Australia e così via. Abbiamo già delle versioni inglese, francese, tedesca e spagnola di MEDIANOS. Con la gamification, abbiamo ideato qualcosa di unico, perché non credo che, ad oggi, esista qualcuno che abbia pensato e fatto qualcosa di simile. Questo è importante per noi.
Mi spieghi meglio il concetto di gamification?
Certo. Per gamification si intende l’aver portato un’idea, un contenuto, all’interno di un gioco, attraverso una società professionista che si occupa di fare questo tipo di attività.
Quando hai parlato di ascolto attivo, mi hai ricordato un requisito fondamentale del Life coach, quale sono. Ciò mi ha fatto pensare che un aspetto cui sei e siete attenti, al di là delle tecniche ADR, è, dunque, quello propriamente umano.
Assolutamente! Il nome MEDIANOS richiama il concetto di mediazione, ma, in realtà, porta alla consapevolezza dei bisogni umani. L’accordo esiste, ma non vogliamo far diventare tutti mediatori; piuttosto, vogliamo far capire a una persona che sta litigando o ha una questione da risolvere con qualcuno sia quali emozioni prova, mentre lo fa, sia come utilizzare gli strumenti che potrebbero risultarle utili per gestire il conflitto.
Quando e come è nato MEDIANOS e dove si trova fisicamente la community?
E' nato nel marzo 2020 per una casualità, come spesso capita. Io avevo organizzato un evento di formazione in presenza per una cinquantina di imprenditori della Brianza. Si trattava di un convegno sul passaggio generazionale. Oltre che mediatore e formatore in mediazione, sono un dottore commercialista e mi interesso molto di impresa. Quando fu decretato che l’evento poteva tenersi solo online, fummo solo (rispetto a oggi) in 20 o 30 persone ad apprezzare l’idea. In Italia, siamo: in Sardegna, a Cagliari e Olbia, dove ho organizzato delle palestre e creato delle facilities, tutto MEDIANOS; a Bologna, dove ho partecipato al convegno di A.N.M.P. (Associazione Nazionale Mediatori Professionisti); a Bergamo, dove abbiamo partecipato al festival della sostenibilità, facendo giocare, su un problema come quello della discarica, dei politici, che si sono confrontati proprio attraverso il nostro gioco, mettendo sul tavolo la questione se fosse meglio costruire la discarica sul territorio della provincia bergamasca o su quello della provincia bresciana.
MEDIANOS è dovuta nascere online, ma per giocare la presenza fisica è essenziale: quando siete passati agli eventi in presenza?
Fra aprile e maggio 2022. Il primo si è tenuto ad Assisi, poi siamo stati a Torino, Venezia, Bologna, Firenze. Naturalmente, la presenza ha tutto un altro spessore.
Qual è il rapporto fra MEDIANOS e l’ambito cinematografico? E' una bella novità, no?
Diverse sono le nostre attività legate all’ambito cinematografico. 1) Abbiamo realizzato un film di 20-30 minuti, già mostrato nelle scuole, in cui abbiamo messo in scena una mediazione. 2) Di recente, siamo stati contattati per una manifestazione d’interesse dal Festival di Trieste sul cinema Ibero-Latino Americano, dove saremo ospiti di eccezione il 19 novembre 2022. Francesca Mometti, la direttrice organizzativa del festival, ci ha chiesto di usare il gioco MEDIANOS, con l'intento di far conoscere il loro modo di vivere il cinema nelle scuole. Molte pellicole del festival vertono sul tema dei conflitti, perciò volevano ''il gioco per imparare a litigare bene''. 3) Ci è arrivato il comunicato stampa del film "Il morso del ramarro" della regista Maria Lodovica Marini, presentato alla 79° Mostra del Festival di Venezia dalla società di produzione cinematografica ligure CIMA PROD: l'uscita nelle sale del film, il prossimo 7 ottobre, è stata preceduta, il 5 ottobre, dalla palestra di MEDIANOS tenutasi a Chiavari, il cui comune ha patrocinato "Il morso del ramarro". Ecco, pure in questo caso, si è trattata di una produzione interessata a unire la gestione del conflitto, focus del film, con il nostro gioco. 4) Abbiamo una conferma dalla stessa casa di produzione e dalla stessa regista a proposito di un loro prossimo film, incentrato anch'esso sul conflitto, nel quale qualcuno dei personaggi giocherà a MEDIANOS in alcune scene. Tutte queste sono vere soddisfazioni!
MEDIANOS UNA STORIA BRIANZOLA OFFICIAL VIDEO Short Version
La 37a edizione del Festival del Cinema Ibero-Latino Americano si terrà dal 12 al 20 Novembre 2022 a Trieste, presso il Cinema Teatro Miela e online.
Massimiliano, il gioco MEDIANOS presente nel citato film da realizzare mi fa pensare a una sorta di product placement.
Forse. Guarda, soprattutto, come dico sempre, il successo di MEDIANOS è far succedere. Noi seguiamo quanto ci succede intorno, dandovi molta enfasi e trovando delle belle risposte, perché il gioco, ossia la modalità che abbiamo scelto, è potente. Giocare a MEDIANOS vale più di mille parole che cerchino di spiegarne valore e benefici. Aggiungo che sapere stare nel conflitto e gestire le emozioni vissute nel conflitto ed imparare a litigare bene è un qualcosa che serve, soprattutto, alle persone adulte.
Facciamo un passo indietro. L’idea è venuta proprio a te, Massimiliano, giusto? E ti sei subito mosso da solo?
Sì. L’idea è mia e mi è venuta al centro Colleoni a Monza, dove mi trovavo per presentare un corso sul controllo di gestione, all’uscita del quale ho visto, su un tavolo, un depliant in cui c’era scritto ‘Hai un’idea? Hai dei contenuti? Vuoi metterli in un gioco?’. Ripensandoci e pensando alla mia storia – io sono un appassionato amatoriale dei giochi in scatola – ho deciso di portare l’idea ad alcune persone che frequentavo in via professionale. Molti - essendo io considerato proattivo e creativo, esplosivo ma meno capace di razionalizzare l’idea - hanno considerato la mia proposta, poi solo alcuni mi hanno dato una mano. Abbiamo passato delle ore, soprattutto impegnandomi io in prima persona, con la società professionale che ha realizzato la scatola, la Tambù. Tengo a ribadire che il gioco in scatola ha un valore solo perché ha valore la community MEDIANOS.
La vendita del gioco com'è andata?
In questi anni, non ci si poteva incontrare, perciò era difficile pensare che un gioco in scatola potesse prendere piede, eppure la prima edizione di MEDIANOS è andata esaurita (circa 500 pezzi, che per noi sono tanti). Ora siamo alla seconda edizione (con un numero di pezzi assai maggiore, sui 1500). Ci auguriamo che ce ne sarà una terza, caratterizzata da una distinzione di categoria: edizione business, edizione scuola, edizione terzo settore, edizione sport. Infatti, oggi, ci giocano le squadre sportive; l’anno scorso abbiamo formato 300 ragazzi di un liceo con un P.T.C.O. di 30 ore (alternanza scuola-lavoro); siamo nelle imprese, dove organizziamo dei team building; siamo, anche, nel sociale, in particolare presso la Scuola dei giovani di Pavia. Il bello di MEDIANOS, per me, è scoprire che ogni giorno c’è qualcuno che ha l’acquistato, per l’uso che crede, e ne conosce il funzionamento.
Tu, Massimiliano, non litighi, medi e giochi. È una piccola provocazione. Come rispondi?
(ridendo, ndr) Grazie per la provocazione! Mi aiuta a spiegarmi bene. Ritengo assolutamente sbagliato non litigare, sia perché è inevitabile sia perché costituisce un’opportunità. Il gioco è perché si litiga. Io, non solo litigo, ma, grazie a MEDIANOS, ho realizzato quanto sia importante essere autentici: c’è una concezione diffusa secondo la quale, talvolta, è più importante del contenuto il come lo si comunica, invece noi andiamo nel senso opposto, cioè chi gioca a MEDIANOS impara a sapere stare nel conflitto vivendolo, non evitandolo, e tirando fuori una parte di sé che, magari, si tiene dentro; insomma, vale più il contenuto! Certamente, il modo in cui ci si esprime ha valore e peso, ecco perché ho diffuso una carta apposita sulla comunicazione verbale non violenta.
Dammi lo slogan di MEDIANOS.
Con MEDIANOS impari a saper stare nei conflitti o a litigare bene.
Saluto e ringrazio Massimiliano, anche per il tempo dedicatomi per l'intervista, e invito tutti a fare una cosa sola: giocare!