Il riconoscimento del Somaliland e la nuova partita sul Mar Rosso: Israele, Africa e il ritorno della geopolitica delle fratture
La mossa israeliana su Hargeisa riaccende le tensioni nel Corno d’Africa, apre un precedente destabilizzante e inserisce il Somaliland nel grande confronto strategico tra Medio Oriente, Africa e potenze globali
Un riconoscimento che rompe un tabù
Il riconoscimento del Somaliland da parte di Israele, annunciato il 26 dicembre, rappresenta una frattura profonda rispetto alla linea seguita per oltre trent’anni dalla comunità internazionale. Dal 1991 Hargeisa esercita un controllo statale di fatto, ma nessun Paese aveva mai trasformato questa realtà in legittimità giuridica. Tel Aviv ha scelto di farlo ora, consapevole di innescare una reazione a catena in una delle aree più sensibili del pianeta.
La reazione regionale e internazionale
La risposta della Somalia è stata immediata e durissima: Mogadiscio parla di atto illegale e di violazione della propria sovranità. Attorno a questa posizione si sono allineati attori chiave come Egitto, Turchia, Gibuti, l’Unione Africana e le principali organizzazioni regionali. Anche Unione Europea, Lega Araba e OIC hanno espresso forte preoccupazione, temendo che il precedente possa alimentare nuove spinte secessioniste in tutto il continente africano.
Gli Accordi di Abramo come cornice politica
Israele colloca l’intesa con Hargeisa all’interno degli Accordi di Abramo, rilanciandoli dopo il loro indebolimento seguito alla guerra di Gaza. Per il Somaliland l’adesione promette investimenti, cooperazione tecnologica e accesso a reti economiche oggi precluse. Per Tel Aviv, invece, significa acquisire un partner strategico in una posizione cruciale, affacciata sul Golfo di Aden e all’ingresso del Mar Rosso.
Il valore militare e marittimo di Berbera
Dal punto di vista strategico, il Somaliland offre ciò che conta davvero nella geopolitica contemporanea: porti, basi e controllo delle rotte. Il porto di Berbera, già sviluppato dagli Emirati Arabi Uniti, è destinato a diventare un hub logistico e militare di primaria importanza. Qui convergono interessi israeliani, emiratini ed etiopici, con l’obiettivo di sorvegliare Bab el-Mandeb e contenere l’azione degli Houthi, alleati dell’Iran.
Un precedente che rischia di incendiare il Corno d’Africa
Il riconoscimento israeliano apre un precedente pericoloso. Movimenti separatisti in altre aree africane potrebbero sentirsi legittimati a seguire l’esempio somalilandese. Il timore è che si inneschi una balcanizzazione africana, aggravata da rivalità etniche e claniche. Non a caso, all’interno dello stesso Somaliland sono esplose tensioni, con regioni come Awdal e Selel che rimettono in discussione l’autorità di Hargeisa.
L’Etiopia e la tentazione dello sbocco al mare
Tra gli attori più interessati vi è l’Etiopia, grande potenza regionale priva di accesso al mare. Il memorandum firmato nel 2024 con Hargeisa, poi congelato, potrebbe tornare d’attualità. Addis Abeba vedrebbe nel riconoscimento del Somaliland una via per ottenere basi navali e influenza marittima, rafforzando al contempo l’asse con Emirati e Israele.
Il confronto globale: Cina e Stati Uniti
Sul piano globale, la mossa israeliana tocca nervi scoperti. Pechino ha ribadito il principio di “una sola Somalia”, parallelo alla sua dottrina di “una sola Cina”, temendo che il precedente possa rafforzare le ambizioni di Taiwan, già molto attiva a Hargeisa. Gli Stati Uniti, pur alleati di Israele, mantengono per ora una linea prudente, consapevoli del rischio di destabilizzare ulteriormente una regione cruciale per i traffici globali.
Il Mar Rosso come nodo strategico del XXI secolo
Il cuore della questione è il controllo delle rotte marittime. Dal Mar Rosso e da Bab el-Mandeb transita circa il 12% del commercio mondiale. Le crisi recenti hanno mostrato quanto questo corridoio sia vulnerabile. Il Somaliland, inserito nei progetti come l’IMEC e in competizione indiretta con la Belt and Road Initiative cinese, diventa un tassello di una partita molto più ampia.
Una mossa che va oltre Hargeisa
Il riconoscimento del Somaliland non è solo un atto diplomatico: è una scelta che ridefinisce equilibri regionali e globali. Israele ottiene un avamposto strategico, ma al prezzo di accrescere le tensioni in Africa e nel mondo arabo. Nel Corno d’Africa si apre una nuova fase, segnata da frammentazione, competizione tra potenze e militarizzazione delle coste. È qui, più che nei comunicati ufficiali, che si misura la portata reale della decisione israeliana.