Greta Thunberg arrestata per solidarietà a Palestine Action mentre Israele devasta la Palestina con impunità totale, il mondo al contrario
Mentre Greta veniva ammanettata per aver mostrato un cartello, a poche ore di volo da Londra, il governo israeliano approvava 19 nuovi insediamenti coloniali illegali in Cisgiordania, portando il totale delle colonie a 210 – un aumento del 50% rispetto al 2022
A Londra, la polizia ha arrestato Greta Thunberg con l'accusa di terrorismo. Il suo crimine? Aver tenuto un cartello con la scritta: "Sostengo i prigionieri di Palestine Action. Mi oppongo al genocidio". L'arresto è avvenuto in base alla Sezione 13 del Terrorism Act del 2000, la stessa legge usata per perseguitare chiunque esprima solidarietà verso Palestine Action, gruppo dichiarato illegale e "terroristico" dal governo britannico lo scorso luglio.
Benvenuti nel mondo al contrario
Mentre Greta veniva ammanettata per aver mostrato un cartello, a poche ore di volo da Londra, il governo israeliano approvava 19 nuovi insediamenti coloniali illegali in Cisgiordania, portando il totale delle colonie a 210 – un aumento del 50% rispetto al 2022. Nello stesso momento, i coloni israeliani conducevano in media otto attacchi giornalieri contro i palestinesi durante la raccolta delle olive di ottobre, il numero più alto mai registrato dall'Onu dal 2006. In buona sostanza chi si oppone al genocidio viene trattato da terrorista, mentre chi lo perpetra gode di impunità totale e sostegno diplomatico.
Otto attivisti al 52° giorno di sciopero della fame: uno muore, il governo britannico resta indifferente
Qesser Zuhrah, ventenne, è al 52° giorno di sciopero della fame. Non riesce più a stare in piedi, rischia la vita. Insieme a lei, altri sette attivisti di Palestine Action – Amu Gib, Heba Muraisi, Jon Cink, Teuta "T" Hoxha, Kamran Ahmed, Muhammad Umer Khalid e Lewie Chiaramello – rifiutano il cibo dal 2 novembre, anniversario della Dichiarazione Balfour che regalando - in nome del governo inglese - le terre palestinesi ai primi sionisti, segnò l'inizio della via crucis del popolo palestinese. Le richieste del gruppo Palestine Action sono di una semplicità disarmante: uscita su cauzione, processo equo, fine della censura carceraria, libertà di espressione. Stanno morendo per chiedere diritti fondamentali garantiti dalla Convenzione Europea dei Diritti Umani. Eppure, né il Segretario alla Giustizia David Lammy, né il Primo Ministro Keir Starmer hanno accettato di incontrare i loro avvocati. Il loro "crimine"? Quattro di loro sono accusati di aver fatto irruzione nel 2024 in un'azienda bellica legata a Israele. Altri quattro avrebbero danneggiato due aerei militari alla base RAF, Brize Norton, causando milioni di sterline di danni. Si tratta di azioni di disobbedienza civile non violenta, della stessa natura delle proteste delle Suffragette o dei movimenti per i diritti civili. Eppure sono detenuti in custodia cautelare da oltre un anno, senza processo, con date fissate non prima del 2027. Questo è il più grande sciopero della fame coordinato in carcere negli ultimi 40 anni nel Regno Unito. L'ultimo precedente risale a Bobby Sands e ai militanti dell'IRA nei primi anni '80. Ottocento tra medici, avvocati e familiari hanno implorato il governo di intervenire prima che ci siano morti. Invano.
Palestine Action: da movimento nonviolento a "organizzazione terroristica"
Il 5 luglio 2025, l'allora ministra dell'Interno Yvette Cooper ha bandito Palestine Action come gruppo terroristico, deliberatamente torcendo il senso del Terrorism Act del 2000. Da quel giorno, la polizia ha arrestato circa 2.500 persone per aver "sostenuto" Palestine Action, molte durante sit-in pacifici a Parliament Square e Trafalgar Square. È la prima volta nella storia moderna britannica che un gruppo nonviolento di attivisti viene etichettato come terroristico. Una deriva autoritaria che aveva già colpito organizzazioni ambientaliste come Extinction Rebellion e Just Stop Oil, ora estesa alla solidarietà palestinese.
Ad agosto, un giudice dell'Alta Corte ha concesso a Palestine Action il permesso di appellarsi contro questa che considera un'interferenza sproporzionata con gli articoli 10 e 11 della Convenzione Europea dei Diritti Umani, che garantiscono libertà di parola e di riunione pacifica. La sentenza, attesa per gennaio, potrebbe annullare la messa al bando e revocare tutte le condanne. Ma nel frattempo, giovani idealisti muoiono lentamente nelle celle britanniche. L'ipocrisia è sbalorditiva: la stessa Convenzione Europea che il governo britannico invoca per bandire Palestine Action è quella che Londra vuole demolire quando si tratta di migranti e richiedenti asilo. I diritti umani, per il governo di Starmer, sono a geometria variabile.
Mentre in Cisgiordania si consuma l'apocalisse
Mentre otto attivisti britannici muoiono lentamente per aver protestato contro le forniture d'armi a Israele, in Cisgiordania si consuma un'apocalisse quotidiana sotto gli occhi indifferenti dell'Occidente. I numeri sono terrificanti: dall'ottobre 2023 al novembre 2025, forze di sicurezza israeliane e coloni hanno ucciso almeno 1.017 palestinesi in Cisgiordania, inclusi 221 bambini. Solo nel 2025, sono stati uccisi 227 palestinesi, di cui oltre l'80% nei governatorati settentrionali. Nello stesso periodo, 59 israeliani sono stati uccisi in attacchi palestinesi. Ma i numeri freddi non raccontano la brutalità sistematica dell'occupazione. Durante la raccolta delle olive di ottobre 2025 – un rito millenario profondamente radicato nella cultura palestinese – i coloni hanno lanciato in media otto attacchi al giorno, il numero più alto mai registrato dall'Onu dal 2006. Oltre 260 attacchi in un solo mese. Agricoltori palestinesi picchiati fino all'incoscienza, alberi centenari bruciati o abbattuti, moschee date alle fiamme con il Corano profanato, case distrutte, bestiame torturato.
Afaf Abu Alia, una donna palestinese, è stata picchiata fino alla perdita di coscienza da un colono israeliano mentre raccoglieva olive. L'aggressione è stata filmata dal giornalista americano Jasper Nathaniel, che a sua volta è stato attaccato dai coloni ed è dovuto fuggire. Le truppe dell'IDF di stanza nell'area li avevano abbandonati, nonostante Nathaniel avesse avvertito i soldati di temere per la propria incolumità. Un ragazzo di 13 anni, Aysam Jihad Labib Naser, è morto a novembre dopo aver inalato gas lacrimogeni sparati dalle forze di sicurezza israeliane mentre i coloni attaccavano la sua famiglia durante la raccolta delle olive a Beita, vicino Nablus. Due sedicenni, Mohammad Abdullah Mohammad Taym e Mohammad Rashad Fadel Qasim, sono stati uccisi a colpi di arma da fuoco dalle forze israeliane nel villaggio di Al Judeira a Gerusalemme Est, secondo le autorità israeliane mentre lanciavano molotov. Video diffusi sui social media mostrano truppe israeliane che uccidono uomini palestinesi disarmati a Jenin mentre questi alzano le mani in segno di resa. Nel primo semestre del 2025, si sono registrati 757 attacchi di coloni che hanno causato vittime o danni alle proprietà – un aumento del 13% rispetto allo stesso periodo del 2024. Il numero di feriti palestinesi causati dai coloni nel 2025 supera il totale dei due anni precedenti messi insieme: 733 palestinesi feriti da attacchi confermati dei coloni, più altri 324 feriti in circostanze ambigue dove potrebbero essere stati coinvolti anche soldati. L'Onu documenta che più di 1.000 attacchi violenti di coloni sono stati perpetrati solo nei primi otto mesi del 2025. Il 2025 si avvia a diventare l'anno più violento mai registrato.
La colonizzazione si intensifica: l'annessione de facto è in corso
Parallelamente alla violenza quotidiana, il messianico governo israeliano di estrema destra guidato da Benjamin Netanyahu (sulla quale testa pende un mandato di arresto – unitamente all'ex ministro della Difesa israeliana Yoav Gallant - disposto dalla Corte penale internazionale per crimini di guerra a Gaza) ha intensificato l'espansione coloniale illegale. Il 21 dicembre, il gabinetto di sicurezza israeliano ha approvato 19 nuovi insediamenti coloniali in Cisgiordania, portando il totale approvato negli ultimi due anni a 69 – un record assoluto. Questo porta il numero totale di colonie da 141 nel 2022 a 210 oggi: un aumento del 50% sotto l'attuale governo di estrema destra. Due di questi nuovi insediamenti, Kadim e Ganim, erano stati evacuati nel 2005 come parte del piano di disimpegno da Gaza – la loro ricostituzione rappresenta una beffa alla comunità internazionale. Il Segretario Generale dell'Onu António Guterres ha condannato l'espansione "inesorabile" degli insediamenti, che "continua ad alimentare le tensioni, impedisce ai palestinesi l'accesso alla loro terra e minaccia la fattibilità di uno stato palestinese pienamente indipendente, democratico, contiguo e sovrano". L'espansione coloniale del 2025 ha raggiunto i livelli più alti dal 2017. Il Ministro delle Finanze Bezalel Smotrich (autodichiaratosi fascista, razzista e omofobo), lui stesso colono e sostenitore fanatico dell'annessione, ha dichiarato apertamente: "Sul terreno, stiamo bloccando l'istituzione di uno stato terroristico palestinese". Il Ministro della Sicurezza Nazionale Itamar Ben-Gvir, altro estremista di destra (già condannato dallo stesso Stato di Israele per razzismo e terrorismo) che supervisiona le forze di polizia, condivide questa visione espansionista. La Corte Internazionale di Giustizia ha stabilito nel 2024 che l'occupazione israeliana è illegale e ha ordinato a Israele di "cessare immediatamente tutte le nuove attività di insediamento e di evacuare tutti i coloni" dai territori occupati. L'Alto Commissario dell'Onu per i Diritti Umani Volker Türk ha ribadito che "il trasferimento da parte di Israele di parte della propria popolazione civile nel territorio che occupa costituisce un crimine di guerra".Eppure Israele continua indisturbato. La comunità internazionale si limita a dichiarazioni di condanna senza conseguenze. L'amministrazione Trump, tornata alla Casa Bianca nel gennaio 2025, ha adottato una posizione permissiva verso l'attività di insediamento israeliana, revocando le sanzioni imposte dall'amministrazione Biden contro coloni violenti e gruppi accusati di perpetrare violenze contro i palestinesi.
Il meccanismo dell'impunità: quando lo Stato e i coloni sono la stessa cosa
La linea tra violenza dei coloni e violenza di Stato si è dissolta fino al punto di scomparsa. I coloni operano spesso con il sostegno esplicito o la complicità delle forze di sicurezza israeliane. Video mostrano coloni che attaccano palestinesi mentre soldati dell'IDF assistono passivamente, o addirittura li supportano. In alcuni casi, i soldati stessi partecipano agli attacchi o rubano olive dopo aver dichiarato le aree "zone militari" ed espulso gli agricoltori palestinesi. Il governo israeliano ha intrapreso una progressiva militarizzazione del movimento dei coloni, trasferendo poteri dall'esercito al governo civile per facilitare l'espansione coloniale e l'integrazione costante della Cisgiordania occupata nello stato di Israele. Progetti infrastrutturali come le strade "bypass" – riservate esclusivamente a veicoli con targa israeliana – frammentano il territorio palestinese, creando bantustan (territori segregati creati dal regime dell'apartheid sudafricano per confinare la popolazione nera, riserve frammentate, disconnesse, senza vera sovranità. Il termine viene usato comunemente da analisti, ONG e osservatori ONU per descrivere proprio la frammentazione della Cisgiordania creata dagli insediamenti israeliani, dalle strade riservate ai coloni e dai checkpoint militari) disconnessi e rendendo impossibile qualsiasi stato palestinese contiguo. L'Ufficio Onu per il Coordinamento degli Affari Umanitari documenta almeno 849 "ostacoli al movimento" che limitano permanentemente o intermittentemente la circolazione di 3,3 milioni di palestinesi in Cisgiordania, inclusa Gerusalemme Est. Il piano E1, un progetto di insediamento in un'area a est di Gerusalemme, la cui costruzione è stata approvata nell'agosto 2025 dopo essere stato congelato per decenni a causa delle obiezioni statunitensi, dividerà fisicamente la Cisgiordania in due. Palestinesi e organizzazioni per i diritti umani accusano l'esercito e la polizia israeliani di non riuscire a fermare gli attacchi dei coloni. Ma questa è una lettura generosa: non si tratta di incapacità, ma di complicità attiva. Il governo israeliano è dominato da estremisti di destra che sono essi stessi coloni o sostenitori del movimento dei coloni. L'impunità è totale. Raramente i coloni vengono arrestati per i loro crimini.
La complicità occidentale: armi, silenzio e persecuzione del dissenso
Ed ecco che torniamo a Londra, dove Greta Thunberg viene arrestata per terrorismo mentre tiene un cartello. Il paradosso è grottesco: il Regno Unito arresta migliaia di persone per aver protestato contro le forniture d'armi a Israele, mentre continua a fornire quelle stesse armi. Il governo laburista di Keir Starmer, che si proclama difensore dei diritti umani, lascia morire di fame otto attivisti nelle sue prigioni e arresta una delle voci più influenti della giovane generazione globale per aver mostrato un cartello. Jeremy Corbyn, ex leader laburista ora figura di spicco del neonato Your Party, ha esortato il premier Starmer durante il Prime Minister's Question a incontrare i rappresentanti degli attivisti in sciopero della fame, sottolineando che si tratta di persone in custodia cautelare, senza condanna. Zarah Sultana (parlamentare britannica laburista di sinistra, molto attiva sulle questioni palestinesi e dei diritti umani), ha partecipato a un presidio davanti alla prigione. Diciannove parlamentari laburisti, insieme a deputati e Lord, hanno inviato lettere al governo. Tutto inutile.
La lezione della storia: chi sono i veri terroristi?
La storia ha un modo crudele di smascherare l'ipocrisia. Le Suffragette furono considerate criminali e terroriste, oggi sono celebrate come eroine. I membri del Congresso Nazionale Africano furono bollati come terroristi, Nelson Mandela rimase nella lista terroristica USA fino al 2008 – oggi è venerato come santo laico della libertà. Palestine Action verrà ricordata allo stesso modo: come un movimento che cercò di fermare un genocidio mentre i governi occidentali, complici e codardi, fornivano le armi per perpetrarlo. Il mondo è davvero al contrario quando chi bombarda ospedali, scuole e campi profughi è considerato "che si difende", mentre chi protesta contro queste atrocità è etichettato come terrorista. Quando chi espande illegalmente colonie, ruba terre, brucia case, uccide bambini e annienta ulivi centenari gode di impunità totale, mentre chi mostra un cartello viene arrestato sotto leggi antiterrorismo. È un mondo al contrario quando 750.000 coloni illegali vivono in Cisgiordania protetti dall'esercito più potente del Medio Oriente, mentre 3,3 milioni di palestinesi vivono sotto occupazione militare, segregati, umiliati, privati dei diritti più basilari. È un mondo al contrario quando la Corte Internazionale di Giustizia dichiara l'occupazione illegale, quando la Corte Penale Internazionale emette mandati d'arresto per crimini di guerra, quando l'Onu condanna ripetutamente gli insediamenti come violazione del diritto internazionale, e tutto questo non ha alcuna conseguenza. È un mondo al contrario quando il genocidio ha carta bianca mentre il dissenso viene criminalizzato.
Qesser Zuhrah, ventenne, sta morendo in una prigione britannica perché ha osato protestare contro la complicità del suo Paese in un genocidio. Greta Thunberg viene arrestata per terrorismo per aver tenuto un cartello. Otto giovani idealisti rifiutano il cibo da 52 giorni, alcuni già ospedalizzati, perché credono nella giustizia e nella libertà di espressione. Nel frattempo, il ministro israeliano delle Finanze Bezalel Smotrich annuncia con orgoglio 69 nuove colonie illegali. I coloni bruciano moschee, distruggono uliveti millenari, picchiano donne e bambini, uccidono con impunità. L'esercito israeliano ammazza palestinesi disarmati che si arrendono, demolisce case, restringe la libertà di movimento di milioni di persone.
E i governi occidentali – Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Italia – continuano a fornire armi, sostegno diplomatico, copertura nelle istituzioni internazionali. Mentre arrestano chi protesta, mentre criminalizzano il dissenso, mentre lasciano morire di fame giovani coraggiosi nelle loro prigioni. La storia giudicherà. E quando lo farà, saranno i Qesser Zuhrah, i Greta Thunberg, i Jeremy Corbyn di questo mondo ad essere ricordati dalla parte giusta. Mentre i Keir Starmer, i Benjamin Netanyahu, i Bezalel Smotrich saranno ricordati per ciò che sono: architetti o complici di uno dei crimini più documentati e più ignorati della nostra epoca.
Il mondo è al contrario. Ma non per sempre.
Di Eugenio Cardi