Il destino dell'Europa e il nuovo ordine mondiale: tra illusioni di indipendenza e l'ineluttabile dominanza del capitale

L'Europa sta per affrontare una metamorfosi che la vedrà trasformarsi in un semplice ingranaggio della macchina del capitalismo globale, con la perdita della sua identità e sovranità politica.

L’Europa tra passato glorioso e presente mediocre

Il dibattito sulla futura posizione dell'Europa nel contesto geopolitico mondiale è sempre più acceso. Tuttavia, l'analisi della realtà attuale, senza facili illusioni, porta a una conclusione amara: l'Europa, come l'abbiamo conosciuta, non ha futuro. La vecchia Europa dei grandi conflitti imperialistici, della cultura illuminata, della competizione tra potenze, è ormai un ricordo sbiadito. Oggi, ciò che chiamiamo "Europa" non è altro che una pseudo-unione, un'entità che ha perso la sua indipendenza politica e si è ridotta a uno strumento nelle mani del capitale globale. E, purtroppo, il suo destino non sembra andare verso un miglioramento.

La nascita di un nuovo ordine mondiale e il "policentrismo globale"

Il concetto di policentrismo globale introdotto nel recente saggio di Cossu, purtroppo, non appare una visione realizzabile per l'Europa nel medio-lungo periodo. La teoria secondo cui l'Europa dovrebbe abbracciare un ruolo di "equilibratore" nel nuovo ordine mondiale è, sì, interessante, ma non tiene conto delle gravi disfunzioni interne e della crescente sottomissione agli interessi transnazionali. L'Europa, come entità geopolitica, ha ormai smarrito la sua capacità di agire autonomamente e, di fatto, le decisioni politiche chiave vengono prese non da sovrani legittimi, ma da tecnocrati al servizio degli interessi economici internazionali. L'illusione di una "nuova Europa", che possa giocare un ruolo da protagonista nel contesto mondiale, è dunque destinata a sfumare. Piuttosto, l'Europa è chiamata a fare i conti con un futuro segnato da declino e perdita di influenza.

La fine del "Sacro Romano Impero" e l'eterna conflittualità europea

Nel corso dei secoli, l'Europa ha sempre vissuto nell'incertezza, tra tentativi imperiali e guerre devastanti. Il primo grande fallimento risale al crollo del Sacro Romano Impero, che, dopo la morte di Carlo Magno, si disgregò in conflitti interni. Da quel momento, le ambizioni imperiali di potenze come Francia, Spagna, Austria e più recentemente la Prussia non hanno fatto altro che accentuare la divisione dell'Europa, senza mai riuscire a consolidare una vera egemonia continentale. L’Europa, anche quando ha tentato di raggiungere una stabilità geopolitica, è stata sempre ostacolata dalle sue contraddizioni interne. La pace di Westfalia del 1648 segnò un tentativo di stabilire un equilibrio, ma in realtà non fece altro che sancire la compromissione delle identità nazionali e l'incapacità di costruire una vera unità politica.

Il "nuovo impero" inglese: l'ascesa e la supremazia globale

Mentre l'Europa si lacerava in conflitti senza fine, un altro impero, più pragmatista, cresceva al di fuori delle sue frontiere. L'Impero britannico non ambiva a dominare l’Europa, ma puntava a un dominio globale, approfittando della divisione interna del continente. In questo modo, l'Inghilterra riuscì a conquistare il mondo, diventando la potenza economica e coloniale dominante. Con la fine del XIX secolo, non c'era dubbio che l'Europa fosse la padrona del mondo, ma anche in quel periodo la coerenza europea era solo apparente, perché il potere era frammentato tra le potenze imperiali, che si limitavano a farsi guerra tra di loro, senza mai cercare una vera alleanza di civiltà.

L'Europa come "vittima" del capitalismo globale

Oggi, l'Europa che conosciamo è ben lontana dalla grande Europa di un tempo. Al posto di un continente potente e autonomo, troviamo una macchina burocratica e politicamente impotente, incapace di difendere gli interessi dei suoi popoli. L'Unione Europea, che doveva essere il baluardo della cooperazione e della pace, si è trasformata nel giocattolo del grande capitale, un'entità che serve esclusivamente per garantire il dominio delle grandi multinazionali e delle élite finanziarie globali. Le politiche di austerità, la gestione centralizzata dell'economia e le decisioni dettate da tecnocrati non eletti sono il sintomo di una colonizzazione interna da parte di poteri esterni. La popolazione europea, ormai sottoposta a un continuo processo di alienazione culturale e sociale, si è vista privata della sua identità e della sua sovranità.

L’illusione di una "nuova Europa" nel contesto del policentrismo

Il principio di policentrismo teorizzato da Cossu potrebbe sembrare attraente, ma non rispecchia la realtà dei fatti. Se anche l'Europa riuscisse a liberarsi dall'abbraccio soffocante del capitale globale, quali sarebbero le sue vere capacità di influenzare gli equilibri geopolitici? L'idea che un’Europa unita e indipendente possa essere in grado di sedere al tavolo dei grandi protagonisti del nuovo ordine mondiale è pura illusione. Se l'Unione Europea si sfaldasse, non ci sarebbe un ritorno ai vecchi stati-nazione sovrani con potere di influenzare il mondo. Piuttosto, l'Europa sarebbe ridotta a un mero spettatore di un gioco geopolitico che ormai si gioca tra Stati Uniti, Cina, e le potenze emergenti.

La "Eurolager": una prigione di popoli e ideologie

Le attuali élite politiche europee sembrano rispondere a logiche che non sono quelle di una vera unione tra popoli, ma quelle di un grande capitale che gestisce l’Europa come una grande prigione. Questi "funzionari del capitale" non hanno nessuna intenzione di restituire potere ai cittadini, ma si limitano a gestire le politiche economiche in maniera funzionale agli interessi dei grandi gruppi finanziari. Le decisoni politiche, dalle sanzioni alla gestione della crisi ucraina, non sono altro che il risultato di una serie di imposizioni esterne, che riducono i popoli europei a mere pedine in un gioco che non hanno mai scelto.

L’Europa tra rassegnazione e sfide globali

L’Europa, che una volta era il cuore pulsante della civiltà mondiale, sta lentamente morendo come entità politica indipendente. Il suo futuro, purtroppo, è segnato dalla crescente sottomissione agli interessi del capitale transnazionale, mentre le sue potenzialità di influenza geopolitica si assottigliano giorno dopo giorno. La vera sfida dell'Europa del futuro non è trovare un posto al tavolo del policentrismo globale, ma sopravvivere come un sistema coeso e indipendente, capace di proteggere gli interessi dei suoi popoli e la sua identità culturale. Ma se continuerà a seguire la strada tracciata dalle élite neoliberiste, l’Europa non avrà un futuro glorioso, ma un futuro in cui la sua sovranità sarà sempre più marginale nel contesto di un ordine mondiale dominato dal grande capitale.