Onu condanna ancora Israele: "Occupazione e annessione de facto delle Alture del Golan siriano è illegale, Tel Aviv si ritiri a linea del 1967"
L’Onu dichiara illegale l’occupazione israeliana del Golan: 123 Paesi votano a favore, record storico che rafforza la posizione diplomatica della Siria, 41 astenuti e 7 contrari, fra cui gli Usa
L'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha condannato ancora Israele per questioni territoriali. L'Onu ha infatti denunciato che l'"occupazione e l'annessione de facto delle Alture del Golan siriano è illegale" e ha invitato Tel Aviv a ritirarsi fino alla linea di confine definita il 4 giugno del 1967.
Onu condanna ancora Israele: "Occupazione e annessione de facto delle Alture del Golan siriano è illegale, Tel Aviv si ritiri a linea del 1967"
L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato nella notte una nuova risoluzione che dichiara illegale l’occupazione e l’annessione da parte di Israele delle Alture del Golan siriano, chiedendo il ritiro completo fino alla linea del 4 giugno 1967. Si tratta di un voto particolarmente significativo: il testo, presentato dall’Egitto, ha ottenuto il sostegno di 123 Paesi, un aumento rilevante rispetto ai 97 registrati lo scorso anno. Sette Stati, inclusi Israele e gli Stati Uniti, hanno votato contro, mentre 41 si sono astenuti.
La risoluzione ribadisce che la decisione israeliana del 14 dicembre 1981 di estendere al Golan le proprie leggi, giurisdizione e amministrazione è “nulla e priva di qualsiasi legittimità”. Il documento richiama inoltre Israele al rispetto delle pertinenti risoluzioni del Consiglio di Sicurezza, tra cui la n. 497 del 1981, e sollecita un ritiro completo dall’area occupata.
La delegazione siriana ha accolto il voto come un successo diplomatico di grande rilievo. Il rappresentante permanente della Siria presso l’Onu, Ibrahim Al-Ali, ha sottolineato in dichiarazioni ai media statali che per la prima volta il sostegno al testo ha raggiunto quota 123, evidenziando uno spostamento nelle posizioni internazionali di oltre 26 Paesi rispetto all’anno precedente. Secondo Al-Ali, ciò dimostra che, nonostante le difficoltà interne e regionali, la Siria continua a difendere con fermezza il proprio diritto sul Golan e a sfruttare gli strumenti diplomatici per consolidare il proprio sostegno globale.
Il diplomatico siriano ha inoltre affermato che eventuali colloqui in corso non includono discussioni sul destino del Golan, ribadendo che quel territorio rimane “arabo siriano” e che la posizione di Damasco su questo punto è immutabile. Ha ricordato, inoltre, che in passato i contatti indiretti tra Siria e Israele furono supervisionati dal presidente statunitense Donald Trump e riguardavano soprattutto questioni di sicurezza.
La risoluzione, pur non vincolante, rappresenta un indicatore politico del crescente isolamento internazionale della posizione israeliana sul Golan e conferma la persistenza del consenso globale attorno al principio dell’integrità territoriale della Siria. Resta ora da vedere quale impatto avrà sulla dinamica regionale e sui rapporti diplomatici tra le parti coinvolte.