Rosa Parks, quando restare seduti significa ribellarsi: 70 anni dal gesto che ha cambiato la storia della segregazione razziale
Era il 1° dicembre 1955, quando a Rosa Parks, sarta afroamericana di 42 anni, tornando a casa in autobus, fu ordinato dall’autista di cedere il posto ad un passeggero bianco, in accordo a quanto imposto dalle leggi razziali dell’epoca. Tuttavia, stanca di subire simili ingiustizie, la Parks rispose con fermezza: “No”
Esattamente 70 anni fa, una donna silenziosa, ma audace, cambiò per sempre la storia degli Stati Uniti d’America, semplicemente rimanendo seduta. Era, di fatto, il 1° dicembre 1955, quando a Rosa Parks, sarta afroamericana di 42 anni, tornando a casa in autobus, fu ordinato dall'autista di cedere il posto ad un passeggero bianco, in accordo a quanto imposto dalle leggi razziali dell’epoca. Tuttavia, stanca di subire simili ingiustizie, la Parks rispose con fermezza: “No”. Se quel rifiuto fu ritenuto, di primo acchito, violazione della legge, costandole addirittura l’arresto, esso si trasformò ben presto in un gesto rivoluzionario, che accese la scintilla del movimento per i diritti civili e segnò, di pari passo, la fine della segregazione razziale negli Stati Uniti. Nei giorni seguenti, infatti, la comunità afroamericana di Montgomery, riunitasi, organizzò il boicottaggio dei mezzi pubblici: gli afroamericani si rifiutarono di salire sugli autobus per oltre 380 giorni, ossia fin quando la Corte Suprema degli USA non dichiarò incostituzionale la segregazione razziale sui trasporti pubblici. Veniva così sancita la vittoria di un popolo – quello afroamericano – e l’inizio di un nuovo capitolo per il rispetto e la tutela dei diritti civili. Da quel momento, Rosa Parks non poté che divenire un simbolo mondiale di resistenza pacifica e di lotta per la dignità umana; e a distanza di anni, se non di decenni, la sua eredità sembra ancora palpabile in occasione di alcuni movimenti contemporanei per la giustizia. Dall’oramai internazionale “Black Lives Matter” alle campagne condotte contro le discriminazioni sistemiche, il suo gesto continua tutt’oggi ad ispirare chi crede e lotta ancora per un mondo più equo. Per cui, anche se Rosa Parks è morta nel 2005, la sua voce è rimasta – e resta – viva nelle sue parole: “Non ero stanca fisicamente. Ero solo stanca di subire.” E 70 anni dopo, quel gesto di ribellione pacifica continua a ricordarci che anche restando semplicemente seduti si può cambiare il mondo e mettere in moto la storia stessa.