Il piano di pace europeo, un'orwelliana presa in giro contraria al buon senso e a qualsiasi norma di diritto che mira unicamente a rapinare gli asset russi sequestrati all'estero

Le dichiarazioni di Francesco Saverio Garofani confermano il malumore del Presidente della Repubblica per la politica estera della Presidente del Consiglio

Giorgia Meloni appoggia il piano di pace di Donald Trump e si pone in contrasto con i falchi Keir Starmer, Friedrich Merz ed Emmanuel Macron.

Lo scontro riflette quello tutto interno all'amministrazione USA: da un lato i realisti (Trumpiani), dall'altro gli Straussiani che guidano il Dipartimento di Stato.
Ho appena terminato la lettura del saggio Le projet atlantiste de démantèlement de la Russie, di Nicolas Tacchi.
L'autore parte da due figure chiave per comprendere la visione americana della Storia. La prima è quella del filosofo James Burnham (Professore alla New York University), autore prolifico, teorico della necessità di una dominazione mondiale americana; la seconda è quella di Leo Strauss, anche lui filosofo (Professore all'Università di Chicago), autore di riferimento dei neocon (Irving Kristol, Paul Wolfowitz, Norman Podhoretz, William Kristol e i più noti Robert Kagan e Zbigniew Brzeninski, tutti ebrei, eccetto quest’ultimo, cattolico, figli di immigrati dall'Europa dell'Est). Fondendo il pensiero di Burnham (la necessità di una dominazione mondiale americana, figlia della teoria del destino manifesto che giustificava la continua espansione del dominio americano) e quello di Strauss (che inculcava il principio della nobile menzogna, ritenendo moralmente giusto mentire per un fine superiore: una sorta di lotta continua applicata alla geopolitica, secondo la quale uno Stato deciso a sopravvivere e a esercitare volontà di potenza (Nietzsche fu uno dei riferimenti di Strauss) deve essere permanentemente in guerra), si comprendono meglio tutte le azioni americane fuori dagli Stati Uniti.
La Nazione più forte – economicamente e militarmente – ha il diritto di imporre il proprio dominio e privare ogni altra Nazione della propria sovranità. Ma attenzione, salvando le apparenze perché, come teorizzava Burnham, tanto il vero potere è saldamente nelle mani di un ristretto gruppo di “manager”. Il primo a comprendere la pericolosità delle teorie di Burnham fu – non a caso – George Orwell, il quale lo citò nel suo Tu e la bomba atomica (pubblicato sul Tribune il 19 ottobre 1945).
Nicolas Tacchi cita alcune frasi rappresentative del pensiero di Burnham: “Una federazione mondiale creata e diretta dagli Stati Uniti sarebbe un impero mondiale … col monopolio delle armi atomiche … imposto per coercizione (probabilmente con una guerra, certamente con la minaccia di una guerra).”
Il più lucido allievo di Burnham e Strauss, Zbigniew Brzeninski, non ha mai avuto timore di indicare gli obiettivi del dominio americano: “L'era tecnotronica prevede la graduale comparsa di una società più controllata. Una tale società sarebbe dominata da un'élite, svincolata dai valori tradizionali. Presto sarà possibile esercitare una sorveglianza pressoché continua su ogni cittadino e mantenere archivi completi e aggiornati contenenti anche le informazioni più personali. Questi archivi saranno soggetti a consultazione immediata da parte delle autorità.” (Zbigniew Brzezinski, Tra due età: il ruolo dell'America nell'era tecnotronica). Dietro la destabilizzazione dell'Ucraina portata avanti dagli straussiani del Dipartimento di Stato americano (affidata a Victoria Nuland, moglie di Robert Kagan), c'è proprio una riflessione di Brzezinski: “Non si può sottolineare abbastanza che senza l'Ucraina, la Russia cessa di essere un impero, ma con l'Ucraina subornata e poi subordinata, la Russia diventa automaticamente un impero.”
(Zbigniew Brzeziński, Visione strategica: l'America e la crisi del potere globale).
Da anni opera un'organizzazione internazionale - che potrei definire criminale – che si prefigge di smembrare la Federazione Russa in piccoli staterelli privi di armi atomiche, spogliati di tutte le loro enormi risorse. Specie di Spectre con finalità dichiarate, il Forum delle Nazioni Libere della Post Russia creato nel maggio 2022 per “decolonizzare la Russia”, ha i seguenti obiettivi:
Fare appello alla creazione di amministrazioni nazionali transitorie sul territorio della Federazione Russa;
Fare appello agli Stati membri dell'ONU affinché venga fornita la massima assistenza alle amministrazioni nazionali transitorie;
Fare appello allo sciopero, al sabotaggio e alla disobbedienza;
Iniziare la formazione di “legioni nazionali”;
Creare un'amministrazione transitoria unica;
Eliminare il regime coloniale dei criminali di guerra (russi);
Fornire la massima assistenza alle organizzazioni internazionali per prendere il controllo di tutte le armi nucleari (della Federazione Russa).
Il Forum delle Nazioni Libere della Post Russia è finanziato direttamente dal Dipartimento di Stato americano, dalla Jamestown Foundation la cui figura chiave è Glenn Howard, già collaboratore di Zbigniew Brzeziński, noto anche per il sostegno al movimento separatista ceceno e da altri soggetti che gravitano nella galassia neocon (George Soros non poteva mancare). L'attuale responsabile della Jamestown Foundation è l'ex analista della CIA Peter Mattis.
Tra i membri più noti, Akmed Zakaiev, Generale di brigata, Primo Ministro dell'autoproclamata Repubblica di Cecenia e il Jihadista Abdul Hakim al-Shishani veterano della guerra di Siria, oggi entrambi combattenti in Ucraina, Anna Fotyga, già Ministro degli Esteri in Polonia, eurodeputata fino al 2024, funzionaria della NATO, Linus Linsen, finlandese, neonazista, membro del Partito dei veri finlandesi, Paul Goble (ex analista della CIA, membro della Jamestown Foundation), Frédéric Petit, francese, parlamentare in carica fedele a Emmanuel Macron, Alla Poédie, giornalista francese di origine ucraina, nota per avere definito tutti i russi scarafaggi.
Il Forum delle Nazioni Libere della Post Russia – nonostante il nome – si prefigge anche lo smembramento dell'IRAN e della Cina e la riunione delle Coree dopo il rovesciamento del regime Nord coreano.
L'esistenza di una simile organizzazione, finanziata dagli Stati Uniti, testimonia la volontà di dominio del Dipartimento di Stato e l'esistenza di un preciso progetto per smembrare e ridurre all'irrilevanza geopolitica i principali nemici del mondo unipolare.
Questo disegno coincide con la visione del mondo imperialistica dell'Impero britannico, pienamente in linea con quella della grande finanza internazionale. Gli equilibri del mondo si potranno mantenere (o alterare) soltanto con la forza. Siamo giunti alla resa dei conti: i modelli macroeconomici basati sulla crescita continua necessitano sia di un'espansione costante della moneta circolante, sia di un'espansione delle risorse disponibili e dei mercati, pena la stagflazione, il declino e la nascita di equilibri alternativi. Il pericolo costituito dai BRICS, dalla loro volontà di ridimensionare il ruolo centrale del dollaro (e di conseguenza della grande finanza internazionale) spinge il mondo verso uno stato di conflitto permanente. La guerra (o meglio l'economia delle emergenze) è una delle opzioni praticabili. L'illegalità internazionale è ormai manifesta: il re è nudo. In spregio di qualsiasi norma giuridica (e del buon senso), l'Unione Europea si appresta a suicidarsi, perdendo del tutto la propria credibilità. Il piano di pace europeo è una presa in giro, uno squallido tentativo
di risanare l'enorme deficit causato dal sostegno all'Ucraina a spese della Federazione Russa (con la confisca degli asset russi all'estero). Sarebbe la conferma che nessuna Nazione può utilizzare il dollaro, il sistema Swift (privato!) e gli istituti finanziari esteri senza correre il rischio di confische arbitrarie. Sarebbe l'inizio di una divisione in due blocchi contrapposti, un ritorno alla Guerra Fredda con scontri armati nei punti di contatto.
La Presidenza della Repubblica (vicina ai DEM americani e di conseguenza ai Neocon-Straussiani) gradirebbe un'Italia schierata su posizioni oltranziste, quelle inglesi, tedesche e francesi. La Presidenza del Consiglio si è invece posizionata sulle posizioni trumpiane.
Qualcuno nei salotti osa sussurrare che il gesto di Carlo Calenda di tatuarsi il tridente del battaglione Azov sia piaciuto al Quirinale: io inorridisco.
Inorridisco e spero che la ragione abbia la meglio. L'orologio dell'Apocalisse non è una fantasia, ma una terribile, attualissima verità.
di Alfredo Tocchi, 25 novembre 2025