Nexperia, l’Olanda blocca la tutela statale del gigante dei semiconduttori per auto ed elettrodomestici controllato da capitali cinesi
L'iniziativa statale olandese fa retromarcia: Pechino domina sempre di più le filiere tecnologiche, mentre l'Europa rimane spesso impreparata e vulnerabile
L'Olanda fa marcia indietro sul caso Nexperia. Il 19 novembre, il Governo dell'Aia ha congelato l'ordine di controllo statale sul colosso dei semiconduttori controllato dalla cinese Wingtec Technology di Jiaxing, aprendo una fase del tutto nuova nel braccio di ferro tecnologico tra Europa e Cina. A spiegare la svolta è stato il ministro dell'Economia Vincent Karremans, secondo cui «Negli ultimi giorni abbiamo avuto colloqui costruttivi con le autorità cinesi. Siamo positivi riguardo alle misure adottate dalle autorità cinesi per avviare la consegna di chip in Europa e nel resto del mondo». Non solo: in un messaggio inviato al Parlamento olandese, Karremans ha aggiunto che Pechino sembra «attualmente concedere il permesso alle aziende europee e di altri Paesi di esportare chips Nexperia». Ma la partita del controllo resta aperta. Il Ceo cinese Zhang Xuezheng non è stato reintegrato nel ruolo e la guida della società rimane, per ora, nelle mani del manager tedesco Stefan Tilger. Il Ceo ad interim è chiamato a gestire una situazione fluida, per una delle post-crisi industriali più delicate d'Europa.
Tutto è iniziato il 30 settembre, quando il Governo olandese ha attivato il Goods Availability Act (in olandese Wet beschikbaarheid goederen). La legge, rimasta praticamente inutilizzata per oltre settant'anni, metteva Nexperia sotto tutela statale. L'allarme, a L'Aia, era scattato dopo il sospetto che dallo stabilimento olandese del gruppo potessero partire trasferimenti di tecnologia sensibile verso gli impianti cinesi. La norma, nata nel 1952 per proteggere beni considerati vitali per l'economia nazionale, permette all'Esecutivo di assumere temporaneamente il controllo decisionale di aziende strategiche e di congelare cessioni di asset, cambi di management o operazioni che potrebbero minacciare la continuità produttiva industriale. Nexperia è un attore chiave dell'elettronica europea. Produce, infatti, semiconduttori "discreti" indispensabili per auto, elettrodomestici ed elettronica industriale: dai diodi ai transistor, dai Mosfet ai moduli di potenza analogici, passando per i circuiti logici integrati.
Se L'Aia credeva di poter controllare una partita industriale di questa portata, a colpi di decreto, la realtà l'ha smentita in fretta. Il 4 ottobre Pechino ha risposto imponendo restrizioni all'export dei chip di Nexperia, nata come divisione dell'olandese Philips, dalle sue fabbriche: l'esportazione di specifici componenti finiti verso l'Europa era vietata. Lo stop cinese alle esportazioni di chip verso l'Europa ha messo l'industria automobilistica sull'orlo del blocco. I componenti essenziali dei chip vengono fabbricati in Europa, assemblati in Cina - dove il sito più grande in tal senso è Dongguan - e poi riesportati in tutti il mondo. Rispettivamente il 21 e il 29 ottobre, l'associazione tedesca industriale VDA e l'ACEA (Associazione dei Costruttori Europei di Automobili) lanciarono l'allarme: la scelta olandese avrebbe potuto portare persino a interruzioni della produzione. Il passo indietro dei Paesi Bassi su Nexperia è un chiaro avvertimento per i governi Ue più decisi nei confronti di Pechino: limitare il peso cinese sulle filiere strategiche è estremamente difficile.
Di Roberto Valtolina