Ucraina, Mike Pompeo entra in Fire Point come consigliere: un membro del potere americano nel cuore della Difesa ucraina
Pompeo inizia a svolgere attività di vigilanza per un'importantissima azienda che produce missili e droni a lungo raggio, per consolidarne l'allineamento agli standard internazionali
Dal 12 novembre Mike Pompeo fa parte del consiglio consultivo di Fire Point. Non è una nomina qualunque la sua. Fire Point è una delle principali aziende ucraine nel settore della Difesa. E da una settimana annovera tra le sue fila un uomo che è stato direttore della CIA dal 23 gennaio 2017 al 26 aprile 2018. Senza contare che Pompeo è stato segretario di Stato fino al 20 gennaio 2021, durante il primo mandato di Donald Trump. Sono molte le prese di posizione anti-russe assunte da Pompeo. Il 16 settembre 2024, intervistato da Ukrainska Pravda, Pompeo criticò l'Amministrazione Biden per aver aiutato l'Ucraina molto lentamente e che la condivisione dei dati d'intelligence dovrebbe aumentare per contrastare Mosca. Il 31 maggio di quest'anno Pompeo ha messo in guardia Trump contro il riconoscimento della sovranità russa sulla Crimea. Fire Point sta attraversando una fase di rapida espansione: The Washington Post riferisce che il produttore ucraino di armamenti dichiara entrate di circa 1 miliardo di dollari per l'anno in corso. Secondo Business Standard, l'azienda opera in circa 30 sedi segrete in Ucraina, dove produce droni a lungo raggio impiegando materiali come polistirolo, compensato, plastica e fibra di carbonio da moto da corsa.
Da fine agosto, l'azienda figura negli atti di un'indagine per corruzione avviata dalle autorità ucraine. L'Ufficio Nazionale Anticorruzione dell'Ucraina (NABU) sta verificando possibili prezzi gonfiati nei contratti con il Ministero della Difesa per i droni FP-1. Secondo le indagini, è ipotizzabile che la società possa aver dichiarato componenti più costosi del reale o un numero di unità superiore a quello effettivamente fornito. Inoltre, si indaga se i droni risultino di proprietà di Timur Mindich. Imprenditore e co-proprietario della casa di produzione televisiva Kvartal 95, Mindich è sospettato di aver orchestrato un piano di corruzione da 100 milioni di dollari che avrebbe coinvolto anche la società statale Energoatom. Secondo la SAPO (la Procura anti-tangenti) Ihor Fursenko, ex direttore per la sicurezza di Energoatom, fu assunto il 19 aprile da Fire Point come amministratore. In generale, Fire Point ha respinto le accuse e ha avviato un audit internazionale indipendente sui propri prezzi e processi produttivi, per dimostrare piena trasparenza.
L'ingresso di Pompeo nel board di Fire Point è strategico: pare riallineare la governance dell'azienda su standard internazionali, soprattutto in un momento in cui compare in un'inchiesta anticorruzione. Il 25 luglio 2024, sul Wall Street Journal, Pompeo cofirmò con il lobbista David Urban l'articolo "Un piano di pace di Trump per l'Ucraina", che prevedeva misure contro la Russia e una NATO più incisiva. Pur non essendo chiaro se Pompeo e Urban abbiano scritto a nome di Trump e se il presidente abbia anche solo visionato il progetto, in quella fase Pompeo era membro del consiglio di sorveglianza dell'ucraina Kyivstar, la più importante società di telecomunicazioni, facente capo al gruppo VEON. L'eventuale ingresso dell'Ucraina nell'UE avrebbe spalancato a Kyivstar le porte del mercato unico europeo, probabilmente con regole più favorevoli, nuovi flussi di investimenti e notevoli possibilità di crescita. Un ciclo che avrebbe potuto tradursi in compensi più alti per i membri del board e in un incremento delle loro partecipazioni, palesando i potenziali conflitti d'interesse di Pompeo.
Di Roberto Valtolina