Trump contro Mamdani: "sarà regime comunista". Continua la fiction dell'anticomunismo in assenza di comunismo

Un'uscita manicomiale che però dice molto sul livello politico in occidente

Donald Trump, presidente della civiltà dell'hamburger, codino biondo che fa impazzire il mondo, ha tuonato contro Mamdani, neoeletto sindaco di Nuova York: a suo giudizio, a Nuova York vi è ora il rischio di un "regime comunista". Addirittura - ha tuonato Trump - la gente potrebbe andarsene da Nuova York. Con tutta evidenza, sono frasi deliranti e manicomiali, dalle quali traspare con limpido profilo la grettezza politica e culturale del soggetto. Tanto più che il vero rischio non è che Mamdani sia comunista, ma che sia un sostenitore del sinedrio liberalprogressista e del blocco oligarchico neoliberale, come la sua foto a fianco di Alex Soros sembra lasciare intendere. Come non mi stanco di sottolineare, l'antifascismo in assenza di fascismo a sinistra e l'anticomunismo e in assenza di comunismo a destra sono le due funzioni (e finzioni) ideologiche fondamentali dell'ordine turbocapitalistico, del quale Trump e probabilmente anche Mamdani - lo scopriremo presto - sono espressioni. D'altro canto, l'ordine turbocapitalistico figura come del tutto simile a una aquila a doppia apertura alare. Essa volteggia nei cieli della globalizzazione neoliberale grazie al supporto dell'ala destra neoliberale e dell'ala sinistra neoliberale. L'accusa incrociata di fascismo e di comunismo tra destra e sinistra garantisce l'ordine simbolico per cui deve essere ammesso soltanto il liberalismo come politica consentita. Ridicole sparate come quella di Donald Trump, che fanno il paio ad esempio con quelle della sinistrash italica che evoca ogni giorno lo spauracchio del fascismo, chiedono di essere lette in questa cornice ermeneutica. Finché non si capirà che i nostri mali oggi non giungono dal fascismo e dal comunismo realmente estinti ma dalla violenza neoliberale del sistema del libero mercato, non si farà un passo in avanti verso l'emancipazione.

di Diego Fusaro