Vertice a Sharm el-Sheikh, Meloni emarginata mentre i grandi decidono sul futuro di Gaza: l’Italia resta senza voce né ruolo

Alla conferenza per la pace, la Premier ignorata da tutti. L’Italia figura, ma non incide. L’umiliazione è politica

La cornice era Sharm el-Sheikh, località da turismo mordi e fuggi, diventata per un giorno il teatro di una farsa diplomatica. Il vertice “per la pace” sul Medio Oriente si è concluso con l’ennesimo nulla di fatto, ma a colpire è stato il trattamento riservato alla Premier italiana Giorgia Meloni, ridotta al ruolo di comparsa sul palcoscenico internazionale.

In un summit dominato dagli interessi strategici di Washington e Tel Aviv, l’Italia non ha avuto voce in capitolo. Donald Trump — accolto come un vecchio amico di famiglia da molti leader presenti — si è rivolto alla presidente del Consiglio con paternalismo imbarazzante, liquidandola come “una bella donna”. Il tutto condito da sorrisi di circostanza e da un Erdogan che si è persino permesso di suggerirle di smettere di fumare, come si farebbe con una studentessa liceale.

La foto di gruppo è l’immagine plastica del nostro peso politico: Meloni relegata a un angolo, sola, mentre altri decidono le sorti della regione. L’Italia non c’era — se non per fare numero. Nessuna proposta, nessun ruolo, nessuna dignità diplomatica.

Un Paese che si vanta di “valori atlantici” ridotto a spettatore, con la propria leader trattata come una valletta. La pace, intanto, resta ostaggio degli interessi bellici di pochi potenti.

Di Aldo Luigi Mancusi