L'Idf salita a bordo ha dichiarato che la nave non conteneva le "500 tonnellate di aiuti per Gaza", se così fosse la Flotilla avrebbe promosso solo slogan stantii e vento
Promettevano 500 tonnellate di aiuti per Gaza, ma gli israeliani hanno trovato solo vento e un paio di slogan stantii
E mo’? Chi glielo dice ai paladini dell’umanitarismo da salotto che la “nave dei sogni” era, in realtà, la nave dei panini immaginari? Così ci dice la polizia israeliana.
Israele, tra un razzo e una conferenza ONU, ha abbordato le famigerate barche dirette a Gaza. E sorpresa delle sorprese, a detta dell'Idf sarebbero vuote. Non “poco cariche”. Non “mezze piene”. Vuote come le promesse di un politico in campagna elettorale. Di quelle 500 tonnellate di aiuti sbandierate sui social a colpi di hashtag e lacrimucce, nemmeno l’ombra di una brioche. Sarà una fake news preparata ad arte, o la verità? Per il momento i video della polizia israeliana sembrano confermare la seconda ipotesi.
Certo, qualcuno dirà: “Eh, ma magari li hanno mangiati per strada!”. E allora complimenti: 500 tonnellate? Che stomaco, ragazzi. Eppure la forma fisica l’hanno mantenuta… forse si allenavano ballando sul ponte mentre si facevano i selfie della salvezza.
E qui arriva il colpo di scena degno di Netflix: complotto? Forse sì, forse no. Netanyahu che gioca a smascherare gli eroi da Instagram? Boh, sarebbe come usare un cucchiaio per mangiare spaghetti: tecnicamente possibile, ma inutile e irritante.
E mentre la gente scende in piazza con la lacrimuccia facile e la kefiah modaiola, chi prova a farsi domande rischia di passare per il cattivo. Ma a forza di vedere eroi improvvisati e umanitari part-time, viene da pensare che dietro la tragedia ci sia una fiera dell’ipocrisia, con tanto di stand gastronomici – vuoti pure quelli, ovviamente.
Alla fine, resta solo una verità: in mezzo al dramma vero, c’è chi cerca visibilità e chi mangia aria. Letteralmente.
Di Aldo Luigi Mancusi