Ucraina, da Israele oltre 90 sistemi di difesa aerea Patriot via Usa a Kiev operativi da gennaio, Zelensky conferma: “In autunno altri 2”

Zelensky ha confermato che l’Ucraina ha ricevuto sistemi di difesa aerea Patriot da Israele e ha annunciato che in autunno ne arriveranno altri 2. Secondo fonti israeliane, tuttavia, non si tratterebbe di una fornitura diretta. A gennaio gli Stati Uniti avrebbero già trasferito 90 intercettori Patriot dal deposito in Israele alla Polonia, in attesa di girarli alle forze ucraine

Da gennaio oltre 90 sistemi di difesa aerea Patriot provenienti da Israele sono operativi a Kiev. A confermarlo è stato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha ribadito come in autunno ne arriveranno altri 2. Tuttavia, Israele ha sempre negato di aver fornito direttamente i sistemi a Kiev, sostenendo che dietro la consegna vi sia la mediazione di Washington, scaricando la responsabilità sugli Usa.

Ucraina, da Israele oltre 90 sistemi di difesa aerea Patriot a Kiev operativi da gennaio, Zelensky conferma: “In autunno ne arriveranno altri”

Zelensky ha confermato che l’Ucraina ha ricevuto sistemi di difesa aerea Patriot da Israele e ha annunciato che in autunno ne arriveranno altri 2. Secondo fonti israeliane, tuttavia, non si tratterebbe di una fornitura diretta. Già a maggio il New York Times aveva rivelato che Washington aveva chiesto a Israele di restituire un vecchio sistema Patriot per ristrutturarlo e inviarlo successivamente a Kiev. L’operazione, mediata dall’amministrazione Biden, avrebbe coinvolto un modello ormai obsoleto, mentre a gennaio gli Stati Uniti avrebbero già trasferito 90 intercettori Patriot dal deposito in Israele alla Polonia, in attesa di girarli alle forze ucraine.

Il sistema Patriot in Israele era stato ufficialmente disattivato dall’aeronautica locale, sostituito da una rete di difese aeree multilivello composta da Iron Dome, David’s Sling e Arrow, mentre sul territorio israeliano sono stati dispiegati anche i più moderni intercettori americani THAAD. Parallelamente, gli Stati Uniti avrebbero valutato di reperire ulteriori Patriot da Germania e Grecia per rispondere alle richieste di Kiev, che dall’inizio dell’invasione russa nel febbraio 2022 continua a chiedere rinforzi per la protezione del proprio spazio aereo.

La questione resta altamente sensibile per Israele, che all’inizio del conflitto aveva escluso la possibilità di fornire armi a Kiev per non incrinare i delicati rapporti diplomatici con Mosca e per mantenere libertà d’azione nello spazio aereo siriano, controllato in gran parte dai russi. Tuttavia, lo scenario regionale è mutato dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad, storico alleato del Cremlino, aprendo nuovi margini di manovra.

A giugno, il Ministero degli Esteri israeliano ha ribadito ufficialmente la sua posizione: "Non è corretto. Israele non ha trasferito i sistemi Patriot all'Ucraina". Una smentita arrivata dopo le dichiarazioni dell’ambasciatore israeliano a Kiev, Michael Brodsky, che a un canale YouTube locale aveva affermato: "Questi sistemi sono ora in Ucraina. I sistemi israeliani che erano in servizio nei primi anni '90, abbiamo accettato di trasferirli in Ucraina e, sfortunatamente, non ne abbiamo parlato molto".

Nel frattempo, Zelensky ha annunciato l’invio di una delegazione negli Stati Uniti per discutere ulteriori forniture di armi e temi economici. Il presidente ucraino ha partecipato questa settimana all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, dove ha incontrato il presidente americano Donald Trump. "Una certa visione di ciò che potrebbe essere fatto" per rispondere alle azioni della Russia è stata condivisa tra i due leader, con la promessa di reagire duramente in caso di nuovi attacchi: il Cremlino, secondo Kiev, starebbe pianificando blackout mirati contro le infrastrutture energetiche del Paese.