Parla il ministro della difesa tedesco: "Russia sempre più un pericolo per la Nato"; continua la propaganda di guerra
Si rincorrono le informazioni propagandistiche dell'Occidente, desideroso di giungere alla guerra con la Russia
Il ministro tedesco della difesa, Boris Pistorius (un cognome noto anche altri motivi), ha recentemente dichiarato con sicumera che la Russia "diventa sempre più pericolosa per la Nato". Nulla di nuovo sotto il sole, a dire il vero: continua come sempre la solita e ormai logora propaganda russofobica; propaganda in forza della quale si assume che la Russia sia in procinto di invadere l'Europa e che, conseguentemente, l'Europa debba con diritto riarmarsi fino ai denti per potersi così difendere in caso di attacco (attacco che, secondo un generale della NATO britannico, dovrebbe scattare il 3 novembre: manca solo l'ora esatta...). Con spirito critico, dovremmo provare a rovesciare la narrazione: e se fossero la Nato, l'Europa e l'occidente, anzi l'uccidente liberal-atlantista, a volere realmente la guerra contro la Russia, fingendo che sia quest'ultima ad attaccare e in realtà provocandola ogni altra misura per rendere inevitabile il conflitto? Un'ipotesi da non sottovalutare, a nostro giudizio, anche in ragione del fatto che il comparto manifatturiero teutonico, profondamente in crisi, può trarre nuova linfa vitale dalla produzione di armi. In ogni caso, si può rovesciare sicuramente l'affermazione del ministro teutonico della difesa: la Nato rappresenta sempre più un pericolo per la Russia, secondo una climax principiata negli anni Novanta, quando l'uccidente prese ad allargarsi negli spazi un tempo sovietici, e culminante nel nostro presente, con la Russia accerchiata dalla Nato e con l'Ucraina utilizzata come testa d'ariete contro la Russia stessa, grazie all'appoggio del guitto di Kiev, l'attore Nato Zelensky, prodotto in vitro di Washington se non di Hollywood. D'altro canto, se non erriamo, dal 1989 ad oggi la massima parte delle guerre scaturite nel mondo sono state occasionate proprio dall'imperialismo etico dell'Occidente, non dalla presunta aggressività espansionistica della Russia.
di Diego Fusaro