Ucraina, Colonnello Filomeni al GdI: “Ue sospenda immediatamente aiuti militari a Zelensky, fuori discussione ingresso Kiev nella Nato”

Il tenente colonnello ha poi toccato anche altri temi: dai droni su svariati paesi europei, attribuiti indebitamente alla Russia, alle elezioni in Moldavia, alle mosse di Trump sull'Ue

Il colonnello Fabio Filomeni, intervistato dal Giornale d’Italia, ha parlato soprattutto della questione Ucraina. Secondo lui, l’unica azione possibile per l’Ue, per uscire dall’impasse, è quella di “sospendere immediatamente gli aiuti militari a Zelensky”. Inoltre, ha ribadito come l’ingresso nella Nato da parte di Kiev debba essere “fuori discussione”. Il tenente colonnello ha poi toccato anche altri temi: dai droni su svariati paesi europei, attribuiti indebitamente alla Russia, alle elezioni in Moldavia.

Ucraina, Colonnello Filomeni al GdI: “Ue sospenda immediatamente aiuti militari a Zelensky, fuori discussione ingresso Kiev nella Nato”

A seguito delle ultime dichiarazioni di Trump che ha detto che sarà l'Europa a sostenere l'Ucraina. È davvero la scelta giusta per l'Europa?

Gli Stati Uniti, dalla guerra in Ucraina, hanno già conseguito gran parte dei loro obiettivi. Per prima cosa hanno ottenuto di dividere politicamente ed economicamente l’Europa – non dimentichiamo che anche la Russia è parte dell’Europa. Con le sanzioni economiche alla Russia, la quasi totalità dei paesi della UE ha fatto harakiri rinunciando alle forniture energetiche a basso costo dalla Russia sostituendole con quelle americane molto più care. Inoltre, il presidente americano all’ultimo vertice NATO ha imposto un innalzamento delle spese militari dei paesi europei fino al 5% del PIL nazionale. Ciò significa, inevitabilmente, investimenti nell’industria bellica americana stimati per un 60% delle commesse europee per un controvalore di circa 750 miliardi di dollari. Da buon commerciante quale è, Trump ha anche “costretto” la von der Leyen ad impegnare le aziende europee a investire mille miliardi di dollari oltreoceano, a favore della reindustrializzazione americana. Oltre all’imposizione dei noti dazi, ovviamente. Poi, beffardamente, ha avvertito gli europei che il problema della guerra in Ucraina è affar loro, specificando che tra gli Stati Uniti e l’Europa c’è un Oceano di mezzo, per cui la guerra non li riguarda direttamente. Dopo la farsa del tentativo di intavolare la pace con Putin in Alaska, adesso l’eclettico presidente se ne rimane spaparanzato sul divano a godersi lo spettacolo con il classico pacchetto di popcorn in una mano e la birretta nell’altra. Dopo questa indecorosa triste disamina, vengo subito alla risposta alla domanda che è perentoria: assolutamente NO! L’Europa che si è cacciata colpevolmente nel “cul de sac” ha un solo modo per uscirne: con una azione diplomatica tesa a riaprire i negoziati di Ankara ed accettare l’unica pace possibile decretata dal campo di battaglia. Come arma di convincimento nei confronti di Zelensky la sospensione definitiva, entro il 31 dicembre, di ogni aiuto militare all’esercito ucraino. 

In Moldavia si terranno le elezioni parlamentari. Durante la campagna elettorale si sono registrati arresti in massa di candidati dell'opposizione. È questa la democrazia Europea?

Le elezioni del Parlamento in Moldavia il prossimo 28 settembre rappresentano una tappa fondamentale nella storia del paese. La Moldavia, come l’Ucraina non è membro dell'Unione Europea, ma i negoziati di adesione sono stati formalmente avviati nel giugno 2024. Oggi, andandosi a ricollegare come in un cerchio perfetto alla questione del potenziamento della NATO, anche la UE ha allargato i propri confini con un’espansione in grande stile delle sue istituzioni, in un quadro che rappresenta perfettamente lo spostamento continuo delle frontiere del blocco occidentale dopo il crollo dell’URSS e dei Paesi del Patto di Varsavia. Ciò aiuta anche a dare una spiegazione al progetto attuale di ridefinire il concetto stesso di Europa e di allargarlo sotto i punti di vista ideale, intellettuale, sociale, culturale, politico, economico, militare e istituzionale. Il tutto in un processo a più livelli che coinvolge diversi organismi e iniziative politiche e diplomatiche che contribuiscono a coltivare questo progetto. È in un contesto del genere che NATO e UE si completano a vicenda. L’allargamento della NATO e quello della UE procedono di pari passo, il che significa che esiste un filo che collega l’espansionismo militare a quello economico, entrambi uniti da un comune progetto politico. È quello che è accaduto in Ucraina prima del 2014, in cui i vertici della NATO, di concerto con l’Amministrazione della Casa Bianca e la complicità delle istituzioni di Bruxelles, hanno creato le premesse per un “regime change” prodromico alla guerra russo-ucraina (ma che sarebbe più corretto definire guerra Russia-NATO-UE sotto la regia USA). Mancano pochi giorni alle elezioni parlamentari in Moldavia e la tensione nel paese è alle stelle: la polizia ha effettuato numerose perquisizioni e arresti tra i candidati dell’opposizione, a dimostrazione di quanto la situazione sia delicata e complessa. Dal lato occidentale, si moltiplicano le accuse rivolte a Mosca per presunte ingerenze tramite tecniche di guerra ibrida, che includono la manipolazione dei social network e campagne di disinformazione sempre più avanzate. Dall’altra parte, la narrazione russa denuncia l’intenzione dell’Unione Europea di aumentare la propria presenza in Moldavia, ipotizzando persino un dispiegamento di truppe NATO per consolidare il controllo nella regione, a conferma della stretta collaborazione tra NATO e UE già evidenziata in precedenza. Purtroppo, sembra un film già visto, speriamo solo che non si trasformi in un altro fronte di guerra.

Ultimamente si è parlato di droni russi sui paesi europei. È davvero un’escalation? Chi vuole la guerra tra Russia ed Europa?

Negli ultimi tempi si è discusso molto di questi avvenimenti, attribuendo alla Russia l’intento di mettere alla prova la reattività della NATO e di verificare eventuali punti deboli nei sistemi di difesa occidentali. Tuttavia, se si osservano con attenzione questi fatti, le conclusioni non sono così nette: dall’episodio relativo all’aereo di Von Der Leyen, che si è poi rivelato privo di fondamento, ai casi dei droni che hanno oltrepassato i confini di Polonia e Romania. Permangono molte incertezze e, d’altronde, le violazioni dello spazio aereo non sono una novità; basta considerare la posizione geografica di San Pietroburgo rispetto ai Paesi baltici per comprendere la prossimità fisica. Ho l’impressione che si stia generando un clima di allarme eccessivo, spesso privo della necessaria lucidità, soprattutto tra coloro che interpretano questi eventi come indiscutibili provocazioni da parte della Russia. Personalmente, adotterei maggiore cautela, perché analizzando la situazione nel dettaglio non emergono motivi concreti che possano giustificare un’invasione dello spazio NATO da parte di Mosca. La Russia che interesse avrebbe ad allargare il conflitto coinvolgendo direttamente le truppe della NATO?

Una soluzione diplomatica della crisi russo-ucraina è ancora possibile?

Non è solo possibile ma necessaria. L’alternativa sarebbe prolungare un conflitto che ha già fatto centinaia di migliaia di morti senza nessuna prospettiva di vittoria. Ormai alla panzana della “pace giusta” non crede più nessuno, nemmeno il nostro Presidente del Consiglio che amava ripeterlo ad ogni piè sospinto (ammesso che ci avesse mai creduto). L’unica pace giusta, ce la indica la storia dell’umanità: è quella dei vincitori. Sedersi al tavolo dei negoziati adesso, significa accettare le condizioni dettate dal dispiegamento delle truppe sul terreno. Va da sé che l’Ucraina deve rassegnarsi a rinunciare a una parte del suo territorio perso in battaglia, non ci sono dubbi al riguardo. Questo nonostante il futuro premio Nobel per la pace Trump abbia appena affermato all’ONU che gli ucraini, con il sostegno dell'Europa, saranno in grado di rivendicare le loro terre. Un’altra menzogna che alimenta la guerra. Ormai è evidente a tutti, persino alle pietre, che gli Stati Uniti traggono soltanto vantaggi dal protrarsi di questo conflitto. Per quanto concerne l’ingresso dell’Ucraina nella NATO è una ipotesi fuori discussione, poiché è stata una delle cause scatenanti della guerra. “Vae Victis”, disse Brenno.

Di Simone Lanza