"L'omicidio sanitario di Gaza", l'appello dei medici su The Lancet per difendere diritto alla salute minacciato nella Striscia: "Il silenzio diventa tradimento"

"Gli ospedali dovrebbero essere santuari di cura, ma a Gaza sono diventati bersagli", ha sottolineato Alessandro Vitale, chirurgo dell'Università di Padova

"L'omicidio sanitario di Gaza: le società mediche non devono restare in silenzio" ("Gaza's healthocide: medical societies must not stay silent"): un gruppo di chirurghi e professionisti sanitari internazionali ha lanciato un appello, pubblicato sulla rivista The Lancet, invitando le società medico-scientifiche di tutto il mondo a rompere il silenzio, considerato un "tradimento", e ad agire per proteggere pazienti, operatori sanitari e strutture ospedaliere nella Striscia di Gaza. La lettera in uscita nel numero cartaceo del 4 ottobre 2025, condanna gli attacchi alle infrastrutture sanitarie e mette in evidenza l'impatto del conflitto sui pazienti con patologie urgenti come tumori, traumi e malattie epatiche, privati di cure salvavita.

"L'omicidio sanitario di Gaza", l'appello dei medici internazionali per il diritto alla salute

L'iniziativa nasce da due chirurghi dell'Università di Padova, Alessandro Vitale e Umberto Cillo, direttore del Dipartimento di Scienze chirurgiche, oncologiche e gastroenterologiche dell'Università di Padova.

"Gli ospedali dovrebbero essere santuari di cura, ma a Gaza sono diventati bersagli. Come medici e chirurghi abbiamo la responsabilità morale di far sentire la nostra voce quando il sistema delle cure è sotto assedio", sottolinea Vitale, primo autore della lettera. "Il nostro compito è difendere l'accesso alle cure come bene universale. I nostri valori civili fondanti vanno difesi con azioni concrete a tutela di pazienti, medici, operatori sanitari e ospedali", aggiunge Cillo.

"Gaza's healthocide", le sei richieste nell'appello

Sono sei le azioni chieste nell'appello alle società mediche:

  • condannare gli attacchi contro strutture e personale sanitario,
  • richiedere un accesso umanitario immediato e senza ostacoli,
  • esprimere solidarietà ai professionisti sanitari sotto assedio,
  • evidenziare la condizione clinica dei pazienti con malattie urgenti,
  • chiedere un cessate il fuoco immediato per proteggere la vita dei civili e i sistemi sanitari,
  • mobilitare le piattaforme delle società scientifiche per educazione, sensibilizzazione e aiuto concreto.

"Il principio di neutralità medica, fondato sul diritto umanitario internazionale, non significa indifferenza; ci obbliga a condannare qualsiasi erosione di questa norma come una minaccia sia per l'assistenza che per l'etica", si legge nella lettera. "La medicina è più di una scienza: è un dovere morale. E quando quel dovere è minacciato, il silenzio diventa tradimento - si legge ancora -. Il nostro dovere comune come professionisti sanitari è non solo quello di curare, ma anche di salvaguardare il diritto alla salute quando è minacciato".

Il testo dell'appello

La catastrofica crisi umanitaria a Gaza, con l'apparente deliberato attacco alle infrastrutture e al personale sanitario, ha messo in luce una profonda sfida per la comunità medica globale. Gli ospedali sono sotto assedio e i medici operano senza forniture di base, energia elettrica o sicurezza. Siamo tutti profondamente preoccupati per la sofferenza della popolazione civile a Gaza e per gli ostaggi israeliani, che vivono entrambi in condizioni disumane dopo il massacro del 7 ottobre 2023.
Le agenzie dell'OMS e delle Nazioni Unite hanno segnalato almeno 772 attacchi al sistema sanitario, con il 94% degli ospedali danneggiati o distrutti2 e oltre 1500 operatori sanitari uccisi, il bilancio più alto mai registrato. Nessuna organizzazione indipendente o neutrale ha fornito prove che Hamas abbia deliberatamente utilizzato ospedali o altre strutture civili come scudi umani. Anche se dimostrate in futuro, tali affermazioni non potrebbero mai giustificare attacchi sistematici al sistema sanitario. Ciò costituisce una violazione del diritto internazionale umanitario e richiede una condanna esplicita. La maggior parte delle società mediche e chirurgiche in tutto il mondo è rimasta in silenzio o ha rilasciato dichiarazioni vaghe sull'"healthocidio" di Gaza. Una recente analisi ha rilevato che solo il 24,5 % delle società specialistiche statunitensi ha commentato pubblicamente il conflitto di Gaza, in contrasto con le crisi precedenti in cui le società mediche hanno mobilitato risorse ed espresso sostegno.
Il valore della vita umana non dovrebbe dipendere da nazionalità, religione o alleanze politiche. Infatti, sia medici israeliani che palestinesi si sono presi cura dei feriti durante la tragedia del 7 ottobre 2023, a dimostrazione del fatto che l'assistenza sanitaria può essere potenziata per costruire ponti di fiducia. Le organizzazioni dovrebbero anche cercare di bilanciare l'azione per porre fine alla catastrofe di Gaza con il tentativo di sostenere medici e scienziati in Israele che si stanno impegnando per cambiare la situazione dall'interno.
Questo va oltre la politica; si tratta di assistenza. Alcuni sostengono che le società mediche debbano rimanere apolitiche. Tuttavia, ignorare le questioni politiche che incidono sulla salute significa ignorare i veri ostacoli all'assistenza. Rimanere in silenzio fingendo di essere neutrali è, di fatto, una forma di complicità.
Il principio di neutralità medica, fondato sul diritto internazionale umanitario, non significa indifferenza; ci obbliga a condannare qualsiasi erosione di questa norma come una minaccia sia all'assistenza che all'etica. Come afferma la Dichiarazione di Ginevra dell'Associazione Medica Mondiale, i medici devono agire nell'interesse dell'umanità, soprattutto in tempi di crisi.
L'Associazione medica israeliana sollecita la fornitura di assistenza medica a tutti gli esseri umani in modo indiscriminato. Come medici, dobbiamo sostenere tutte le vittime del conflitto, denunciare gli attacchi al personale e alle strutture mediche e garantire che le cure raggiungano chi ne ha bisogno ( appendice ).
Vogliamo essere ricordati per la nostra solidarietà, non per il nostro silenzio. Questo è un momento decisivo. Le generazioni future giudicheranno se abbiamo difeso la vita o se abbiamo distolto lo sguardo. La medicina è più di una scienza: è un dovere morale. E quando questo dovere è minacciato, il silenzio diventa tradimento.

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