Raid Idf a Doha (Qatar), parlamentare Knesset Ohana: "Messaggio per tutto Medio Oriente", professor Masri: "Presto anche Ankara"

I post di Amir Ohana e Meir Masri appaiono come un invito a estendere i bombardamenti: dopo il Qatar, nel mirino anche la Turchia

Pochi minuti dopo il raid dell'Idf a Doha, in Qatar, diversi esponenti politici e intellettuali di Israele si sono esposti festeggiando l'attacco. I più espliciti sono stati il parlamentare della Knesset Amir Ohana, che ha postato immagini dell'offensiva scrivendo: "Questo è un messaggio per tutto il Medio Oriente", e il professor Meir Masri, che ha pubblicato: "Chi attacca Doha, può attaccare anche Ankara", riferendosi alla possibilità, da parte dello Stato ebraico, di colpire anche la Turchia in un futuro prossimo.

Raid Idf a Doha (Qatar), parlamentare Knesset Ohana: "Messaggio per tutto Medio Oriente", professor Masri: "Presto anche Ankara"

Questo è un messaggio per tutto il Medio Oriente”. Con queste parole, scritte su X dal presidente della Knesset Amir Ohana, Israele ha rivendicato con toni minacciosi l’attacco contro Doha, dove erano riuniti i leader di Hamas per discutere del piano di pace presentato dagli Stati Uniti. Non un’operazione difensiva, dunque, ma un segnale deliberato: colpire in pieno territorio straniero, all’interno della capitale del Qatar, per mostrare di poter esportare la propria guerra ovunque.

Il raid, battezzato da Tel Aviv “Giorno del giudizio”, ha assassinato sei persone, tra cui Humam al-Hayya, figlio del leader di Gaza Khalil al-Hayya, e ha fatto saltare le negoziazioni in corso con la mediazione qatariana. Proprio quelle trattative, che Washington aveva chiesto di portare avanti, sono state travolte dalle bombe israeliane, gettando la regione in una spirale ancora più pericolosa.

A rincarare la dose è arrivato il commento di Meir Masri, professore di Scienze Politiche all'Università Ebraica di Gerusalemme: “Oggi Qatar, domani Turchia, Israele combatte il terrorismo”. Un chiaro riferimento al ruolo della Turchia, che secondo fonti di intelligence ha avvertito i vertici di Hamas pochi istanti prima dell’attacco, consentendo a Khaled Mashal e ad altri dirigenti di salvarsi.

Le parole di Masri suonano come una minaccia diretta ad Ankara e un invito a colpire chiunque ostacoli l’azione israeliana. Ankara, da tempo vicina a Hamas per motivi politici e religiosi, si trova ora sotto pressione internazionale, mentre i palestinesi vedono confermata la loro convinzione: Israele non vuole la pace, ma allargare il conflitto, trascinando con sé tutta la regione.

Per i palestinesi, l’attacco a Doha e i successivi post dei leader israeliani dimostrano che l’obiettivo non è la sicurezza, bensì la destabilizzazione del Medio Oriente, con la complicità di Washington.