Usa, arrestati a Redmond 18 dipendenti Microsoft: protestavano per chiedere stop ai rapporti commerciali con Israele e uso Azure del Mossad
La sede di Redmond in rivolta: 18 dipendenti Microsoft arrestati per la protesta contro l’uso di Azure da parte di Israele nella guerra a Gaza; indagine indipendente in corso
Nella sede Microsoft di Redmond, negli Stati Uniti, ci sono state importanti proteste per chiedere lo stop ai rapporti commerciali fra l'azienda e Israele e all'utilizzo del cloud Azure del Mossad, gli 007 di Tel Aviv. Diciotto dipendenti della società sono stati arrestati.
Usa, arrestati a Redmond 18 dipendenti Microsoft: protestavano per chiedere stop ai rapporti commerciali con Israele e uso Azure del Mossad
Per due giorni la sede centrale di Microsoft a Redmond è stata al centro di una protesta senza precedenti: decine di dipendenti hanno occupato il campus per denunciare l’impiego delle tecnologie dell’azienda da parte dell’esercito israeliano nel genocidio di Gaza. La manifestazione, organizzata dal collettivo interno “No Azure for Apartheid”, si è conclusa con l’arresto di 18 persone accusate di violazione di proprietà privata e resistenza all’uscita dal campus.
La scintilla è stata un’inchiesta del Guardian, pubblicata a inizio agosto, secondo cui Israele utilizzerebbe i servizi cloud Azure per archiviare e analizzare milioni di telefonate dei palestinesi di Gaza e Cisgiordania, creando un vero e proprio sistema di sorveglianza di massa. I dati, conservati in data center Microsoft in Europa, sarebbero poi incrociati con sistemi di intelligenza artificiale per pianificare attacchi aerei e operazioni militari. Il quotidiano britannico cita documenti e testimonianze di 11 fonti, mentre già a febbraio l’Associated Press aveva denunciato una collaborazione rafforzata con il Ministero della Difesa israeliano dopo il 7 ottobre 2023.
Nonostante le smentite ufficiali, tra i lavoratori di Microsoft cresce il malcontento. Tre dipendenti erano già stati licenziati nei mesi scorsi per aver interrotto eventi aziendali accusando il management di “complicità con il genocidio”. Le proteste di agosto hanno visto cartelli, bandiere palestinesi e la scritta “No Azure for Apartheid” dipinta con vernice rossa sul logo dell’azienda. La polizia ha dichiarato che i manifestanti si sono rifiutati di lasciare il campus, venendo così arrestati.
Microsoft, in risposta, ha annunciato una nuova indagine indipendente affidata allo studio legale Covington & Burling, sostenendo che i suoi termini di servizio vietano l’uso militare delle piattaforme commerciali. Tuttavia, i lavoratori denunciano che le tecnologie di Redmond contribuiscono direttamente alla sorveglianza e all’uccisione di civili palestinesi.