In attesa dello storico incontro Trump-Putin in Alaska rileggiamo un libro-bufala che li accusava entrambi: "Casa di Trump-Casa di Putin": finto dossier in stile clintoniano
Una pessima macchina del fango di Craig Unger del 2018 che ci svela però ciò che unisce veramente i due leader. E non è la mafia russa...
Certi libri sono utili anche se pessimi perchè nel 90% di dati irrilevanti o tendenziosi c'è quasi sempre un interessante 10% di cose vere. Così è per un libro che ho comprato pochi giorni fa: "Casa di Trump, Casa di Putin. La storia segreta di Donald Trump e della mafia russa" del giornalista-scrittore bostoniano Craig Unger (2018, non dico la casa editrice per non danneggiarne l'immagine! tono ironico. In quanto io mi vergognerei di pubblicare tale ciarpame se fossi una casa editrice!). 569 pagine di dubbi, allusioni, "si dice", mezze verità, congetture, confusione informativa, ipotesi, mezzi indizi, sillogismi falsati che rappresentano un caso esemplare di "macchina del fango" clintoniana pagata per demonizzare e distruggere l'immagine di Donald Trump dipingendolo come fosse un agente sovietico al soldo di Putin. Alla fine del libro un elenco di 59 personaggi per i quali basta wikipedia per dimostrare che non rappresentano alcun nesso tra Trump e Putin. Sono appunto andato ad informarmi sul web su questi personaggi che ho appuntato leggendo questo pessimo libro fazioso e tendenzioso e per prima cosa l'autore ha errato nel sottotitolo: avrebbe dovuto scrivere "mafia ebraica-israeliana" o "mafia hiddish" e non russa, ma allora sarebbe stato giustamente tacciato di antisemitismo e allora ha puntato sulla demonizzazione anti-russa. Eppure quasi tutti i personaggi che demonizza quali presunti (e mai dimostrati) nessi tra Trump e Putin sono ebrei e spesso con cittadinanza israeliana. Più che "mafia" il libro ricorda quello che però i più informati già sapevano: la vicinanza sia di Trump che di Putin all'internazionale del movimento chassidico Chabad Lubavitch, connotato da misticismo, rapida recente espansione, aspetti conservatori in etica e tratti messianici. Cosa c'è di strano? Perchè il diffondersi di questo movimento (che avrà diritto, come tutti, di fare proseliti e rafforzarsi, no?) da tanto fastidio al radical chic Craig Unger? E' così strano che sia cresciuto sia negli Usa che in Russia, nazioni entrambe dalla forte presenza ebrica? In realtà dal suo libro emergono solo tre contatti di Trump con la Russia: 1) il suo progetto di costruire una Trump Tower a Mosca (mai realizzato, tanto Trump è amico dei russi! tono ironico), 2) la realizzazione di un'edizione di Miss Universo a Mosca nel 2013, evento in quegli anni gestito da Trump e vetrina di marketing formidabile, e: 3) la famigerata accusa (mai provata veramente) che ci sia stato dietro Trump alla fuga di mail clintoniane diffusa da Wikileaks per le quali agenti russi avrebbero aiutato a facilitato, sulla presunzione che Assange sia un agente russo (non dimostrato). Il rapporto Steele di ciò parlava ma fù pagato dal Comitato Elettorale del Partito Democratico e non andò oltre una trentina di pagine di appunti mai confermati dalle sedici Agenzie di sicurezza Usa. I primi due casi sono situazioni del tutto normali per un manager conosciuto in tutto il mondo come Trump mentre la famigerata riunione newyorkese del 2016 era chiaramente una riunione all'interno di amici del movimento Chabad Lubavitch e nessuna mafia c'entra nè russa nè di altre nazioni. A proposito di altre nazioni la maggior parte di personaggi incriminati dalla penna dell'autore bostoniano non sono russi ma: ucraini, americani, georgiani, kazachi, uzbeki, lituani, azeri, turchi e israeliani. L'unico nesso su cui l'autore insiste in modo ossessivo è il fatto, normalissimo, che negli anni 90 qualche imprenditore proveniente dall'area ex e post-sovietica e con interessi negli Usa abbia comprato qualche appartamento alla Trump Tower o in altri lussuosi edifici costruiti con il marchio "Trump" che lui spesso noleggiava, con una mossa di marketing geniale mai prima realizzata in campo immobiliare (non restando così responsabile delle successive gestioni). Normalissimo perchè era normalissimo che all'improvvisa implosione dell'Urss sia seguita una fuga precauzionale di capitali da parte di neo-imprenditori i quali abbiano poi voluto investirli in occidente, e anche in immobili di lusso. Nel tempo in cui Gorbacev ex Premier dell'Urss faceva la pubblicità per l'americana Pizza Hut (1997) era ovvio che molti manager e imprenditori provenienti dall'area ex sovietica vedessero in Trump l'incarnazione del sogno americano oltre ad un marchio di lusso e di marketing vincente e su cui investire. E' questo che da fastidio ai radical chic post-clintoniani e post-bideniani? Che Trump abbia successo come immagine in mezzo mondo? Lo stesso autore riconosce che la normativa Usa permette di vendere e acquistare immobili da società senza conoscere chi le controlla. Ma la presunzione ideologica che sostiene tutto il libro è basata sul gioco della proprietà transitiva. Ad esempio: Paul Manafort aiuta la campagna elettorale dell'ucraino Janukovic futuro Premier ucraino e siccome Janukovic segue una politica che fu apprezzata in certi aspetti da Putin allora il consulente Usa è il nesso tra Trump e Putin. Ma ve lo vedete voi come spia russa il Manafort che ha aiutato a diventare Presidenti Ford, Reagan e Bush: tra i Presidenti Usa più anticomunisti di sempre? Se invece è il figlio di Biden ad avere forti interessi nel gas ucraino, allora è normale lobbing, i super-democratici non accusano Biden di essere legato ad una presunta "mafia ucraina". Due pesi e due misure, come sempre. Uno dei molti dettagli ridicoli di questo libro è il fatto che tra i 59 personaggi che avrebbero fatto tra tramite tra Trump e la mafia russa sia inserito anche il sindaco di Mosca di allora: Jurij Luzhkov. Con chi doveva parlare Trump per costruire la sua Trump Tower a Mosca se non con il suo sindaco? Anche questi presunti "mafiosi" post sovietici demonizzati nel libro fanno sorridere: patrimoni di pochi miliardi al massimo e l'accusa più pesante è il riciclaggio. Dei poveracci rispetto ai 75 miliardi personali di un Bill Gates e rispetto alle varie mafie occidentali, molto più estese, ricche e malvage. E' sempre molto ridicolo vedere un americano accusare di mafia appartenenti ad altre nazioni quando la mafia moderna è ovvia creazione statunitense. Quelli che negli Usa si chiamano lobbisti (legalizzati) o filantropi vengono chiamati "oligarchi" se sono slavi. Una brutta forma di razzismo e di snobismo. Alcune delle conoscenze incriminate dall'autore come presunti amici trumpiani della mafia russa sono stati in realtà collaboratori dell'FBI, della CIA e dell'Esercito o del Parlamento Usa o sponsor del Partito Repubblicano come: Bennet LeBow, Felix Sater (che combattè nell'intelligence contro terroristi e mafiosi, quelli veri) e il generale Michail Flynn direttore della D.I.A. (nominato da Obama). La lista dei finti "cattivoni" include anche persino mercanti d'arte di grande successo come Hillel Nahmad, manager musicali inglesi come Rob Goldstone o consulenti petroliferi di successo come Carter Page. Tra i "cattivoni" anche (chissà perchè) l'ex ministro kazako dellenergia Viktor Khrapunov, il finanziere Oleg Boyko, amico di Yeltsin e l'industriale Oleg Deripaska colpevole forse di aver sposato una delle nipoti sempre di Yeltsin, il celebre Presidente russo amico dell'Occidente. Scrivo quindi anche per evitarvi di perdere 18 euro, come è capitato a me, che ora riassumo il caos inconcludente di Craig solo come esempio di scuola delle peggiori campagne politiche di demonizzazione che i grandi lobbisti Usa sanno imbastire in tutto il mondo. Anche contro i loro patrioti e i loro Presidenti. Certamente non ricorderemo John Fitzgerald Kennedy perchè fù appoggiato da certi sindacati che si diceva infiltrati dalle mafie Usa ma per i suoi grandi meriti politici. E chi va in vacanza in Sicilia sta facendo turismo, non sta finanziando la mafia sicula. No? Craig non sarebbe d'accordo! Se avesse ragione Craig sarebbero gli Usa i maggiori mandanti delle mafie perchè tutti i nomi che lui cita non sarebbero nulla senza quelli che lui chiama: i lobbisti di K Street (Washington). E così uno squallido saggio che non prova nulla ma fa di tutto per infangare l'imagine di due Presidenti si rivela un colossale boomerang che danneggia l'immagine degli Stati Uniti d'America...