80 anni dopo Hiroshima e Nagasaki, l’umanità ha imparato la lezione: rifare lo stesso errore!
Tra bombe intelligenti e leader stupidi, ricordiamo due stragi nucleari mentre ci dirigiamo dritti verso la terza
8 agosto 2025 – Candele accese, cerimonie silenziose, colombe in volo. Il mondo ricorda Hiroshima e Nagasaki, le due città giapponesi spazzate via da un fungo atomico 80 anni fa. Un dramma incancellabile nella storia umana, dove più di 200.000 persone furono trasformate in ombre su un muro. Eppure, mentre si osserva un minuto di silenzio, nei bunker del potere globale si prepara il prossimo “errore di calcolo”.
Sì, perché se l’atomica era nata come “l’ultima risorsa” per chiudere la Seconda guerra mondiale, oggi torna a essere la prima minaccia in una nuova guerra fredda… ma con più influencer e meno diplomazia.
Chiariamoci: l’uomo aveva una chance. Due città rase al suolo, generazioni mutate, bambini nati con malformazioni, vento radioattivo che ha scompaginato l’aria. Era il “mai più” più grande della storia. Ma poi è arrivata la corsa agli armamenti, la NATO, la Russia, la Corea del Nord, e perfino Paesi che non riescono a tenere le luci accese ora vogliono l’arma nucleare.
Nel 1945 si sganciavano Little Boy e Fat Man. Oggi si fabbricano testate da 100 kilotoni come si sfornano muffin. La differenza? Allora c’era orrore. Oggi c’è un certo entusiasmo tecnologico, come se la guerra nucleare fosse solo un DLC della prossima Call of Duty. Basta ascoltare certi leader mondiali: mezze minacce, doppi giochi, dita perennemente a un centimetro dal pulsante rosso, come se bastasse twittare “boom” per finire nei libri di storia.
Le commemorazioni, intanto, si susseguono. Fiori, silenzi, discorsi commossi. Tutto molto bello, peccato che nessuno dei potenti sembri realmente ascoltarli. Perché parlare di pace fa bene all’immagine, ma investire nel nucleare rende molto di più. E mentre le generazioni si alternano, il copione resta lo stesso: si piange d’agosto, si fabbrica d’inverno, si minaccia a primavera.
Chiudiamo con una previsione cinica: se il genere umano fosse uno studente, Hiroshima e Nagasaki sarebbero i due esami sbagliati che non ha mai voluto ripetere. Peccato che la prossima “lezione” rischi di non lasciare più nessuno in classe.
Nel frattempo, il sole sorge ancora su Hiroshima. Ma chissà per quanto.