Ucraina, scoperto drone russo UAV CBTS.611000 realizzato interamente con componenti cinesi, Pechino però nega: "Nessuna fornitura di armi nel conflitto"
La scoperta metterebbe in evidenza l'effettiva cooperazione tra Mosca e Pechino nel conflitto
È stato scoperto un nuovo modello di drone-esca russo UAV CBTS.611000 realizzato interamente con componenti di fabbricazione cinese. A rendere nota la scoperta è stata l’intelligence ucraina, che ha identificato il caso come il primo in cui Mosca ha fatto ricorso a un sistema d’arma composto esclusivamente da elementi provenienti dalla Cina. Tale rivelazione costituirebbe un’ulteriore prova del rafforzarsi dei legami tra Pechino e Mosca, nonostante il presidente cinese Xi Jinping continui ad affermare pubblicamente che la Cina non fornisce armamenti letali a nessuna delle parti coinvolte nella guerra in Ucraina.
In passato, erano già stati individuati componenti cinesi all’interno di armamenti russi, ma sempre in combinazione con parti provenienti da altri Paesi. Stando a quanto riportato dai servizi segreti ucraini, sono stati recuperati due esemplari del nuovo velivolo a pilotaggio remoto (UAV), successivamente smontati per un’analisi approfondita dei loro elementi costitutivi.
Ucraina, scoperto drone russo UAV CBTS.611000 realizzato interamente con componenti cinesi, Pechino però nega: "Nessuna fornitura di armi nel conflitto"
Il drone in questione, identificato come UAV CBTS.611000, viene impiegato principalmente per operazioni di ricognizione e per svolgere la funzione di esca, ma risulta anche in grado di trasportare una carica esplosiva dal peso massimo di 15 chilogrammi.
Quasi la metà dei componenti di uno dei droni esaminati proviene da CUAV Technology, azienda con sede nella provincia cinese di Guangdong, che si definisce un “fornitore di soluzioni open source per droni”. Tra le componenti installate si annoverano: un sistema di controllo di volo dotato di autopilota, moduli di navigazione, antenne, un sensore per la velocità dell’aria e un tubo di Pitot.
Nel 2022, CUAV Technology aveva annunciato ufficialmente l’intenzione di applicare restrizioni all’esportazione dei propri prodotti verso la Russia e l’Ucraina, al fine di impedirne l’impiego per scopi militari. Nonostante ciò, i droni recentemente scoperti non costituiscono il primo caso in cui prodotti della CUAV sono stati rilevati in equipaggiamenti russi. Nel 2023, infatti, Mosca aveva già utilizzato un UAV a decollo verticale, spacciato per progetto autoctono, che conteneva un componente della CUAV acquistabile su AliExpress, popolare piattaforma cinese di commercio elettronico.
Oltre ai dispositivi della CUAV Technology, l’intelligence ucraina ha evidenziato la presenza nei droni cinesi anche di: un motore e un modulo di accensione elettronica prodotti dalla Mile Haoxiang Technology; una videocamera FPV (first person view) realizzata dalla Foxeer Technology; una copia cinese del modulo di trasmissione dati RFD900X, originariamente progettato dalla società australiana RFDesign, in grado di trasmettere segnali fino a 40 km di distanza. “Questo sistema consente la creazione di un canale di trasmissione dati dal drone alla sua stazione di controllo a terra o tra droni, migliorando così le capacità di ricognizione del mezzo,” ha spiegato il servizio di intelligence ucraino.
L’agenzia ha inoltre ribadito quanto già affermato in precedenza, ossia che l’80% dei componenti elettronici montati sui droni russi ha origine cinese, un dato confermato anche dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti.
Pechino ha più volte respinto le accuse di fornire armamenti letali “a qualsiasi parte coinvolta nel conflitto” e ha sottolineato di “controllare rigorosamente gli articoli a duplice uso”.
In un messaggio pubblicato sul proprio canale Telegram, l’intelligence ucraina ha specificato che i droni analizzati presentano una fusoliera ad ala delta, molto simile a quella dei droni Shahed-136, sebbene in scala ridotta. I droni Shahed, conosciuti con il nome Geran-2 nella nomenclatura russa, sono UAV kamikaze dotati di esplosivo, impiegati su larga scala da Mosca nel conflitto contro l’Ucraina. All’inizio del mese corrente, alcune immagini di un Geran-2 danneggiato hanno rivelato che anche in quel caso alcune delle sue componenti erano state prodotte da un’azienda di lavorazione meccanica con sede nella provincia cinese di Suzhou.