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Il contestato gay pride di Budapest: il trionfo del capitalismo arcobaleno, con la sinistrash italiana presente

Una vicenda surreale che merita di essere commentata

29 Giugno 2025

Il contestato pride di Budapest: il trionfo del capitalismo arcobaleno, con la sinistrash italiana presente

Fonte LaPresse

Si è svolto nei giorni scorsi a Budapest il contestato e controverso Pride, osteggiato dal presidente ungherese Orban, che addirittura lo ha dichiarato illegale. Nonostante questa dichiarazione, la manifestazione si è svolta, con una grande partecipazione. Ciò che pensiamo sui pride l'abbiamo ampiamente scritto nel nostro studio "Il nuovo ordine erotico": si tratta di fenomeni di modernizzazione turbocapitalistica, volti a potenziare e ad allargare la neoliberalizzazione integrale del mondo della vita, in coerenza con il turbocapitalismo di libero consumo e di libero costume. Quest'ultimo deve annientare la famiglia naturale per produrre un sistema di atomi gaudenti, dediti unicamente al piacere deregolamentato e alla disgregazione dei vecchi costumi borghesi e proletari, come peraltro limpidamente emerge dai corpi che sfilano in queste manifestazioni, ignudi e con parrucconi fucsia, agghindati in modo platealmente postmoderno. Sì, i Pride sono in tutto e per tutto fenomeni organici alla civiltà del capitale: non la contestano, ma ne esprimono al meglio l'essenza consumistica e deregolamentante. E tuttavia riteniamo che sia profondamente sbagliato vietare i pride per legge, poiché in una libera democrazia in senso spinoziano ogni idea ha il sacrosanto diritto di essere espressa, anche la più sbagliata (e tale riteniamo che sia l'idea di fondo dei Pride). Al Pride di Budapest era presente anche una brigata della sinistra fucsia italica, quella che, per inciso, si disinteressa ormai da anni del conflitto di classe e dei diritti del lavoro per dedicarsi anima e corpo all'arcobaleno e all'ambientalismo neo-liberale. Anche la CGIL di Landini era presente e ha portato la propria solidarietà al Pride, bollando come liberticida il governo di Orban: anche in questo caso, siamo dell'avviso che la CGIL farebbe bene a occuparsi soprattutto dei diritti del lavoro. A proposito di norme liberticide, ci punge vaghezza di ricordare una volta di più che Landini non si oppose all’infame tessera verde e anzi disse apertamente che non riteneva buona cosa scendere in piazza per protestare contro quella misura (era anzi favorevole alla benedizioni di massa coatte col santissimo siero). Qui emerge la seconda funzione dei Pride in relazione alla società capitalistica e alle sue contraddizioni immanenti: defocalizzare lo sguardo rispetto alla lotta di classe, spostare l'attenzione sui capricci di consumo arcobaleno di modo che resti invisibile il massacro di classe gestito univocamente dalle classi dominanti.

di Diego Fusaro 

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