Iran, capo di Stato maggiore Usa Caine su attacco a centrale nucleare Isfahan: “Non abbiamo utilizzato bombe bunker buster, troppo profondo"

A differenza di altri siti nucleare iraniani, come Fordow e Natanz colpiti da bombe bunker buster, il sito di Isfahan è stato preso di mira solo da missili Tomahawk

Il capo di Stato maggiore statunitense Dan Caine ha spiegato, durante un briefing riservato al Congresso, perché l’esercito americano ha scelto di non impiegare l’arma più potente del proprio arsenale convenzionale contro uno dei siti nucleari più sensibili dell’Iran. Le strutture sotterranee di Isfahan, infatti, sarebbero talmente profonde da risultare inaccessibili anche per le bombe “bunker buster”.

Capo di Stato maggiore Usa Caine su attacco a centrale nucleare Isfahan: “Non abbiamo utilizzato bombe bunker buster, troppo profondo”

L’esercito statunitense ha deciso di non impiegare bombe “bunker buster” contro il sito nucleare iraniano di Isfahan durante l’operazione militare dello scorso fine settimana. Lo ha rivelato il capo di Stato maggiore congiunto, generale Dan Caine, nel corso di un briefing classificato tenutosi giovedì con alcuni senatori americani. “Non abbiamo utilizzato bombe bunker buster, troppo profondo”, ha dichiarato Caine, secondo quanto riferito da tre partecipanti all’incontro e confermato da una quarta fonte a conoscenza dei fatti.

Il commento del generale rappresenta la prima spiegazione ufficiale sull’esclusione dell’arma penetrante più potente degli Stati Uniti, la “Massive Ordnance Penetrator”, nell’attacco contro il sito di Isfahan, situato nel cuore dell’Iran. Secondo fonti dell’intelligence, le installazioni sotterranee in quella località conterrebbero quasi il 60% delle scorte di uranio arricchito del Paese — materiale che, se ulteriormente arricchito, potrebbe essere utilizzato per produrre un’arma nucleare.

A differenza di altri siti iraniani, come Fordow e Natanz — colpiti da oltre una dozzina di bombe bunker-buster sganciate da bombardieri B2 —, il sito di Isfahan è stato preso di mira solo da missili Tomahawk lanciati da un sottomarino americano. La profondità e la protezione della struttura avrebbero infatti reso inutili anche gli ordigni progettati per penetrare installazioni fortificate.

Il briefing riservato è stato condotto, oltre che dal generale Caine, anche dal segretario alla Difesa Pete Hegseth, dal segretario di Stato Marco Rubio e dal direttore della CIA John Ratcliffe. Interpellato successivamente, il portavoce del generale ha rifiutato di rilasciare commenti, ricordando che “non può discutere di briefing classificati del presidente dello Stato Maggiore al Congresso”.

Nel corso dell’incontro, Ratcliffe avrebbe informato i parlamentari che la maggior parte del materiale nucleare arricchito iraniano si troverebbe nei siti sotterranei di Isfahan e Fordow, secondo quanto riferito da un funzionario americano presente.

A confermare i limiti delle capacità militari statunitensi è stato anche il senatore democratico Chris Murphy, che ha dichiarato alla CNN: “Alcune capacità iraniane sono così profondamente sotterranee che non potremo mai raggiungerle. Quindi hanno la possibilità di trasferire gran parte del materiale conservato in aree dove non esiste alcuna capacità americana di bombardamento che possa colpirle”.