Perchè la guerra del Governo di Israele contro l'Iran sembra una guerra apocalittica. Tre usi apocalittici della lettura dei tempi che si incrociano in una "tempesta perfetta" ideologica

Come il capitolo undicesimo dell'Apocalisse di Giovanni offra elementi di inquietante attualità nel suo simbolismo profetico

Viviamo in un periodo anomalo e drammatico, anche inquietante dove gli scenari geopolitici stanno cambiando ad una velocità impressionante e si mostrano sempre più risonanti con le tradizioni profetiche antiche e anche recenti. Essendo appassionato sia di geopolitica e storia che di Sacre Scritture e profezie non posso personalmente non subire questa duplice suggestione che mi sembra tuttavia trovare drammatici riscontri in alcuni attuali contesti. La guerra Israele contro Iran è una guerra che veicola un'aura apocalittica per più ragioni. Dal punto di vista israeliano è già stato sottolineato da più analisti come il fondamentalismo religioso neo-messianico che sostiene l'attuale Governo israeliano sia per sua natura apocalittico e nel senso positivo del termine in quanto chi persegue la distruzione dell'Iran quale tappa decisiva per la realizzazione del sogno del "Grande Israele" non può che vedere questa guerra quale strumento di liberazione del "popolo eletto", cioè di Israele quale nazione spirituale primaria. In questa visione aionica l'Iran come l'Iraq sono ancora Babilonia e la Persia. Dall'altra parte anche l'Iran dal punto di vista islamico potrebbe appellarsi ai temi apocalittico-islamici del Madhi mostrando se stesso quale quale forza che difende l'Islam contro un Israele visto quale potenza demonica e distruttiva. Dal punto di vista cristiano questa guerra, come tutte le guerre, specie quelle medio-orientali rappresenta sempre una dura croce per le presenze cattoliche, pur antichissime. Ricordiamo come le guerre Usa del Golfo portarono alla decimazione della Chiesa cattolica caldeo-babilonese, prima in buone condizioni di vita. Cristianamente se leggiamo il capitolo undici della visione giovannea troviamo due elementi inquietanti che oggi sembrano più vicini a noi di pochi anni fa. Parlo della definizione apocalittica di Gerusalemme quale "Egitto e Sodoma", cioè città non più religiosa ma corrotta e depravata (Ap.11,8), come dopotutto tutte le grandi città odierne e la profezia di Gerusalemme quale luogo "calpestato dalle nazioni" per quarantadue mesi (Ap.11,2). In quest'ultimo passo si parla di "città santa" ma ovviamente deve leggersi come: "Gerusalemme" in quanto è la medesima città in cui l'AntiCristo ucciderà i due Testimoni; due santi cristiani che a lui si opporranno. Queste due condizioni: una Gerusalemme non più religiosa e conquistata da altri popoli oggi sembrano immagini meno irrealistiche di un tempo se consideriamo gli ultimi anni di storia e l'attuale terribile guerra, che tutti danneggia. Si tratta infatti di due passi giovannei che contraddicono l'ambientazione romana/cristiana dell'Anti-Cristo  (prevalente in una certa tradizione ermeneutica sull'Apocalisse) facendo riferimento proprio alla "grande città dove il loro Signore fù crocefisso", cioè la Gerusalemme reale, fisica, storica, attuale. Abbiamo infine una risonanza estetica molto performante ed immediata: l'immagine dei missili iraniani che cadono su Israele assomigliando a stelle comete. Questa immagine è apocalittica in quanto richiama le tre prime trombe dell'Apocalisse e anche la sesta tromba dove si parla di fuoco che cade dal cielo mentre il capitolo dodicesimo ci descrive il dragone che trascina sulla terra un terzo delle stelle (Ap. 8,7 -11; 9,17). Ovviamente sono risonanze superficiali in quanto le trombe apocalittiche richiamano punizioni divine e non umane e il tema delle "stelle" rinvia ai giusti, ai santi, o ai sacerdoti o agli angeli e non va presa in senso fisico e materiale ma certamente le immagini hanno una loro efficacia autonoma e diretta. Il cristiano non può schierarsi che per la Pace, non idolatrando nessuna nazione ma ricordiamo che l'Apocalisse di Giovanni ci parla anche di una guerra interna alle forze non cristiane: la guerra dei dieci re contro Babilonia (Ap.17,16), preparatoria al dominio dell'AntiCristo finale. Dopotutto anche la guerra di Hamas contro Israele è una guerra religiosa. Lo mostra chiaramente il suo stemma che rappresenta la Moschea di Omar ad indicare l'ideale di riconquista islamica di Gerusalemme quale città sacra dell'Islam. Molto sbagliò Marx nel pensare che la religione fosse una sovra-struttura. Oggi in molti scenari è la religione (e le visioni del mondo connesse) la struttura e tutto il resto solo sovra-struttura conseguente. A ciascuno la sua "apocalisse": che vuole dire semplicemente: manifestazione. Che sia un'apocalisse del bene più che del male...