Ucraina : Israele = Europa : Iran. L'equazione globalista dissolutiva che apre un secondo abisso apocalittico imprevedibile che suicida l'Occidente

Come nonostante Trump continui il teorema folle delle guerre preventive-ideologiche contro gli Stati sovrani

Si è aperto dopo l'Ucraina il secondo fronte della terza guerra mondiale. Era previsto ed è accaduto. Si stenta tuttavia a capire quale sia il disegno ultimo e complessivo di questa macabra "danza della morte" fatta di destabilizzazioni, spargimento del caos, demonizzazione dell'avversario e incandescenza indotta nelle faglie di tensione geopolitica. Dopo Iraq, Afganistan, Somalia, Sudan, Libia e Siria ecco la settima pedina da dissolvere che mancava al già da tempo manifesto programma di "guerre preventive-democratiche-ideologiche-caotiche" del Nuovo Dis-Ordine mondiale dei vari Bush-Clinton-Obama-Biden. In molti speravamo che il secondo Trump riuscisse a disinnescare i focolai indotti da questa delirante dottrina anti-russa-cinese portata avanti tramite il caos e la frammentazione e rilanciare un nuovo scenario fatto di affari strategici stabilizzanti, nuova globalità multipolare fondata sul principio di sovranità verso una nuova Yalta e una nuova Bretton Woods. Ora invece purtroppo le ombre di una mega-implosione mondiale si allargano su un sempre più lontano e improbabile "sole dell'avvenire". La mossa israeliana vanificando i negoziati dell'Oman ricorda e supera le mosse britanniche per sabotare i negoziati russo-ucraini. Trump appare purtroppo indeciso e appannato su questo scenario (a differenza degli altri) in quanto stretto tra due polarità sempre più antitetiche: l'intima e tradizionale alleanza anglo-americana con i Governi di Israele da una parte e dall'altra il contrasto fra il fondamentalismo mistico israeliano e gli scenari trumpiani di nuovi equilibri costruttivi sulla scia degli "Accordi di Abramo". L'attacco preventivo israeliano mira ovviamente a rovesciare il regime iraniano, come Diego Fusaro e altri commentatori hanno già chiaramente sottolineato, con il pretesto di una mai dimostrata minaccia nucleare persiana. Il programma nucleare iraniano mirava appunto al massimo proprio a difendersi da attacchi simili a quelli oggi in corso. L'Iran puntava a divenire una seconda Corea del Nord: intoccabile per via nucleare. Il problema che rende l'attuale guerra Israele-Iran così pericolosa e inquietante è dato dalla presenza di molteplici fattori di rischio e di possibile ulteriore deflagrazione: l'utopia mistico-ideologica di un "Grande Israele" neo-biblico dall'Eufrate al mare; la posizione geografica dell'Iran che gli rende possibile la chiusura dello stretto di Hormuz, il fatto che l'Iran di oggi rappresenti una linea rossa strategica sia per la Cina che per la Russia che non vogliono rinunciare ad esercitare una loro influenza nel medio-oriente. Un Iran destabilizzato ed esasperato potrebbe appunto rendere difficile e più costoso il passaggio del petrolio sia via mare che via terra dal Golfo persico creando incertezze e danni economici immensi sia per i ricchi stati del Golfo (Emirati, Barein, Qatar, Kuwait) e siccome l'Occidente ha intessuto negli ultimi decenni forti e importanti legami commerciali con tale area le conseguenze di un peggioramento della situazione militare potrebbero infliggere grossi danni anche all'economia e alla politica dell'area europea, oltre che destabilizzare lo stesso Regno dell'Arabia Saudita. Ecco perchè il surriscaldamento in atto, assurdo e delirante, non gioverebbe a nessuno, neppure allo Stato di Israele che si troverebbe sempre più isolato in medio-oriente, rischiando di unire contro se stesso tutto l'Islam. Se infatti le nazioni islamiche superano il loro tradizionale antagonismo e diffidenza per unirsi in senso anti-israeliano le condizioni di sicurezza dello Stato d'Israele sarebbero messe a dura prova. Le attuali richieste di aiuto militare verso gli Stati Uniti sono un segno di crescente inquietudine e criticità. Trump ora si trova di fronte ad un difficile bivio drammatico quanto i Governi di Cina e Russia: provare a gettare acqua sul fuoco oppure irrigidirsi facendo deflagrare tutto. L'idea simbolico-politica trumpiana di individuare in Putin un possibile mediatore fra i due Governi in guerra è una bella idea, forse l'unica idea tentabile in quanto Putin ha rapporti buoni con entrambi i contendenti. Questa mossa serve anche per provare a creare distensione verso gli alleati geopolitici dell'Iran: la Russia per prima, appunto. Peccato che l'Occidente, con Macron, continui ostinatamente a non capire che è in gioco non solo la pace mondiale ma anche il benessere e la stabilità dell'Occidente stesso, mai così in pericolo di implosione e recessione epocale. Ovviamente a pagare saranno come sempre le masse occidentali-europee che rischiano di vedere schizzare in alto i prezzi delle merci e dell'energia. Le democrazie occidentali si fondano sul principio del sacrificio umano dei sottoposti, che devono pagare le colpe di scelte elitarie deliranti e suicide. L'attuale terribile guerra in corso (e tale l'ha chiaramente definita il Governo israeliano, che non pecca certo di ambiguità) infine appare l'ennesima dimostrazione del "paradosso della sicurezza reciproca": più una nazione diventa iper-protettiva più demonizza le potenze vicine innescando un circolo involutivo e virale di aumento dei livelli di sicurezza i quali vengono reciprocamente percepiti quale aumento del livello di minaccia militare e aggressività politica. Un meccanismo tribale e primitivo che ci portiamo avanti da millenni. Nihil sub soli novum, purtroppo. "Evoluzione": dove sei?